Vincenzo Speziali: "Quel galantuomo del mio amico Mimmo Tallini"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Vincenzo Speziali: "Quel galantuomo del mio amico Mimmo Tallini"
Vincenzo Speziali
  14 novembre 2023 18:34

di VINCENZO SPEZIALI

 "Forse alla fine di questa triste storia
Qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa

E cancellarli da questo viaggio", cantava Vasco Rossi, nella sua bellissima canzone, il cui titolo è Sally.
Ora, siccome nel caso di cui parlerò, non si tratta certo del personaggio di una 'canzoncina', bensì di un essere umano, in carne ed ossa, con vigore e dignità, onestà e moralità, la tal questione sia di riflessione ai più.
Soprattutto, lo sia per i moralisti d'accatto, per i 'pendagli da forca' del becero 'manetterismo', senza che ci si permetta di avanzare difese in direzione di quel principio barbaro, quale è -e sempe sarà!- 'la cultura del sospetto', oppure dell' 'inquisizione sommaria'.
Aggiungo financo, come e quanto patirò -eppero`io parlo e continuerò a parlare, poiché se si tace o si è 'deboli o si è spregevoli complici', di un sistema putrido ed incivile!- dicevo, metto nel conto che mia moglie 'sobbalzera`' per il timore di 'avversita` nei miei riguardi' -Amore mio, tu sei libanese ed io sono come sono, quindi "non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo" aver paura (in ossequio e con coerenza alle parole, espresse, in ben altro momento storico, da Pio VII°, cioè all'atto di rifiutare l'annessione dello Stato Pontificio, da parte di Napoleone, nel 1809)- quindi, ora, premesso il tutto, posso iniziare qualche lecita, calzante e dovuta considerazione, la quale si può, ma, principalmente, si deve fare. 
Patti chiari, a qualcuno non piacerà, ma, il libero pensiero, assieme ad un senso civico, ti impone a riflettere, persino circa la sofferta gogna -per di più ingiusta- che anche il 'protagonista' del mio ragionamento, ha dovuto, suo malgrado subire.
L'On. Presidente Domenico Tallini, lo apprezzo da una vita: siamo stati colleghi in Consiglio Comunale a Catanzaro, dal 2001 al 2003 e se per questo, rammento financo quando ci conoscemmo, cioè la notte del 26 Febbraio 1994, nel mentre eravamo sui gradini, dello scalone d'onore, dentro la Corte d'Appello di Catanzaro.
Difatti, 'stazionavamo' lì, ciascuno per la 'sua parte' -chiaramente partitico/schieramentale- in procinto di consegnare la documentazione inerente la partecipazione alle elezioni politiche (poi vinte dal centrodestra, 'a trazione Berlusconi' (in prima versione e al suo debutto) e mi colpì, questo signore, che con garbo appassionato e forbita competenza, poiché fece riflessioni di immenso spessore.
Mimmo caro, lo ricordi quel momento? Talvolta ne parliamo a tutt'oggi, ma è da là, proprio quella notte, che io ho percezione, conoscenza e consapevolezza, della sua moralità, che si staglia dal nulla sino al tutto, cioè dal basso di tanti fino a su, cioè a raggiungere l'alto dei pochi.
E poi,  possiedo certezza di questa sua immensa passione -che condividiamo, pur tuttavia, ordunque, comunque e quantunque- cioè la politica, senza omettere il doveroso atto di testimonianza pubblica e civile, della onestà in capo a lui e alla sua splendida famiglia.
Ebbene, valutazioni tali, qualche 'miserevole miserabile', le capovolse o le volle dimenticare e persino 'distorcerle, il 19 Novembre del 2020, giorno dell'arresto di Tallini, proprio nel mentre era all'apice di una carriera onorata e adamantina, poiché ricopriva il ruolo di Presidente del Consiglio Regionale Calabrese.
