di VINCENZO SPEZIALI
"Che barba, che noia", avrebbe esclamato la grande Sandra Mondaini, nel constatare il segno dei tempi che cambiano e con essi le abitudini, non solo della gente in generale, bensì dei docenti universitari, dei giuristi -a loro volta figli di coerenti e gloriosi parlamentari, nonché ministri- e dei candidati a sindaco di Catanzaro (ovviamente nelle zone pertinenti al PD e dintorni).
Già, i tempi nuovi -non sempre e non per tutti migliorativi, per condizione e qualità- e i viaggi -pure i viaggi- che hanno un ruolo specifico, particolare, direi psicoanaliticamente onirico.
Un volta, infatti, i viaggi potevano essere di piacere, oppure turistici e chiaramente di nozze, mentre oggigiorno -in ambito di un certo 'sinistrume' (neologismo per ricordare il culturame, coniato da Mario Scelta nel 1949) - sono a sfondo di pellegrinaggio laicamente discutibile, per la finalità della bassa politica a fronte di suppliche, richieste e prebende, oppure si configurano per lune di miele improbabili a fronte di "nozze coi fichi secchi", come avrebbe riconfermato Edoardo Scarfoglio (ed io sottoscrivo).
Vedo bene la scena, di Aldo e Nicola (in ordine alfabetico e di fregatura), incamminarsi non sul viale del tramonto, bensì su una strada qualsiasi -visto che ormai persino le alleanze sono qualsiasi- perché tutte le strade, come si sa, portano a Roma e nel caso di specie, precisamente, a Via del Nazareno.
Osservo la scena, attraverso un ideale cristallo -per l'amor del cielo...non pensate a cognomi e persone (sarebbero di già due elementi e non due voti)- e entrambi, ambedue (quindi non tutti e tre!), consegnano e declinano le speranze, ma soprattutto le richieste di un matrimonio -politicamente o pseudotale- di interesse, all'officiante civile, cioè il mio amico Enrico (Letta).
Immagino la surreale (sarà così?) 'cerimonia' dove il "Granduca socialista dei tre colli' (ndr: neoacronimo di 'nemesi della ridotta'), già e per tempo avvertito, affettuosamente e amichevolmente -attraverso metafora allegorica ("stai attento, quando sarai lì dentro, ti faranno apparire una salita come una discesa e tale sarà...ma negli inferi")- ovvero il povero Alduccio Casalinuovo, attacca per primo: "Allora, mi consegno a voi tutti. Dobbiamo uscirne con la faccia che non sia alla stregua del di dietro, perciò facciamo le primarie, le quali sono un atto fondativo del PD".
Risponde Enrico, celiando sornione:" Le primarie? Che sono le primarie? Ma quando mai s'è visto ciò? Esse servono solo ad assecondare le sbornie golliste di Prodi, il quale quando si candida impone una sua legittimazione -da eterno insicuro qual è- per poi vedersi -come la scadenza di uno di una mortadella- sbolognato (non c'entra Bologna, in tal caso), anzi sfrattato da Palazzo Chigi, tutte le volte che ci tocca candidarlo". Aldo scuote la testa, sgrana gli occhi -sarà perplesso?- e tenta una replica: "Quindi è Nicola (Fiorita, non Irto) che comanda e su cui puntate?"
"Certo", risponde Enrico, il quale -non pago- aggiunge (dando sempre del lei a chi non conosce, poiché rimane un nobile di Strasburgo, pure quando ti rifila una polpetta avvelenata o una fregatura colossale): "Vede Avvocato, Nicola (Fiorita), è più consono a me. Lui è un laico, al pari del sottoscritto, ed anche un credente, sempre come il sottoscritto. Cosa vuole? È un dettaglio se la religione è cattolica, islamica, oppure tecnocratica, è sempre religione. Non crede?
Poi, lei Avvocato, viene dai socialisti. Si, suo padre non era in comunione con Craxi -grande giocatore di poker- però sempre socialista era. Io invece sono cresciuto con De Mita -aduso allo scopone scientifico- quindi all'azzardo ragionato e non al bluff". Qui mi fermo e non oltre incedo, per due motivi che adesso spiego: 1) a parte il fatto che tra Craxi e De Mita si dovrebbe vedere chi bluffasse; 2) non vorrei diventare impietoso -oltremodo- nei confronti di Aldo. Certo è che Nicola continua a vedersi piantare il suo orto (e nessuno pensi che mi riferisca ad ortaggi come i broccoli), però l'opera dell'ortolano è di Enrico, mica la sua.
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