di VINCENZO SPEZIALI
L'argomento mi tocca -eccome mi tocca!- poiché tutti sanno, non solo del rapporto affettivo che mi lega a Maria Fida (e persino a Luca, suo figlio e grande amore del grande nonno), bensì per l'assoluta devozione che ho verso il grande Presidente, amico e collega di mio nonno, nonché il più subliminale e magistrale politico italiano, dai tempi di Giulio Cesare (il quale, proprio Cesare, converrebbe con tutta la sua spocchia, di essere buon secondo, rispetto al nostro, che primo rimane, purtuttavia).
Dicevo dell'argomento, quindi, perciò non mi sottraggo, anzi incedo e non indugio, poiché segna un passo di questi tristi e decadenti tempi, dove qualsiasi persona che sia rappresentante di una qualsivoglia politica, culturale ed identitaria -soprattutto di carattere morale!- se dovesse ritrovarsi eletta in Parlamento -posto che gente similie, questi attuali abusivi delle istituzioni, non li vogliono nemmeno in un piccolo consiglio comunale (come convenivamo con Franco Cimino, già Segretario Provinciale della DC catanzarese ed ex Consigliere Comunale nel capoluogo di Regione in Calabria)- dicevo che un qualsiasi soggetto politico ed altro ancora (in senso positivo), si ritrovasse oggi -ovviamente per errore!- Deputato o Senatore, avrebbe la stessa reazione di un satanista nel mentre incede in una chiesa.
È così, purtroppo, senza se e senza ma, con il disilluso disincanto di chi (come me) non accetta un deliquio di tal fatta, "poiché nei momenti di transizione sono le canaglie ad avere la meglio" (sosteneva, a ben donde, Dostoevskij), perciò si spiega in tal modo la decadenza di costumi, decoro e altro ancora, che quando ci sono e sempre dovrebbero esserci, rappresentano la base della sacralità laica, il cui cuore pulsante è in luogo alle aule dove si riuniscono i legislatori.
Tutto ciò è la sintesi della telefonata odierna di Maria Fida Moro a me -e accennata come incipit della riflessione- in quanto nel comunicare al pari di quasi ogni giorno -riflessioni ed altro ancora- mi rappresentava la proposta che le è pervenuta, ovvero candidarsi in plurime circoscrizioni elettorali (per il Senato), con una lista di non politico, nella vita professionale e sociale, quindi di intellettuali, giornalisti e giuristi, pur sempre cultori della nostra Costituzione, la più bella del mondo.
Richiesto di parere, le ho risposto che se lei pensava di farlo avrebbe dovuto continuare su questa strada -la quale comprendo e condividerei- in quanto lega ancora più indissolubilmente il nome e la figura di Aldo Moro, alla sua opera culturalpolitica primigenia, cioè la stesura della 'Carta', compiuta da lui e dai suoi colleghi tutti (non solo democristiani) di cui ricordo -tra gli altri- mio nonno e Giulio Andreotti, Amintore Fanfani e Giorgio La Pira, ma anche Enrico Mattei, Oscar Luigi Scalfaro, Paolo Emilio Taviani, Angelo Iervolino con la moglie Maria De Unterrichter (ovvero i genitori di Rosetta), per continuare con Mario Cingolani e la moglie Angela Maria Guidi (costei la prima donna a diventare viceministro in Italia, nel settimo Governo De Gasperi, poiché la seconda fu, successivamente, Maria De Unterrichter Iervolino), oppure Gennaro Cassiani o Giuseppe Spataro, Guido Gonella , Adone Zoli e Attilio Piccioni.
Si badi bene, parliamo solo dei dc e di non tutti di essi, pur se, senza presunzione, il Gruppo Parlamentare del mio Partito, rappresentava la massima e fulgida espressione di efficente magneficenza, anche se vi erano pure illustri personaggi tra le altre organizzazioni politiche.
Palmiro Togliatti e la moglie -non Nilde Iotti, che comunque era pure lei eletta alla Costituente e divenne sua compagna ufficiale dal 1946- cioè Rita Montagnana e ricordiamo, però donne di esperienze politiche degne di una vita strutturata con l'impegno nelle sezioni e nella formazione partitica e ideale, non di avventiste della settima notte come tal Maria Rosaria Rossi o Licia Ronzulli, (senza riferimenti a cene e dopocene, eleganti o meno, poiché se ne avrebbero a male, minacciando querele temerarie, in luogo di una mia legittima ricostruzione di carattere storico biografico).
Ve ne sarebbero altre di figure, ma Maria Fida -ed io con lei- preferisce ricordare il padre, seppur mossa da un angosciante dubbio, dovuto alla quantistica dell'eventuale risultato elettorale, sempre con il pensiero di una figlia amorevole, la quale da anni si batte per non fare dimenticare il suo ineguagliabile ed inarrivabile genitore, superiore a noi tutti, come dicevo e sempre dico, anzi credendo e per di più ribadendo, quanto pure il sottoscritto, sempre sarà dalla sua parte, ovvero quella del Presidente.
Non importa, perciò, in questo tempo decadente -dove a primeggiare sono discutibili neofiti- quanto sia il raccolto della numerazione pitagorica, poiché il vero valore, sta nell'utilizzare bene qualsiasi proscenio e ricordare Moro, sempre Moro, solo Moro e niente più dopo di lui.
E poi, la tristezza nel constatare come noi siamo diventati paria nella sua stessa dottrina principe (la politica, per l'appunto), ma anche vittime sacrificali di una Oclocrazia minuta e mortificante -del cui significato sono gli stessi usufruttori a misconoscere il termine- senza pensare che, al momento, il domani non fa ben sperare (contrariamente a quanto lo stesso Presidente ci invitava a fare, invitando, il 24 Marzo del 1963, noi democristiani ad essere il popolo del futuro, poiché esso non appartiene ai conservatori e ai tiranni di sinistra).
Verrebbe da dire -al punto in cui siamo- come avesse ragione, una volta e al pari di sempre, Giulio Andreotti, nel rispondermi con una delle sue fulminanti ma calzanti battute, allorquando gli feci: << ma dietro l'angolo, cosa c'è?>>.
Lui di rimando ed imperturbabile - con il suo sguardo ironico, papalino, romanesco ed intelligentissimo- prontamente la butto` così: << un altro angolo!>>.
Ecco, sta noi adesso e pure a Maria Fida -se lo vorrà - smussarli, gli angoli e fare si che questa Italia riprenda un cammino, avendo un cuore antico ed una visione morotea sempre viva. Sempre valida. Sempre bella!
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