Vincenzo Speziali: "L'insopportabile e continuo insulso moralismo dei moralisti: L'Italia non è lo Stato di Roberspierre"

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images Vincenzo Speziali: "L'insopportabile e continuo insulso moralismo dei moralisti: L'Italia non è lo Stato di Roberspierre"
Vincenzo Speziali
  15 giugno 2023 19:02

di VINCENZO SPEZIALI

  Se c'è una cosa chiara, evidente e conosciuta, a tutti, perciò all'universo mondo, quella è che io sia senza se e alcun ma, un democristiano doc, autentico, coerente ed orgoglioso, ovviamente di tale mia tradizione.
Quindi, benché le 'logiche impositive' -frutto di una strana forma di legislazione, dovuta al nefasto 'maggioritario'- hanno fatto sì che collimasse, talvolta o per un dato periodo, l'alleanza con l'organizzazione berlusconiana, io, di certo, non lo sono mai stato, pur se ho rispetto dei vivi e dei morti: questa è persino, un'altra delle mie caratteristiche identitarie, che fa di me -probabilmente?- 'un signore di altri tempi'.
Ordunque, veniamo a noi, senza girarci troppo attorno, ma vi sono due questioni da chiarire e da sottoporre alla pubblica valutazione.

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A dire il vero, entrambe potrebbero avere le materializzazione di due soggetti, pur se non so chi rappresenta 'la parte' più grave  epperò  'i due' che incarnano lo stigma da evidenziare, sono Giuseppe Conte e Nino di Matteo.

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Partiamo dal primo, che fu ben di descritto dal proprio padre allorquando -per caso? Per errore? Per un destino cinico e baro?- divenne Presidente del Consiglio -dico, Presidente del Consiglio, come se la tal cosa fosse una bazzecola, oppure un dettaglio da poco o grossolano da dir si voglia- quindi, costui, un tempo chiamato a ricoprire lo stesso ruolo che prima avevano avuto (con decoro, onore e dignità), gente tipo Aldo Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro!), oppure Alcide De Gasperi, Giuseppe Pella, Amintore Fanfani, Mario Scelba, Antonio Segni, Adone Zoli, Mariano Rumor, Emilio Colombo, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Arnaldo Forlani, Giovanni Goria, Ciriaco De Mita e per i laici, Giovanni Spadolini, ma soprattutto Bettino Craxi, senza dimenticare quelli dal 1992 in avanti (i cui anni non li ricorderemo con encomio dovuto a statisti), ma 'alte figure' ve ne furono pure e tra queste si menzionano, solamente, Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Massimo D'Alema e Matteo Renzi, poiché di Ciampi meglio non parlare a fronte di carità di patria, su Lamberto Dini stendiamo un velo pietoso, Enrico Letta è durato poco anziché no, Paolo Gentiloni aveva l'autonomia tipica di una macchina in riserva e i due Mario , cioè Monti e Draghi, erano solamente due banchieri prestati alla politica, ma non al Paese.

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Ci sarebbe da menzionare Giuliano Amato, ma i traditori io li infilzerei ai pali come faceva il conte Vlad, nelle brune della Transilvania, e poi concordo con i miei amici Stefania e Bobo Craxi, quindi si capisce cosa ne penso e che repulsione avverta, nei confronti di simil soggetti (se costui mi volesse querelare, sono di Bovalino, lì residente, perciò faccia pure, poiché mi difendo, ecco e se mi difendo!).

Tornando al Prof. Conte, immaginifica fu la frase di commento descrittivo del suo genitore -e dire quindi che costui, ben conoscerebbe la sua prole- cioè disse in risposta ad una domanda di un giornalista inviato nel passe natale di Volturara Appula, provincia di Foggia: "Mio figlio? È un tipo ambizioso. Lo è sempre stato!"
Ciò la dice lunga, lunghissima, poiché se fosse capitato a mio padre di descrivere me, come minumo avrebbe detto che sono un 'francescano laico' (infatti, spesso 'gioca' con la mia praticità della Curia Vaticana) e il sottoscritto stesso, di mio figlio Geroges (o delle sue sorelle, cioè le mie figlie), avrei decantoro lodi epiche e mitologighe, in ossequio ad un sentimentalismo paterno, dovuto, quanto naturale. Ecco, il padre di Conte, è colui il quale ci ha ben restituito un soggetto che se prima -dal unto di vista (para)politico- ci sembrava un tipo a tinte fosche, dopo ieri, ne abbiamo certezze a iosa.


