di VINCENZO SPEZIALI
Parliamo di politica, materia misconosciuta alla coeva moltitudine, di chi se ne dovrebbe occupare.
Difatti, siamo -purtroppo!- abituati ad una tale e scadente classe dirigente, da trovarci Ministro degli Esteri non il Lord Ciambellano, ovvero Il Barone Andrew Parker di Minsmere, bensì il Bibitaro da Nola, cioè Luigi Di Maio e candidati a Sindaco del capoluogo di regione calabrese, voltagabbanisti con rigetto di tessera partitica, a fronte della mancata indicazione da parte della propria organizzazione, alla quale si è detto addio, ma che con il cuore si appartiene a tutt'oggi.
La cosa si sa e per Di Maio e per il Cacciari di Gagliano, però a ripeterlo non è mai male, in quanto, in riferimento all'autoctono e barbuto pseudocattedratico, non ci troviamo inanzi ad un trasformista -ci mancherebbe, sarebbe paragonarlo a politici veri, come Agostino Depretis, mentre lui è, più banalmente, un voltagabbana afflitto da narcisismo cinico e spregiudicato, tipico del culturame a sfondo berlingueriano- quindi in capo all'improbabile e non riuscito (anche ciò è costui) cabarettista, notorie sono le sue gaffe: partono dagli scrutatori, insistono con le discutibili percentuali dei nuovi candidati, proseguono con la balcanizzazione delle forze politiche (le quali lui crede o fa credere che lo sostengano, mentre non si avvede dell'incipiente allontanamento da lui stesso), riflettono i bluff delle liste indipendenti e di sua pertinenza (anch'esse inesistenti), per poi concludere nel rapportarsi con gli interlocutori sbagliati o defenestrati, che dir si voglia, senza aggiungere Gianni e Pinotto, piuttosto di Stanlio e Ollio (e pure ciò la direbbe lunga e tanto, circa la serietà del candidato pro tempore, ma giammai definito).
Il Cacciari di Gagliano, ormai più che di un Re Sole Nostrano, ha le fattezze elucubrative di un Cetto Laqualunque qualsiasi -seppur a fronte di eloquio differente- ma pur sempre un soggetto, aduso ad arruffati pseudoragionamenti.
La politica è ben altro, ovvero passione, identità, coerenza, appartenza, non certo egoticita` (neologismo nel quale si riconosce ecocentrismo nevrotico) e se per questo -ad libitum- sarebbe (sempre la politica, la quale non è la Carneade di Don Abbondio), una scienza esatta che deve essere portata avanti da chi è padrone della materia, poiché affrontiamo e tuteliamo il bene della gente, praticamente la vita dei cittadini, quindi delle persone.
Capisco, come non sia importante tutto ciò per un comunista (costoro disprezzano antropologicamente il termine e la fisicità della persona e il tutto, notoriamente, sarebbe un concetto cristiano, subliminato da Moro), perciò il Cacciari di Gagliano (o anche il Re Sole nostrano, oppure il Cetto Laqualunque qualsiasi) si vuole imporre alla destra -e qualcuno (sempre meno) gli da spago, mentre io non gli permetterò` un vilipendio simile- poiché il marxista (amorale al pari di tutti i suoi simili) è aduso coerentemente (purtroppo, solo in questo lo è) al camuffamento, pur di raggiungere gli scopi politici prefissati, quindi seguendo la tal massima dettata da Stalin.
Ecco, vorrei proprio chiedere qualcosa di specifico a codesta 'entita`', non metafisica bensì ectoplasmatica, ma non saprei in che maniera o linguaggio rapportarmi e soprattutto non avrei certezze circa la sua visione della vita e delle cose, poiché la politica -esimio non so più come definirla, scelga lei i riferimenti di cui sopra- è fatta di grandi visioni, non di fallaci sensazioni.
"Vinco al primo turno"; "ho sette liste e vado avanti"; "sono di sinistra"-gia` un male di per sé, aggiungo io!- "...e tale rimango": sono tutte parole sue, vere non sempre, ma che costituiscono presunte emozioni a mo' di effetto, ma senza realistico contenuto e dimostrata riprova!
Per non parlare poi dello slogan "Con tutti e senza compromessi" (apodittico annuncio da fare crepar dal ridere) -con il quale assieme alla sua barba canuta- fa bella mostra in ogni angolo della città, ovvero da S.Elia a Giovino, manco fossimo "dal Manzanarre al Reno, dalle Alpi alle piramidi" (cito Manzoni!) e lei volesse ricalcare le gesta di Napoleone: lecito dubbio, a fronte di una personalità istrionicamente camaleontica, quale appare la sua, ai miei occhi di comune (im)mortale democristiano.
Cosa vuole che le dica?
Ci spieghi cosa lei sia, la prego, in quanto non le sto dietro, non solo a contare le sue gaffe, ma ad analizzare la sua sbornia megalomane.
Buona Pasquetta
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