Si badi bene, non parlo certo avverso gli inquirenti, difatti nei loro confronti svolgerò una considerazione finale, bensì di chi è abituato a squittire come un topo (per di più di fogna), giammai a ruggire alla stregua di noi leoni (e io lo sono pure in senso zodiacale).
Rammento le dichiarazioni di un tal Nicola Morra, in epoca coeva a capo dell'Antimafia (ovviamente in quota 'Cinquestalle'...pardon refuso della scrittura automatica: Cinquestelle) e sempre Morra -a proposito, sarà oggi consulente di qualche ente o ministero? Lo appurerremo in via pubblica e parlamentare- dicevo sempre Morra, sempre lui e sempre i 'consimili', a dare la croce, anzi, tesi a 'smerciare una realtà da metaverso', ovvero la 'mendacii iudicium damnationem' (chiaramente al netto della mancanza del dibattimento processuale): colpevole, colpevole a prescindere! Che vergogna dovrebbero provare costoro!
Ah sì? Colpevole di che? Di cosa?  Ma di essere Tallini e per di più di essere un politico popolare, amato, stimato, che alla stregua di Carmelo Pujia (altro grande del passato, con rilevanti incarichi) non gli fregava nulla, di essere chiamato Presidente, oppure Onorevole, perché 'importante', per Carmelo era di essere visto e incarnare, un 'amore popolare e trasversale', sincero e da tutti sentito: già come valeva per Carmelo, lo stesso dicasi per per Mimmo Tallini, ancora oggi (e più di ieri e quanto non mai domani!), la sua grande soddisfazione è rispondere all'appellativo 'affettuosamente condiviso' di 'Mimmare`'.
Bene, oggi si ha riconferma -ove mai ve ne fosse stato bisogno- della sua onestà riconosciuta e 'risigillata', soprattutto in barba 'ai dissociati mentali e comportamentalmente disturbati', ovvero i legulei del diritto 'Made in Teheran Komeynista', insomma i cultori di un culturame, fondato sulla gogna preventiva e mediatica.
Il tutto, ovviamente, con tanto di loro bava alla bocca, sempre pronti a schiumare, oppure di cappio per gli avversari, i quali si devono abbattere per via 'paragiudiziaria' (ma poi si vede che la giustizia trionfa!), poiché con le armi del consenso e della politica, i 'minus habens non  riescono a farcela nei confronti degli 'optimus'.
Un'ultima cosa: saranno la storia e le sentenze definitive a dire se quella di Gratteri è stata "vera gloria" e pregherei costui si non pensare di accostarsi a Napoleone, benché voglio credere -seppur non lo devo fare per timore- dicevo voglio credere alla sua buona fede, epperò questa nostra Italia, così non va avanti, nel senso che nessuno, dico nessuno e giammai nessuno, deve sentirsi 'in pericolo costante' di subire ingiusta 'deportazione', per di più nottetempo, con i ceppi ai polsi, tra gli sputi e le urla deliranti, sol perché esercita una lecita, legale e per di più riconosciuta costituzionalmente, 'azione di umanità diffusa', proprio endogena alla politica, la quale si estrinseca con l'amore verso le persone, oppure nel voler rappresentare giuste istanze e diritti acquisiti (o che dovrebbero essere garantiti) dei cittadini: ciò si chiama mandato popolare, quello di cui godiamo -per legge!- i politici e non mi risulta che lo abbiano certuni P.M., senza fare nomi, poiché oggi si gioisce  non si polemizza.
Certo è, però, che mio nonno, ha contribuito a 'fondare' questa nostra Repubblica ed io la difenderò sempre e comunque, in base agli insegnamenti probi di lui stesso, dei suoi colleghi e compagni di Partito, cioè la mia DC, quindi, all'insegna della libertà e non in ossequio al timore di una 'non riconoscibile dittatura dipietresca'.
Fortunamente da oggi, dico solo, avendone certezza, che ci darà -non di nuovo, ma come sempre!- Domenico Tallini.
Bentornato Mimmare`!

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner