di VINCENZO SPEZIALI
Sarà un personaggio di fantasia? Boooh...vai a saperlo, ma certamente non addebitate a me ciò che, liberamente, dedurrete voi!
Prendiamo, a caso, un Palazzo istituzionale, non importa se quello del Senato, oppure della Camera dei Deputati, non da letto, e men che meno, il letto medesimo, su misura dei nani di Biancaneve (poiché si penserebbe a qualcuno 'austrolimtrofo', che potrebbe essere di un territorio del vecchio impero ausburgico, contenente, però pure l'Ungheria, grande e acculturata terra, nota anche per darci, pornodive, badanti ed infermiere, financo attratte dalla Cina). Questa storia (è?) immaginaria, ma se qualcuno si riconoscesse, l'accusatio sarebbe automanifesta, più che mai al pubblico indigesta, quindi pauca e abbassa testa, in quanto dalla reazione per la storia farsesca, si produrrebbe lapidatio tempesta, su codesta mala gesta, non certo per la mia persona (im)modesta.
Scivoliamo nel racconto, in luogo a qualcuno che come un disperato, brancola a tentoni, al pari di una automobile senza luci, in un notturno percorso di qualunque strada brianzola, piuttosto nebbiosa anziché no. Il tapino, se fosse vero -ma è vero? Non sta a me dirlo, né confermarlo!- potrebbe vincere persino un Tapiro d'oro di 'Striscia la notizia' (trasmissione cult, della rete ammiraglia di un reale soggetto, altrettanto realisticamente, afflitto da demenza senile, per come viene riportato in TV e dai giornali, non certo da me, che comunque condivido la diagnosi).
Già, poiché immagino -ripeto, immagino!- un altrettanto nanerottolo, con lingua sibilante -giammai democristianamente, perfidamente e sapientemente velenosa- che come un gonzo trattato da bonzo (oppure da bonzo quale sarebbe, da gonzo trattato verrebbe), ricerca disperato il suo programma agognato, su Rai 3, ore 20,55 circa (di qualsiasi giorno dal lunedì al venerdì): "Un posto al sole"!
Mi sa di sì, propriamente è così, perché se il minisoggetto(ne) fosse vero, calzerebbe d'uopo e a pennello, la soapopera or ora citata, anzi sarebbe realistica al netto di qualunque ironia, più di qualsiasi impervia via, conosciuta perché costeggia casa mia.
Intendiamoci, quella di Damasco è un po' inflazionata, mentre si potrebbe trovare qualcosina più vicina, per rendere l'idea grottesca di questo (metaforico?) allegorico ed ironico racconto. Perciò se fosse reale la figura -con annessa figuraccia, che si staglierebbe lungo una scia reiterata da circa 10 giorni su per giù- potremmo ritrovarci un relitto umano e al contempo un derelitto da politicume afflitto, trattato da reietto, quasi fosse una 'merce avariata', la quale non solo io getto.
E sì, la quaestio è di tal fatta, perché l'impalpabile ed immateriale figura (sempre immaginaria e non si addebitino al sottoscritto, similitudini o riconoscimenti), avrebbe tentato in ogni modo e forte di sponsorizzazione -magari parainfermieristica?- la scalata -che ne so?- ad un ministero, uno qualsiasi, persino al nulla o alle variabili interpretativamente eventuali, per successivamente ripiegare come sotto -non scala- bensì segretario, con identiche risultanze, circa la seconda mancata nomina e le conseguenti e non assegnate (nemmeno in questo caso) deleghe viceministeriali.
Quindi, ricapitolando, se fosse reale il tutto -cioè personaggio, riscostruzione, retroscena ed ambizione- e sottolineo se, al pari della canzone resa celebre da Mina e con piglio cautelativamente dovuto, per 'evitatio' di improbabili querele temerarie (e poi perché? Mica esiste tal costui? O si? E quindi ammetterebbe lo sconcio di costume? Non penso, non penso proprio!), Saremmo passati da un mancato canapè ministeriale, ad un taboret (si pronuncia tabore`) sottosegretarile. Però, siccome il diavolo fa le pentole e non i coperchi, rifacciamoci all'angelo, precisamente, quello sterminatore, il cui motto era 'ciascuno stia al suo posto' e quindi essendo io uno che può essere (questo!) angelo e non Belzebù (pure se un mio amico e amico di mio nonno così era definito!), nel caso l'immaginario protagonista del racconto (vi prego di considerarlo tale, ma poi fate voi!) mi chiedesse consiglio, presto fatto gli risponderei: datti all'ippica, all'astrologia o alla culinaria (sarebbe l'arte della cucina, non desideri oniricosessuali), oppure alla magia nera, perché solo essa potrebbe aiutarti, nel tentare di vincere l'ultimo assalto, per un qualsiasi strapuntino!
Secondo me, difatti, se il soggetto avesse fattezza e concretezza autentica, insomma esistesse, adesso potrebbe punterebbe alla presidenza di una commissione parlamentare, quasi che i rifiuti avuti in precedenza, non fossero bastati per fare capire all'eventuale costui come tiri una brutta aria o che non vi sia trippa in scodella.
Insomma, parrebbe di trovarci nella condizione di un avventore di varie lotterie, a cui, in luogo di -somita!- mancata vittoria, si sente dire: ritenta, sarai più fortunato! Proprio non comprenderei e assieme a me non lo comprenderebbe nessuno -ribadisco, nel caso in cui il personaggio fosse reale (ma chiunque pensi ciò che vuole!)- anzi si adombrerebbe un inquietudine ulteriore, laddove fosse palesata, al netto della realtà del protagonista e della volontà manifestata, questa eventuale ricerca affannosa ed insistente, di avere qualunque o qualsiasi carica, purchessia.
Sarebbe, come se (l'ipotetico?) costui volesse dimostrare a non saprei chi e non saprei perché ('suspicion légitime', tradotto in italiano: lecito sospetto) una sua forza, credibilità ed influenza, nel Palazzo che conta. Ciò, però ci porterebbe a dover pensare che si trattasse di narcisismo, ma immaginando l'immaginaria figura, non ce la vedo come il frutto della relazione incestuosa tra Cirna e Mirra (ovvero, non è Adone), quindi non saprei dove potrebbe poggiare il narcisismo sopra menzionato, a meno che non ci trovassimo innanzi -ripeto, se il protagonista fosse vero!- al combinato disposto di un soggetto afflitto da turbe della personalità e rifiuto della realtà, con in più seri problemi alla vista.
Vi sarebbe un'altra ipotesi, al netto della storia (immaginaria), ovvero che il tal dei tali, voglia smerciarsi o spacciarsi influente 'in eius agrae' (traduzione liberamente intesa: nella sua contrada), però mi sfuggirebbe la motivazione di specie, sennò spiegandomela con un pensiero, cioè che il (metafisico e non reale, è bene risottolinearlo!) soggetto, debba salvare quel po' di sua faccia, al cospetto qualche suo supporter, il quale a sua volta comincerebbe già a pensare che il protagonista della (non vera) allegoria, ormai conti poco o nulla (sempre che abbia avuto incisività, nel passato).
Ed intanto, sullo sfondo, da oggi, si sente la parodia parafrasata della canzone di Franco Battiato: 'cerco una presidenza di commissione permanente, che non mi faccia avere paura delle cose e della gente...avrei bisogno di...'!
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