Vincenzo Speziali (Udc): “Il segreto e i retroscena delle dimissioni del presidente Cossiga”

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images Vincenzo Speziali (Udc): “Il segreto e i retroscena delle dimissioni del presidente Cossiga”
Vincenzo Speziali
  24 febbraio 2024 08:19

di VINCENZO SPEZIALI

Perché rammento cio`, ovvero le dimissioni di Francesco Cossiga da Capo dello Stato?
Risulta semplice e banale la risposta: mi è apparsa sul touchscreen del telefono e l'ho rivista. Per di più con commozione!
Agazio Loiero, più di molti, può testimoniare, il rapporto che avevamo 'lui' ed io.
Battute, notti insonni (allorquando per 'placare' le sue intemerate notturne, durante la formazione del Governo D'Alema, lo stesso Massimo, con Clemente Mastella e Angelo Sanza, mi 'trasferirono' a casa sua, rimanendo cola`, per 11 giorni e 10 notti, parlando e chiaccerando, da soli ma, soprattutto sfottendo ognuno, poiché difatti non si dormiva) e, principalmente, si cementava sempre di più, un'affinita` complice.
Per quasi tutti era il Presidente Cossiga, per me Francesco, ma ci capivamo e ci intendevano con un mezzo sguardo.
Arnaldo Forlani -notoriamente e più di tutti, mio 'padre adottivo', come dopo di lui lo furono Gianni Prandini, Angelo Donato e Nana` Veraldi e Lorenzo Cesa- dicevo Forlani, non si capacitiva (ma senza provare 'gelosia' alcuna, poichésapeva della mia fedeltà e del mio affetto, verso la sua persona), di un siffatto rapporto. 
Mi ripeteva: "ah...vai da lui...quindi o ti diverti, oppure coltivera` la sua e la tua passione" (sarebbe, notoriamente, l'intelligence).
Quante ne ho sentite e me ne ha spiegate Cossiga!
Ricordo come in una fase particolare della vita politica italiana, la sua vis polemica (ed irriverente), la quale mi ha trasmesso in modo perfettamente autentico -piu di una aveva tutte le ragioni- lo portò a soprannominare Paolo Cirino Pomicino (nostro compagno ed amico di Partito, nonché Ministro del Bilancio) "analfabeta da ritorno" (e questa è una delle poche occasioni, in cui aveva torto!); oppure, quando epiteto` Achille Occhetto " zombie con i baffi", mentre a Walter Veltroni destino` un magistrale "gatto Felix".
Ciò detto, rammento il pomeriggio del 25 Aprile 1992, allorquando si dimise da Presidente della Repubblica.
Ricordo pure dove ero e con chi ero.
Mi trovavo a Catanzaro, in casa del mio amico Luigi Colisimo: dal giardino -dove eravamo intenti a giocare e chiaccherare- udimmo la sigla dell'edizione speciale del TG e ci precipitando in casa per vederla.
Allorquando apparve 'lui', capii immediatamente cosa stava per succedere: lo conoscevo e l'espressione del suo volto non era un mistero per il sottoscritto, perciò attesi 'il passaggio' con annessa fatidica frase, cioè "mi dimetto".
Difatti, era un modo, un suo tutto e speciale modo, di fare politica, financo da Capo dello Stato, per di più 'inguarbilmente' democristiano, al punto tale che fu l'unico a capire (...e sapere!), quanto stava per succedere, cioè il 'Golpe di Tangentopoli': si sgolo` pur di mettereci a noi DC in guardia e suggerire la strada da intraprendere, cioè 'smontare' il nostro essere 'Partito di Apparato-Stato' e farci trasformare, meglio metaformizzare in un'organizzazione 'culturalidentitaria' -mantenendo l'interclassismo- al pari dei nostri fratelli democristiani tedeschi della CDU, venati e forgiati da un autentico anticomunismo.
D'altronde, l'anticomunismo è un valore fondativo della Germania post seconda guerra mondiale, prima con la Repubblica Federale Tedesca (quella dell' Ovest, per intenderci), in seguito con l'attuale, nata nel 1990, in virtù della unificazione con quella Democratica dell'Est, non più filosovietica.
Si, i tedeschi, sono anticomunisti e rivendicano tale impostazione -avendo 'conosciuto' bene questo mostro che altro non è  il marxismo- e lo sono talmente tanto, che considerano ciò un valore fondativo del loro Paese, al punto da essere tali, ovvero anticomunisti, soprattutto più dei democristiani germanici, proprio i socialdemocratici.
