Vincenzo Speziali: "Giovanni Scambia, il medico dagli occhi gentili, e zio Carlo De Lellis"

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images Vincenzo Speziali: "Giovanni Scambia, il medico dagli occhi gentili, e zio Carlo De Lellis"

  26 febbraio 2025 09:26

di VINCENZO SPEZIALI

 Da giovedì piango, commosso e disperato. Ripenso a zio Carlo De Lellis, il quale fu ricordato, nel migliore dei modi, da un galantuomo, cioè Giancarlo Pittelli: "Eravamo ad un capodanno e una coppia si mise a danzare. Lei era cieca, ma fu un ballo bellissimo, pieno di amore e ternerezza. Poi, vidi Carlo, commosso, piangere, con tutta la dolcezza struggente di questo mondo, non solo da medico, ma da uomo, da essere umano"!
Posto, che Giancarlo è sempre stato, non uno 'sbruffone di Catanga' (sarebbe Catanzaro), bensì il mio (e nostro!) 'GIiancarlino', lui, è una persona sensibile -difatti lo ricorda tale espisodio- ma ha parlato di 'zio' Carlo (De Lellis), il 'mio vero padre', ancor prima -ci si figuri voi!- di Angelo Donato (di cui era amico autentico), di Nana` Verraldi, di Carmelino Pujia e, non in ultimis, bensì in primis, di Arnaldo Forlani.

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Ho provato a chiamare zia Gabriella (Celestino, a sua folta figlia di un 'magistratale monumento morale', ovvero zio Mario e lei stessa, vedova di zio Carlo De Lellis), ma capisco l'emotività e, soprattutto, la sua disperata nemesi: sopportare la morte di un marito amato (zio Carlo) e di un cugino (Giovanni Scambia), è dura, pure per lei, indomita 'moriscianesca' (da Morisciano, ovvero, da cui tutti noi abbiamo origine, cioè mia nonna Maddalena, quale fulgido esempio).  Orbene zio Carlo e Giovanni, erano eguali: erano medici, ma soprattutto 'innamorati' dell'umanità! Entrambi, principalmente, sono stati luminari clinici, portati e tesi, verso la vita altrui, anche 'deficittando' la loro esistenza privata. E io, mentre scrivo, continuo a piangere, commosso quanto mai, anzi,  persino ad inveire, versi questo Dio, a cui mi aggrappo ma che non capisco, nonostante la mia Fede e i discorsi con Don Mimmo (Battaglia) o con Beshara (Rai, Cardinale e Primate Maronita).
Eppure, purtuttuvia, penso a zio Carlo e a Giovanni, ribadisco, eguali (per meriti e valori), con addosso il camice candido e gli occhi gentili.

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Ho un flashback: mio padre, tranne due volte nella mia vita, l'ho visto affranto. La prima fu quando sua madre -cioè la mia grandissima nonna Maddalena, vero ed unico 'amore' di mio siffatto 'straccio vitae'- morì; la seconda, il giorno della scomparsa di zio Carlo. Poi, sentendolo, per motivi 'ultronei' -sara` 'l'impostura' di chi mia sorella ha sposato? Direi 'fate vobis', epperò, confermo, tant'è essere- dicevo, parlandoci, a papà mio (la persona che stimo, amo e da sempre 'inseguito', visto quale sofferenza provo`, nelle occasioni già descritte) era, lui, proprio lui, addolorato. E qui, perciò, arriviamo a Giovanni, anche egli, al pari di zio Carlo, non solamente luminare, bensì 'medico dagli occhi gentili'. Giovanni mio -senza disvelare per opportuna privacy, uno dei nostri incontri, con il marito innamorato, di una tua paziente, avvenuto, antistante la tua spiaggia a Copanello, in quel di Agosto 2022- bene, anzi male, persino tu mi (e ci hai) lasciato,  a noi, attoniti e costernati, umani.

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Hai lasciato, sofferenti, parimenti alle lacrime versate assieme con Maddalena (Speziali), Marianna (Madia) e soprattutto Totò (Speziali) -il quale più di altri, piange non il medico o il cugino, bensì l'amico, dimostrando una 'umanita`' innanzi alla quale mi inchino- ma, come il tuo e mio zio Carlo, hai lasciato, i pazienti, per te e per lui, non tali, semmai, non tanto assistiti, orbene esseri umani. Quanto dovrò apprendere da voi due, vista la caducita` che possiedo? E quanto, voi entrambi, pieni o colmi, di amore sconfinato, sarete e rimarrete, esempio' morale? Sta qui, 'lo gnommero' ('Gadda dixit'), ovvero essere io e chiunque di noi, alla vostra 'altezza'.

Lo confesso, caro zio Carlo e caro Giovanni, mi sento un microbo, al vostro confronto:
ho sempre Bovalino, nel cuore, ovvero la Bovalino, amata e frequentata, sebbene, il sottoscritto -e solo io!- sono di colà, pur ricordando i vostri sorrisi, le vostre attenzioni, allorquando di questo incantevole luogo si parlava. Epperò, altrettanto vero, reale, ed autentico, riconoscere, quanto e come, voi siete stati- li conosco stando a Beirut- ' i medici senza fontiere'!. Giovanni caro, non avendo scritto per zio Carlo, so quanto apprezzerai essere a lui accomunato, assieme a tuo padre, cioè zio Totò e ti ringrazio, ti ringrazio ancora, per  l'affetto e la pazienza, verso chi rappresenta le mie 'radici di vita', praticamente mio padre e mia madre (rassicurandomi, in merito ad essi, da Giusi Palermo, a cui mi genufletto) Ma, 'Giuva`' mi hai fatto pure tu uno 'scherzetto' brutto, anzi cattivo: lasciare tutti, così, di botto, sgomenti quali restiamo e dubbiosi cone siamo, senza farcelo sapere, ma dimostrando una dignità che pochi possono vantare! 'Giuva`' siamo qui, a Catanzaro -tua città ma persino tu, di Bovalino (...te lo ricosco io)- ad 'attenderti', in questa terra di Calabria, con tua sorella Tomasella, a cui voglio bene quanto, solamente, la 'Madonna di Polsi' -ovvero nostra 'Bovalinensis Virgiae', testimonia e sa- ma 'Giuva`, sappi tu, Emma tua moglie e i tuoi figli, come sei nei nostri cuori, al pari di zio Carlo. A proposito, 'lassù' vi siete già visti? Zio Carlo, ti ha fatto una delle sue battute fredde da 'britisch humor? Bacialo da parte mia e un abbraccio anche a te. A voi due, invece, parenti, amici, pazienti, assistiti e comunità scientifica, preci e monumenti: si, a voi due, i medici -con il candido camice- dagli 'occhi gentili'.

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