di VINCENZO SPEZIALI*
Allorquando penso a Dario Antoniozzi, ricordo sempre un grande signore, un fine politico, un convinto europeista, un impareggiabile studioso, un ineguagliabile democristiano, apprezzato in Italia e in Europa.
La mia vita, si è spesso 'intrecciata' con Dario: una delle prove, la possiede -fotograficamente- l'amico Santino Garofalo, laddove veniamo ritratti con lui e con un altro caro amico, ovvero Umberto Capuzzo (già Senatore Democristiano e collega di mio nonno, nonché ex Comandante Generale dei Carabinieri), assieme proprio a Dario Antoniozzi.
Correvano gli anni 95/96 del secolo scorso e il sottoscritto era già Segretario Nazionale del 'mio' Giovanile.
Ho ben scolpito nel cuore e nella mente, il Congresso del PPE a Madrid, all'inizio di Novembre 1995: fu scelta quella sede, poiché di lì a cinque mesi, José Maria Aznar, leader dei Popolari Iberici, avrebbe vinto le elezioni, sui Socialisti di Felipe Gonzales, al potere dal 1982: un'era, una lunga stagione, durante la quale la Spagna riuscì a divenire democrazia vera e consolidata!
In verità, quell'assise congressuale (cioè la nostra), ebbe due risvolti imprevisti: il primo 'pubblico', il secondo 'riservato'.
A presiedere i lavori, era il caro Wilfred Martens -già Premier Belga, grande amico di Dario- e con lui, presiedeva anche Emilio Colombo (che al tempo coevo guidava l'internazionale Democristiana, mentre oggi lo è da Amine Gemayel)- e Wilfred, dovette annunciare l'assassino di Yitzhak Rabin (Primo Ministro Israeliano), lasciando sgomenti ognuno di noi.
Rabin fu immediatamente sostituito dal suo Ministro degli Esteri, cioè l'ex Premier e futuro Presidente di Israele Shimon Peres, che era stato già a capo della Diplomazia di Tel Aviv, durante gli anni 80, in un Governo di 'grande coalizione' guidato dal leader dei conservatori Yitzhak Shamir.
In quel periodo, a guidare la Farnesina sono stati prima Emilio Colombo e poi Giulio Andreotti, perciò a Dario -che di Emilio Colombo fu il suo più fidato 'vice' e tra le cariche che Antoniozzi ricopri', vi fu, a parte Deputato per sette legislature, Europarlamentare per due e con funzioni apicali nel Gruppo del PPE di cui fu tra i fondatori all'atto costitutivo ufficiale, ma anche più volte Sottosegretario, tra cui alla Presidenza, con funzioni di Segretario del Consiglio dei Ministri, due volte Ministro (Beni Culturaline poi Turismo e Spettacolo), nonché Vicesegretario Nazionale della DC- ricordavo come fu proprio lui, cioè Dario, a suggerire ad Emilio e Wilfred, di contattare Peres, non solo per formulare le condoglianze ufficiali, bensì per 'impiantare' un'azione politica di opportunità, visto il cogente dramma (e da lì, infatti, tutto si 'intrico`' ed oggi ne paghiamo, ancora le conseguenze).
Di converso, sempre in siffatta occasione, ho accennato poc'anzi l'aspetto riservato, il quale di seguito riporto: poiché, nonostante le diverse appartenenze 'culturalpolitiche', Helmut Khol -in quel tempo lontano, vero e unico 'capo' della democristianità popolare in Europa e nel Mondo, poiché noi italiani eravamo già stati travolti, ingiustamente, dal 'Golpe di Tangentopoli- dicevo Khol essendo lui amico sincero di Felipe Gonzales, non si presentò al Congresso madrileno, ben sapendo che l'occasione sarebbe stata l'ultima volata a favore del 'competitor vincentis' di Gonzales, cioè, proprio Aznar.
Poiché i Popolari Spagnoli, l'avevano ben capito, cercammo di correre ai ripari -alfine di 'coprire' Khol (il quale aveva fatto ben presente ad Emilio Colombo e Wilfred Martens, la tal questione), così, sempre Dario suggerì come fare, estraendo il 'coniglio dal cilindro': "Facciamo in modo" -disse proprio così- "di creare un'occasione di incontro con i vertici del Partido Poupular e gli daremo la possibilità di illustrare il loro programma governativo ai vertici dell'Internazionale Democristiana e del PPE, tanto pubblicizzeranno a mezzo stampa e la valorizzeranno quale legitimazione da parte nostra"
Geniale, fu una mossa perfetta, un vero e proprio 'colpo da maestro'!
Difatti, avvenne ciò ed io che ero in delegazione -ma l'ho già raccontato in un'altra occasione- nel mentre Mariano Rajoi (in quel frangente Responsabile Organizzativo del Partito 'Aznariano' è dopo di lui Capo del Governo a guida Popolare in Spagna) si dilungava in minuziose descrizioni programmatiche, me ne uscii con una delle mie solite battute, che provocarono le risate gustose di Emilio Colombo, Wilfred Martens e dello stesso Dario Antoniozzi.
E già, perché quando Rajoi proferì in chiosa l'assunto "Gubernar no es asfaltar", di rimando gli feci tutto di un fiato: "...ma è la cuenta del votar"!