Willy Brandt in primis (che diede ordine di ammazzare, in carcere, mediante  'apparente suicidio', i terroristi sinistrorsi della RAF) e poi Helmut Schmidt -entrambi leaders dei Socialisti Democratici (sarebbe la SPD), nonché Cancellieri Federali- ne furono emblema politicamente materializzato.
Ecco, Cossiga -per tornare al 'nostro'- tentò di tracciare questa strada, soprattutto in quanto aveva ben chiaro che i democristiani italiani, nei circoli atlantici (perciò pure la Germania), eravamo considerati, dai nostri alleati NATO, nella migliore delle ipotesi, un male minore, se non mal tollerati.
Eravamo troppo intelligenti, troppo preparati, troppo acculturati, troppo italiani (cioè 'macchiavellici', seppur a fin di bene e in modo positivo).
Caduto il muro di Berlino, quindi vinta la guerra fredda, non vi sarebbe stata piu` necessità di noi e del nostro ruolo, l'essere, insomma 'sentinella atlantica', pur prendendoci le 'nostre libertà' e difendendo le nostre prerogative e l'insita autonomia (di cui, spesso, persino gli americani si giovavano allo loro bisogna).
Francesco ebbe tutto chiaro, percio` cominciò a picconare, ad esternare, a gridare senza essre udito, da nessuno, pur se non comprendo ancora il perché.
Nel discorso di commiato alla più alta magistratura italiana, ebbe un attimo di commozione, tant'è che dovette bere un sorso d'acqua: "ai giovani, dico di amare la Patria...".
Era turbatamente emozionato, in quanto credeva in ciò che diceva!
Per di più, con quella 'pitotecnica mossa ad effetto' (le dimissioni), tentò il tutto per tutto, proprio per conseguire il risultato che si era prefissato. Quale? Presto detto!
Sapendo che -a seguito delle elezioni politiche di venti giorni prima- non sarebbe riuscito, visto il nuovo quadro consegnato dalle urne, a mantenere fede all'impegno preso di conferire l'incarico per formare il Govermo a Bettino Craxi, pur di non venire meno alla parola data, si tirò fuori dalla mischia, sebbene coltivando la legittima aspirazione di vedersi riconfermato Presidente della Repubblica e poi di poter onorare il patto con il leader Socialista.
Si, Francesco aveva la giusta ambizione della riconferma, pur se noi democristiani, cioè il suo stesso Partito, lo aveva scelleratamente, miopemente, molto frettolosamente, isolato e ghettizzato.
Cossiga avrebbe accettato, solamente un'altra soluzione, che non fosse lui, in pratica l'elezione di Arnaldo Forlani, verso il quale convergeva naturalmente e facilmente, lo stesso Craxi e a cui lo stesso Francesco Cossiga, era legato da stima e amicizia.
Certamente, non prendeva nel novero delle possibilità quella di Andreotti, pure perché era lo stesso Francesco, certo più di tutti, dell'avversione 'Atlantico-Americana'  nei confronti del 'Divo Giulio': difatti, fu Andreotti, di soppiatto, senza avvertire nessuno in Italia e all'estero, a rivelare un anno e mezzo prima (per di più alla vigilia della Guerra del Golfo di Gennaio 1991), l'esistenza della rete paramilitare segreta della Nato, ben presto (ed in parte impropriamente) denominata Gladio, gettando lo scompiglio in tutti i Paesi dell'Alleanza Atlantica, in Occidente. 
Ciò venne considerata la 'classica goccia, la quale fa traboccare il vaso', perciò si decise di mettere fine, alla DC, cioè la più grande esperienza politica del 'novecentesco secolo breve', come per l'appunto e giustamente,  
lo definini` -coniandone locuzione concettuale- lo scrittore e storico britannico Eric Hobsbawm.
Ordunque, poiché la vanità esiste -ed ammetto di essere vanitoso, pur se posso dire che almeno esiste un supporto su cui poggio ciò-  ribadisco come io gia` c'ero ed in forza di quanto raccontato e vissuto, persino al netto dei risvolti riservati e non ancora del tutto disvelati, continuo la mia laica missione politica, principalmente restando coerente con la personale formazione democristiana e di cattolico praticante.

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