di VINCENZO SPEZIALI
Qualcuno dirà che io sono un illuso, fuori dal tempo, scambiando la coerenza -la mia coerenza identitaria!- per un vizio, anzi una patologia, in luogo a ciò che è veramente, ovvero virtù e sanità mentale.
Cosa volete? Sono, siffatte pesudoleggende -parametropolitane- a far scivolare nell'oblio la politica, ma soprattutto la partecipazione popolare -persino intesa come concetto sturziano- a fronte di una scarsa affluenza alle consultazioni elettorali.
Intendiamoci, non a tutte le elezioni, solo a quelle in cui non si esprime (o non ti fanno esprimere) il voto di preferenza, il quale -con annessa la scelta dei candidati- non rappresenta lo sterco del diavolo, bensì il nucleo portante di una democrazia, veramente compiuta e matura, credibile e funzionante, efficente e dignitosa.
Viene fatta passare -con la grancassa di molti commentatori (spesso prezzolati e a cottimo ricompensati)- la (volgarissima e falsissima) vulgata, di come quando ci si trova innanzi ad una pletora di candidati, per di più a fronte di plurime liste in campo e con la vigenza di un proporzionale pluripreferenziale, si spalancano le porte all'illecito (per alcuni psicotici autoreferenziali, sempre in agguato dietro l'angolo), perciò al malaffare del voto di scambio e visto che ci siamo, persino alla mafia o alle organizzazioni criminali in genere.
Ci manca il furto di mele con scasso e altre amenità, per essere confinati a Ventotene, oppure a Bade e Carros (noto supercarcere e già base Capo Marrangiu, di Gladio).
Già, adesso, l'esercizio del migliore, del più corretto, del maggiormente giusto, sistema elettorale diventa l'origine di qualsiasi male in terra, non già -per come ralealmente è e dovrebbe essere- la subliminazione dello Stato di Diritto. In mancanza del sistema a cui io tenderei -e con me tutti coloro i quali sono realmente democratici (al netto del buon senso e dell'onestà intellettuale e legale)- qualcuno deve spiegarmi e dimostrarmi il contrario di quanto sostengo.
Allora, se mercimonio si intravede nelle campagne elettorali con preferenze personali nelle varie liste, per quale motivo, identico sospetto, non lo si palesa allorquando in stanze fumose, scure, appartate, per di più lontan dagli occhi di tutti e ciascuno, si intruppa uno a scapito di un altro?
E chi decide? E il prescelto, siamo certi che valga, oppure il valore è una donazione sostanziosa -e sostanziale- magari alle casse di un'organizzazione (definiamola, improprimamente, politica, visti i tempi che viviamo), quando, essa ,non arriva direttamente, nelle tasche o nei forzieri, di chi lo ha premiato, in forza della propria leadership, anch'essa autoreferenziale o paccottigliosa? E questi danari, chi li mette? Il prescelto (successivamente nominato, giammai eletto, parlamentare) o qualcuno (o qualcosa?) a costui (epperò, può essere persino una costei!) afferente?
Bene: ciò non è -qualora accadesse - pure un ipotesi di reato, piuttosto seria anziché no, al pari della cervellotica accusa -nemmeno codificata- del concorso esterno?
Niente, se lo dici, rischi di beccarti financo una querela -ovviamente temeraria!- ma la 'quaestio' rimane, ovvero la palese e palesata improduttività, in forza del malcostume cooptativo, poi provoca di conseguenza, nemmeno la selezione di una credibile classe dirigente, neanche negli attuali Partiti, i quali -in alcuni casi!- sono luoghi di appartenenza a vincoli di fedeltà cieca, assoluta (direi quasi settistica), dove a sopravanzare vi sono nullità da politicume e non dirigenti politici, strutturati e dal territorio, tramite i veri ed autentici congressi, legittimati.
Per forza, alla fin fine, ci si trova nella nebulosa, quando bisogna affrontare temi seri, quali l'autonomia differenziata, la difesa dei leciti diritti di ogni cittadino, il dramma sanitario, le prospettive municipali, le sessioni di bilancio (a livello comunale, regionale e nazionale), in quanto non è più presente una cassa di compensazione (e formazione) quali erano le organizzazioni organizzative ed ideologiche (sempre i Partiti, insomma), a cui eravamo abituati -in Grazia di Dio e per volontà della Nazione- fino al fatidico e famigerato 1992, cioè l'anno della falsa rivoluzione neogiacobina e manettara.
E poi, con quale criterio selettivo, gli stessi magistrati così solerti a giudicare i presunti 'vizi' di noi politici, scelgono i loro rappresentanti al CSM, a fronte di voto e di liste (espressioni delle correnti interne alla loro associazione, le cui stesse formazioni correntizie, rappresentano, in scala ridotta e macchiettisctica, caricatura dei Partiti tradizionali in politica)?
Com'è possibile che se va bene per loro, non deve o non può andare bene pure per gli altri?
E quando i magistrati fanno campagna elettorale - cercando le preferenze per poi essere eletti al Consiglio Superiore della Magistratura- non è una competizione (seppur con le dovute minime proporzioni) come quella che si faceva durante la prima repubblica, per le elezioni di Camera e Senato? Quindi, loro sono buoni, casti e puri a prescindere, mentre noi tutti -proprio tutti- non solo i politici, siamo, altrettanto a prescindere, brutti, sporchi e cattivi.
Nossignore, così non va, anche perché, per quanto mi riguarda e con il supporto sia della doccia sia dello specchio, il sottoscritto è più pulito e più bello di molti Torquemada da strapazzo (siano essi fantozziani tennisti di Napoli, come apparenti allucinati di Monasterace, ad esempio). Per la bontà, poi non ne parliamo!
La realtà dei fatti è ben altra, cioè la constatazione di una sclerotizzata cristallizazione, di un brutto andazzo, dove si vuole sostituire cioè che resta di una rappresentazione di buona politica, in luogo all'ineffabile impostura.
'A questo gioco al massacro, io non ci sto. Ho il diritto di non starci", disse nell'ora -tra le più buie- di una notte della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro (siamo al Novembre '93) e noi democratici cristiani, con stesso piglio, pudore e determinazione, non ci stiamo adesso, come non mai.
Si, ora più di sempre, abbiamo deciso di riprovarci e di ritrovarci, aprendo le nostre porte, anzi spalancandole del tutto, per dare rappresentanza e cittadinanza all'interesse supremo, ovvero quello del popolo e delle persone.
Già, popolo e persona, ovvero i concetti cardine di Sturzo e Moro, non di altri, men che meno quelli attualmente (discutibilmente e miserevolmente) contemporanei. Dal 17 Dicembre, si avvia questo percorso, atteaverso le varie iniziative, cominciando da quella dell'nCDU di Mario Tassone (vai Mario, ripartiamo assieme pure con te e lo dico con gioia!), e poi a seguito delle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia -con liste comuni denominate Democrazia Cristiana sotto lo Scudocrociato- si avvierà la fase costituente, e ciascuno sarà e dovrà essere presente.
Che bello, ritrovarsi assieme, da Cesa a Samori`, da Bonsignore a Baruffi, da Tassone a Gargani, da me a Sanza, da Formigoni a Cuffaro, da Giovanardi a Rotondi, dalla Zanderrari alla Fuscagni e poi con gli altri che verranno, in questa orchestra, la quale suonerà la melodia del nostro essere. Già, forse, potremo dire: "Siamo a casa. Finalmente! Anzi, sarebbe pure più calzante e veritiero: Te Deum Laudamus: torna la DC.
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