di VINCENZO SPEZIALI
Nessun dorma -non in omaggio alla solitudine notturna di Calaf a Pechino, mentre attende la conquista amorosa di Turandot, ovvero la pucciniana principessa di ghiaccio- bensì in riferimento alle tenebre di Catanzaro, che nel suo glorioso passato oltre ad essere città imperiale per volere di Carlo V°, fu anche sede dell'Emirato di Qatansar. Nessun dorma, quindi, pure in virtù delle probabili, benché non auspicabili ,visite -in capo a taluni- nelle ore solitamente antelucane del 'potenzial dì' e finalizzate -le visite medesime seppur non moleste (ma che tale agli occhi degli interessati apparirebbero)- alla notifica di posta particolare, in cui ricorre spesso una frase dal significato sconosciuto ai più, ma al tempo stesso inquietante anziché no: omissis! Nessun dorma, perciò, dove Calaf interpreta il ruolo di un qualsiasi candidato a Sindaco -non certo intento a risolvere gli indovinelli dell'originale personaggio operistico- l'amore che lo consuma sono le inquietudini per liste, alleanze, candidati, ma non programmi -ça va sans dire- e Turandot, invece di rappresentare la bellissima figlia dell'imperatore, ha le fattezze della carica di primo cittadino, anzi e piuttosto della sua poltrona.
Nessun dorma, allora -non a Pechino, bensì da S.Elia a Giovino (gli estremi lembi cittadini)- in cui Pánta rheî, per alcuni improbabili presunti politici è identificato con un locale dei passati anni '90, invece di essere l'essenza del divenire eracliano, ovvero l'antitesi dell'ontologia parmenidiana.
È un triste paradosso, nel quale ancora una volta si scontrano le due filosofie -quella di Eraclito e quella di Parmenide, appunto- dove al divenire che scorre (perciò configurabile con il cambiamento, non il cambiavento) si oppone la staticità immutabile (che si identifica in coloro i quali non permettono un mutare positivo). Questi ultimi, ovvero certuni politicanti - giammai politici- a loro volta sembrano essere aspiranti stregoni - piuttosto che improbabili 'dottor stranamore'- e non si rifanno, cognitivamente, ad entrambe le dottrine di pensiero sopra esposte -anche a fronte, notoriamente, di una pencolante e ancorché precaria scolarità (in qualcuno di essi)- epperò incedono, quasi velleitariamente, a spacciarsi come 'saluatores patriae' (ai futuri ex parlamentari noti di insussistenza istituzionale, nel cui firmamento 'stellare' non figurano bagnoschiuma e shampoo per riccioli d'oro -da non confondersi in tal caso con Shirley Temple, la famosa attrice e bambina prodigio- si traduce la locuzione latina: salvatori della patria).
Nessun dorma, in questa Catanzaro in cui ci si auspica, nottetempo, che un 'Arcangelo Gabriele' -differente dal 'Nunzio lettiano', Francesco Boccia- rechi con sé un 'annuntium gaudium': gli italici democrat abdicano al giacobinismo forcaiolo, quindi sbarrano il passo a comici pregiudicati per omicidio plurimo colposo ed indagati a Milano per traffico di influenze (mamma mia che incoerente moralità e da che pulpito vengono le prediche). È la solita storia di una sinistra sedicente e sinistramente sinistra, che pretende e non concede, che autoassolve se stessa e anatemizza gli altri, ovvero gli avversari dell'avverso campo -questo si campo e credibilmente largo a differenza di quello 'fiorito' e di là a venire, sempre se verrà- ma soprattutto è il sinallagma con l'effimero (nessun riferimento a figure 'masanielliche', coniugate con dame originarie da contrade diverse da quella partenopea).
Insomma, si spaccia, arrogantemente e strumentalmente, Salvini come un estremista e Guido Crosetto come un antieuropeista, obliando le blasfemie del 'lord bibitaro' (sarà un Ministro degli Esteri in carica?), oppure la discutibilita` giuridica di 'malafede' (parliamo dell'ex Guardasigilli?).
Roba da falso d'autore, anche se in questo caso -ovvero quello del mendace creato- solitamente ci si trova a che fare con geniali artisti, mentre qui discettiamo con e di probabili pusillanimi, affascinati più da Maometto che a Nostro Signore Gesù, con in più l'aurea dei buonisti e che invece sono tendenzialmente portati alla balcanizzazione non solo del proprio ambito partitico (o presunto tale e giù di lì), ma probabilmente -nel caso in cui qualcuno non opponesse lecite resistenze- persino del tessuto civile e cittadino. Nessun dorma, ancora, perché 'pur se a qualcun chiar non è', dalla parte inversa al caravanserraglio che parte da Marx e si ritrova con i neo Senzani -certo non cruenti, ma sempre insidiosi, di futuro e società- cioè in zone alternative al fictionario orto grande -chiedo scusa, campo largo, ma avevo in mente broccoli e rape, poiché sono a dieta...mica altro?- e quindi dalle parti di quest'area politico popolare che non si rassegna a docenti fioriti e scatolette (immaginarie) di sardine, finalmente ci si muove...e come ci si muove.
Qualcuno attende nell'Urbe, altri invece colà arrivano, per poi tutti incontrarsi e sintetizzarsi, sempre al meglio e per il meglio, attenti osservanti, ovvero praticanti, della massima di un grande ed immenso santo, Filippo Neri: state buoni se potete! Non vi sarà bisogno del monito riconducibile a Matilde di Canossa ovvero 'righiamo dritti, per evitar problemi alle ossa', poiché Sophia -la divinità della sapienza che immagino come una bionda signora vestita di rosso porpora- illumina, indirizza, consiglia e fa sceglier bene. Sarò un indovino, oppure un premonitore? No, solo uno che ha Fede e crede, crede molto.
Poi se qualcuno pensa altro...lasciamo pure che lo pensi, almeno questa volta, in questo caso, si usa l'ingegno. E, per i tempi in corso, non è roba da poco.
*Coordinatore Regionale Calabria dell'Area di Centro e della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736