di VINCENZO SPEZIALI*
Come sempre, in ogni guerra, esistono gli atti presuntamente formali, che tra il detto e non detto, tentano di ammantare debolezze, fallimenti, calcoli errati e alla fine si rivelano un vero e proprio boomerang per chi li compie. Lo dico immediatamente, mi riferisco alla "missiva diplomatica" -inusitatamente definita tale- dal divulgatore del verbo satanico del Signor Putin, cioè quanto scritto in nome e per conto di costui, da parte del suo Ministro degli Esteri, Sergej Lavrov ed indirizzata ai parlamentari italiani delle distinte Commissioni Difesa, attraverso i rispettivi Presidenti.
Il tutto, tramite "lettre d'accompagnement diplomatique" dell'Ambasciatore russo accreditato in Italia,tanto per aggiungere insolenza ad impudenza.
Ciò premesso, balza agli occhi quanto e come la gravissima interferenza e il relativo contenuto di minacce autentiche, sia passato sotto traccia - flebile è stata la sola protesta del nostro Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini- mentre il fantasmagorico "bambino Gigino" -ovvero il titolare della Farnesina, tal Di Maio da Pomigliano d'Arco- manco ha fiatato, protestato, argomentato, censurato -e chi più ne abbia ne metta- anche perché non ha compreso la gravità dell'atto in sé o forse nemmeno lo avranno avvisato: sarebbe stato come chiedere ad un broccolo di trasformarsi in orchidea, solo per fare un eufemistico esempio!
Il tutto però, non vuole essere uno stigmatizzare l'inadeguatezza dell'auspicabile futuro ex Ministro ed ex Parlamentare "Cinquestalle" (non sono refusi, né il nome del presunto Partito, né i prossimi status del loro rappresentante!), in quanto era chiaro che la faccenda finisse in modo siffatto: quando chi dirige -non solo la politica estera- la politica in generale, senza essere attrezzato (ciò consiste nel possedere esperienza, visione e autorevolezza), ci si ritrova come ci siamo ritrovati noi italiani, con Ministro degli Esteri non Andrew Parker, Barone di Minsmere e cioè il Lord Ciambellano, bensì con Gigino, il Lord bibitaro!
Parliamoci chiaro, l'ardito e minatorio avvertimento, Mosca lo ha inviato soprattutto, in virtù del motivo che siamo considerati -eccezion fatta per Mario Draghi- ben poca roba, alla stregua traslata delle "nozze con i fichi secchi", la cui magistrale locuzione fu inventata da Edoardo Scarfoglio il 27 Settembre del 1896, nelle more del matrimonio di Vittorio Emanuele III con Elena del Montenegro.
Epperò rimane tutta intera l'insipienza di questa Italia che dittatori -e loro manutengoli- considerano "Italietta" -come si permette Signor Putin?- mentre abbiamo alle spalle un passato fulgido e innanzi a noi un radioso futuro (alle nostre latitudini, siamo adusi all'esercizio del libero voto).
Ecco, anche in ciò manifestiamo, comunque sia, una differenza con la Russia attuale, che per inciso è in preda alla Sindrome di "Osiris" -ovvero quella che deriva dalla Wanda che fu- e che si palesa o manifesta con atteggiamenti psicotici e paranoici, come sembrano avere coloro i quali abitano o frequentano oggi giorno il Cremlino. Gli "avvertimenti" del Signor Lavrov, difatti, sono pure da derubricare come sterili ed ignoranti, privi di qualsiasi fondamento logico, tattico e strategico, anche perché -come da me scritto domenica 27 Febbraio- noi le fonti energetiche primarie (per intenderci petrolio e gas) possiamo "recuperarle" dai Paesi Arabi.
Quest'ultimi, invece, a loro volta e per tradizionale impostazione, destinano parte del surplus ricavato, alle cause delle varie resistenze islamiche -e pure islamiste- ragione per la quale, tirando troppo la corda, Mosca si ritroverà con un ulteriore "fronte", rappresentato dagli indipendentisti caucasici, notoriamente affiliati a Maometto ed ostili al Signor Putin.
Voilà, chi ha più da perdere? Noi Italiani, Europei, Atlantisti e Occidentali o voi Russi, arroganti, ignoranti e dittatoriali? Dice un verbo: chi la fa`, l'aspetti!
Tra l'altro -ed è un riferimento serio!- i giorni che viviamo, ci impongono lo stesso rigore che ebbe Pio XI° quando nello scrivere l'enciclica avversa ad Hitler (quest'ultimo simile al Signor Putin), ovvero "Mit brennender Sorge" (10 Marzo 1937), la giustificò asserendo: "nessuno ha il diritto di mostrarsi vile nel suo presente". È per tale motivo -in ossequio e coerente osservanza di tale monito- durante il summit dell'Internazionale Democristiana, che si terrà a Beirut nei prossimi 7/9 Marzo, ho deciso di presentare un documento, da fare votare dall'Assemblea Plenaria a mia prima firma, cui si leva la protesta di chi la politica -quella vera!- la fa e la rappresenta credibilmente: così daremo una lezione di stile, al cortigiano di Putin e una di insegnamento allo scugnizzo di Grillo!
A ciascuno il suo (Leonardo Sciascia, Italia 1967).
*Coordinatore Regionale Calabria dell'Area di Centro e della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani
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