di VINCENZO SPEZIALI
In queste ore, nelle quali la fanno da padrone i venti di guerra ucraini, vi è financo un altro dolore da affrontare, ovvero le difficoltà di Catanzaro. Purtroppo non si intravede la luce in fondo al tunnel e neppure un fioco baluginio, anzi buio, solo buio, nient'altro che esso. Continuano le tenebre sulla città e sono raffigurate dallo stallo in cui tutti quanti, cioè sinistra, destra, civici, agit-prop in salsa grillina -quest'ultimi però alla stregua di un terrorismo politico per di più falsamente positivista, bensì autenticamente negativista- ricacciano la comunità e i suoi cittadini.
La gente, osserva attonita, sconvolta, sconcertata, mentre un debole pensiero nasconde la strumentale parola e tutti e due irridono all'offesa la quale dovrebbe lasciar spazio al perdono.
Già, il perdono di un Capoluogo che rischia di vedersi scippato ruolo e rango -non pennacchio e funzioni- perché tutti -mi ci metto anche io da incolpevole- non avanziamo di un millimetro, pur a fronte dello sforzo onesto e reale di qualcuno tra noi. Non "getto la croce" su una o più persone in particolare -non mi ergo a Catone il censore, pur non consentendo a chicchessia di farlo- però è talmente tale l'impasse da far credere - ai cittadini desiderosi di essere bene amministrati e in modo giusto- che nei discorsi, nelle interlocuzioni e durante le riunioni, ci si trovi innanzi a chi abbia una concezione tolemaica della sua organizzazione politica piuttosto -ma spero di sbagliare- del del suo ego. Continuando in questo modo, temo, concretamente, che ci troveremo con i forconi da parte degli elettori, ragione per cui -almeno in base alla mia quota parte- ho tentato e continuerò a tentare il riequilibrio di un metodo corretto, sempre e comunque in favore della città: ciò lo si fa cominciando da un programma realistico, seppur incisivo e innovativo!
Non mi rassegno affatto ad una resa della politica -intesa come quella autentica, sana, propositiva e lungimirante- ovvero la sola chiave di volta, che possa attraverso un'omogeneità di intenti, tracciare il solco di un nuovo cammino e fare di Catanzaro, veramente, la "Capitale della Calabria".
Abbiamo bisogno e necessità di una visione amplia e moderna, ma al tempo stesso di generoso impegno e di amore incondizionato, alfine di affrontare una sfida chiamata futuro.
Le idee esistono, vi sono, dobbiamo trovare la sintesi e per quella lavoreremo indefessamente, consci come si deve essere che nessuno da solo va da qualsiasi parte, anzi rimane fermo e ferma, immobile e forse pure fallita, risulterebbe la città tutta.
A ciò mi oppongo e mi opporrò, poiché finanche l'omissione, il non reagire, il non provare, diventa colpa e condanna: mai permettere scempio simile! È il tempo che gioca a nostro sfavore, dato che se ne sta perdendo parecchio e molto di più dovremmo fare e quindi recuperare, anche attraverso una pianificazione di interlocuzione diretta con le istituzioni nazionali ed europee, per meglio canalizzare le lecite risorse e spenderle efficacemente. Alla fine non saremo ostaggi di una sconfitta e riusciremo a riprendere in mano il destino di questa cara Catanzaro -città garbata e gentile, storica e aristocratica, generosa ed accogliente- poiché io -assieme al buon senso di ciascuno- credo nel domani. E pure nelle persone.
*Coordinatore Regionale Calabria dell'Area di Centro e della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani
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