Mia moglie, non desidera essere citata e assieme a lei il suo Paese   perciò mi rifarò alla mia esperienza geniade, considerando quanto e come uno che ha avuto l'onore di essere Capo dell'Esecutivo Nazionale, si rifiuta di presenziare ad una cerimonia di stato, mio nonno materno o qualcuno dei suoi colleghi coevi -nelle more degli incarichi di governo, quale potrebbe essere Sottosegretario alla Presidenza o agli Interni- lo avrebbero riferito all'Alta Corte, poiché visto il ruolo passato di Conte stesso, non ci si può esimere dall'essere presenti, innanzi ad una funzione che vede partecipe, non tanto e non solo un suo successore e che onora la dipartita (con atto di 'Lutto Nazionale' decretato dal Governo in carica), bensì anche il Presidente della Repubblica, il quale presenzia, con la sua stessa unicità morale, l'unità della nazione e riconosce il dovuto, dal punto di vista storico (qualunque poi sia o gli intimi sentimenti, che ciascuno è libero di provare, ma difronte le istituzioni ci si xomtine con contegno).

Insomma, pastranate grilline, che sfociano in un delirium se non squilibrium, di cui il popolo sovrano ed elettore, dovrà tenerne conto, a tempo debito, modo consono e stile appropriato: praticamente, non li si voti più, poiché quando i 'pentastallati' (pardon, errore di scrittura, volevo intendere 'pentestellati' ma poi, ogniuno la veda come vuole!) dicevo, quando questi si fanno vedere e soprattutto (o peggio ancora sentire), assistiamo a delle castronerie di dubbia fauna politicante, come quando da uno di costoro, sono stato destinatario di dichiarazioni, le quali a loro volta racchiudevano in un misero periodare, molteplici reati, tipo lo strumentalizzare a proprio di loro uso e consumo, la mia religione cattolica. Vogliamo poi parlare di Nino Di Matteo? Disse il grande Toto` "...ma mi faccia il piacere!" e non è che avesse tutti i torti, perciò ben potremo financo noi trasporre il tutto al soggetto contemporaneo, di cui ho declinato in ultimis le generalità e di seguito illustro la sua 'tavanata' pazzesca.

Difatti, in morte e cerimonia funebris del leader di Forza Italia, ha espressamente dichiarato “è fuori luogo e persino irrispettoso dei colleghi che sono stati uccisi dalla mafia nel lungo periodo nel quale Berlusconi ha versato nelle casse di Cosa Nostra centinaia di milioni delle vecchie lire. Lo ha stabilito la sentenza definitiva Dell’Utri...".

Ah sì? È cosi`? Signor Di Matteo lei potrebbe in virtù di un razzismo pregiudizievole e neogiacobino, oppure per strumentalità da culturame manetterista, distorcere la mia origine bovalinese (di cui sono orgoglioso e lo ribadisco a piè sospinto con chiunque e dovunque), epperò essendo ben conscio che 'signori si nasce...e io lo nacqui" (sempre per dirla alla Totò, ovviamente De Curtis e non si pensi ad altri!) se la si apostrofa con il titolo di signore (non perché a differenza di me, lo reputa per se improprio, ma si vede vista la sua triste uscita, quanto il sottoscritto abbia ed ha ragione), quindi facilmente si straccerebbe le vestie, griderebbe a chissà quale insulsa 'deminitutio' e potrebbe in ogni modo adombrarsi, perciò attestiamoci sul dottore e continuiamo a far filare il mio ragionamento, perciò le pongo quesito: le sembra un'argomentazione cogente, attinente alla realtà e in definitiva confacente? 

Per caso non avete lei e qualche altro suo collega in 'loci fiorentini' altre inchieste, le cui risultanze processuali -quando e se si svolgeranno le udienze dibattimentali- potranno essere smentite, persino circa le motivazioni della sentenza Dell'Utri? Che ne sa lei del futuro? Per caso dovremmo pensare ad una qualche indebita pressione preventiva?  Non mi induca a far pensieri malevoli o in tal senso illustrati poc'anzi, in quanto anche in noi comuni cittadini, può sorgere il teorema da cultura del sospetto e in questo caso, sarebbe non solo legittimo, persino giustificato.

La verità è un'altra, ovvero quanto sostengo da tempo immemore, cioè dall'epoca in cui lo disse solo e inascoltato, il compianto Presidente Bettino Craxi (che compiango con dolore ed ossequio, eguale e contrario a quanto provo per Francesco Saverio Borrelli, di cui presto, tornerò a parlare, pure in riferimento a certe sue parentele cognatesche!) e cioè se la classe politica attuale vuole legittimarsi -pure a fronte di un discutibile sistema elettorale cooptativo (caso unico al mondo!) che l'ha poi destinata a occupare gli scranni di Camera e Senato- allora costituisca immediatamente, ora, subito, senza indugio alcuno, l'agognata Commissione Parlamentare sui fatti del 92 e delle plurime violazioni normative di certune procure e di certuni PM.
Sennò o altrimenti i poteri dello Stato e la stessa suddivisione dei medesimi, per di più prevista dalla nostra Costituzione, non potranno essere giammai ristabiliti, quindi garantire un Paese sano, libero, democratico, credibile ed efficiente.

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