di VINCENZO SPEZIALI*
Cala la notte, la quale non solo porta consiglio, bensì innesca, avvia e fomenta, intrighi e manovre, di cui non si intravede né si comprende "el trágico final".
È "la notte" di Catanzaro, appunto, una notte buia e cupa, agitata non da arsenico, pugnali e vecchi merletti, bensì da veti, rancori e trasversalismi, posticci piuttosto che momentanei -soprattutto questi ultimi- frutto di riposizionamenti dovuti all'istinto della contromossa del momento.
Invece che a trattative o interpartitiche, assistiamo ad azioni da teatro bellico -simili e paragonabili, seppur in chiave di amara satira- alla guerra in Ukraina, con tanto di genio militare in procinto di costruire le relative "servitù" del caso, a fronte della protezione in favore della popolazione civile inerme, per evitare non lo scontro casa per casa, bensì incontro dopo incontro.
È come se le fortificazioni si insediassero all'imbocco del Sansinato, procedessero sulla Fiumarella, continuassero fino ai lati di Siano e scendessero sulla costa per fermarsi a nord in vista di Simeri Carichi e Sellia, a sud tra S.Floro e la pineta della Roccelletta: verrebbe da chiedere l'intervento delle forze di interposizione targate Nato, alfine di proteggere l'interno del perimetro cittadino.
Che sconcio spettacolo, che mancanza di rispetto, verso gli elettori!
Se Sparta (il centrosinistra) piange, Atene (il centrodestra) non ride, anzi qui non gioisce né si diverte chicchessia, poiché la divisione -per non definirla confusione- regna sovrana. Inesorabilmente.
Dalle parti del PD si sono frantumati in tre -e niente fa pensare che non si possa arrivare, persino, a quattro!- con candidati, certamente prestigiosi, moralmente elevati, culturalmente strutturati, ma gli uni contro gli altri armati.
Invece il vantaggio numerico e politico di Forza Italia (con alleati o affini) si consuma a piè sospinto: ad ogni riunione, ognuno propone qualcuno -salvo poi "bruciare" l'indicato e l'indicazione, pure a fronte di nota stampa del diretto interessato, il quale si tira indietro per sua manifesta improcedibilità o indisponibilità, sopraggiunte- però in "surrogatio" subordinata chiunque, contemporaneamente, è contro qualche altro.
Roba da matti, cioè capace di indurre in una clinica psichiatrica -nell'osservare ciò- persino Sigmund Freud, però nel caso di specie come paziente, giammai nelle vesti di terapeuta!
Gabriele Rubino, nel suo articolo -che riporta le cronache dal campo di battaglia, al pari di un inviato presso la regione bellicamente contesa del Donec, ovvero il Dombas- riepiloga le forze in campo e i veti -soprattutto i veti, tralasciando qualsiasi ulteriore commento- anche in presenza di un pronunciamento giurisprudenziale di cui è in attesa l'Avv. Talerico.
Mi chiedo, la politica, quella vera e che ho sempre difeso, praticato, propugnato, può essere legata anche a ciò?
Comprendo le emozioni umane di tutti, quindi potenziali nonché probabili -giustificate?- e leciti rancori, ma ciò rischia di essere velleitarismo, non politica, la quale tra l'altro non è emozione, bensì visione!
Come andrà a finire? Avrei un'idea, ma la esporrò` a tempo debito e modo consono, poiché come diceva il caro Achille Tomaino "ogni passaggio deve essere consumato".
Tra l'altro, nel caso in cui ci troviamo, sarebbe anche d'uopo attenersi alla massima di Eduardo de Filippo, ovvero: "cca` nisciuno è fessa!"
*Coordinatore Regionale Calabria dell'Area di Centro e della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736