Poco ci mancò che tutti cadessero dalle sedie per la battuta, onestamente apprezzata, anzi lesti e soddisfatti, proprio Emilio e Dario mi fecero: "sei stato bravo. E dire che da tuo nonno non hai preso affatto la faccia di tolla", disse il primo, mentre il secondo, soggiunse: "hai smussato, non è chiaro se inconsciamente o meno, una situazione difficile".
Era così Dario, cioè attento ai dettagli, pur partendo da un'umanità sincera, giammai affettata o non sentita; era così perché provava attenzione verso gli atri, senza curarsi dei miserevolmente miserrimi 'calcoli', in quanto non si 'preoccupava' dei (in verità pochi!) detrattori, bensì si 'occupava' della gente, che lui, giustamente, avvertiva essere e trattava (di conseguenza) come persone.
Mi diede sempre affetto, consigli preziosi, gesti indimenticabili, spronandomi a continuare il mio impegno politico, con un garbo autentico, pieno di vera tenerezza.
"Di tuo nonno sono stato il pupillo", ripeteva ogniqualvolta 'sfiorava' la sfera del consiglio, poiché Dario era troppo 'elegante' (ed ancor più intelligente, enormemente rispettoso) per prorompere in un 'impositovo diktat'.
Era così il nostro rapporto e ci teneva a coltivarlo con i giovani, poiché vedeva nella nostra generazione una ricchezza, a favore della nobile continuità.
Angelino Alfano ed io, durante il Congresso del PPE a Bucarest, nel 2012, tenutosi proprio nel ciclopico palazzo di Ceasescu, fummo 'rapiti', nel mezzo di una pausa dei lavori, dalla ineguagliabile e maestra esperienza di Dario, nel mentre ci illustrava il suo giusto avviso, circa gli emendamenti da presentare.
Una volta terminato il breafing, Angelino (all'epoca Segretario del PdL) e comunque un mio amico carissimo sin dai tempi del Giovanile che guidavo e di cui lui era Responsabile in Sicilia, mi dice: "Vince` ma Antoniozzi sr, quanti anni ha? 80? 82?".
" 'Ngeli`" -gli rispondo io, appellandolo con il consueto nomignolo di tutta la nostra vita- "un po` di più: anni 89!".
Lui mi guarda strabuzzando gli occhi dalla compiaciuta meraviglia e mi conferma: "Noi democristiani siamo veramente unici, completi immarcescibili, ma soprattutto immortali".
Quanti insegnamenti e gratitudine devo a Dario, che mi ha allevato, a sua volta pure lui, assieme ad Arnaldo Forlani, a Francesco Cossiga, a Paolo Emilio Taviani, a Giulio Andreotti, a Flaminio Piccoli, a Antonio Gava, ad Enzo Scotti, a Roberto Formigoni, a Lillo Mannino, a Riccardo Misasi, a Gianni Prandini, a Paolo Pomicino, a Clemente Mastella, senza obliare, non solo Pier Ferdinando Casini o lo stesso Alfredo Antoniozzi (cioè il figlio di Dario, il quale ormai è colui che lo ha sostituito e bene, in politica ed in famiglia), ma senza dimenticare, soprattutto Lorenzo Cesa (ovvero chi è divenuto il mio ultimo 'padre', dopo la morte di Arnaldo).
Già quanti insegnamenti, quanta bella storia, quanti esempi di opportuna forma di modus comportamentale, mi sono stati trasfusi da tutti e ciascuno, come Dario in primis, rispetto ad un tempo triste e decadente, nel quale viviamo -anzi, sarebbe più corretto dire, sopravviviamo con indolenza- in cui trova cittadinanza e possibilità di critica (ovviamente da nessuno condivisa, né tantomeno presa in considerazione), un reietto della società -con sue apparenti frequentazioni ed appartenenza a sette di ignobile impudicizia e modalità (quindi immoralità)- e tal costui quisquiglia e sibila qualunquistici luoghi comuni, pur di raccattare qualche 'voticino' e restare Consigliere Comunale, magari a Reggio Calabria.
Su tal soggetto ritornerò presto (eccome se ritorno!), poiché non accetto che ci si 'serva' della politica, in quanto al pari di quel che mi hanno insegnato i succitati, la politica si serve ed è servizio, giammai viceversa.
E comunque, ciò premesso è ribadito, trovo sinceramente sentito ringraziare di cuore Franz Caruso, attuale Sindaco di Cosenza, cioè la città di Dario -poiché "era cosentino fino all'osso", come giustamente ricordò nella sua orazione funebre, proprio il figlio Alfredo, ai funerali del padre, il 27 Dicembre 2019- e quindi intestare toponomasticamente un luogo della 'Municipalità Bruzia', ha subliminato, ancor di più un legame indissolubile tra lui stesso e i cittadini, ma al contempo, ha fatto sì che nei nostri cuori di amici e di 'allievi' (quale sono e rimango io!), vi fosse uno sprazzo di luce struggente: essa si chiama emozione!
*Responsabile Regionale Calabria e componente della Direzione Nazionale dell'UdC; membro del Bureau Politique del PPE e dell'Internazionale Democristiana.
In foto, da sinistra, un giovanissimo Vincenzo Speziali, con il Sen. Umberto Capuzzo (già Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri e Presidente della Commissione Difesa del Senato), il Dott. Santino Garofalo (ex DG dell'ASP di Vibo Valentia, che concede gentilmente la fotografia) e ultimo a destra l'On. Dario Antoniozzi (già Deputato, Eurodeputato, ex Sottosegretario di Stato, più volte Ministro, Vicesegretario Nazionale della DC e Capogruppo del PPE)
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