Vincenzo Speziali (UdC): "L'Italia (così come l'Europa) Popolare e Democristiana"

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images Vincenzo Speziali (UdC): "L'Italia (così come l'Europa) Popolare e Democristiana"
Vincenzo Speziali
  22 gennaio 2024 10:10

di VINCENZO SPEZIALI

 W l'Italia. Si, W l'Italia, unica, indipendente e degli italiani, che però hanno pure pure 'costruito' l'Europa Unita.

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Alcide De Gasperi è stato, non solo il primo leader della DC (fondata però da Papa Montini, cioè San Paolo VI°), ma il 'grande trentino' fu anche tra i sottoscrittori della CECA, primo 'nucleo' dell'attuale UE, la quale ebbe primigenia 'trazione ideologica e politica', a marca Democristiana. Tutto ciò lo si fece, assieme a Jean Monnet, Robert Schumann, Konrad Adenauer e sotto influsso culturale di Jacques Maritain, perciò parliamo, non proprio e con tutto il rispetto di vari - saranno pure pregevoli '! ?'-   'responsabili' delle concessionarie pubblicitarie.

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De Gasperi, proprio a noi popolari e democristiani 'italici', ha, quindi, indicato la rotta sicura -concordandola con Montini (poiché spesso era lui a coidearla e a farsi persino carico di attuarla, come ad esempio l'ingresso del nostro Paese, per di più uscito sconfitto dal secondo conflitto, tra i membri dell'ONU, nel 1953)- epperò sempre il buon 'Alcide', incarno` la scelta atlantica ed occidentale, con un europeismo solidale, fondato sulla visione di umanesimo mariteniano, per l'appunto.

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Intendiamoci, non parliamo di confessionalismo in politica -che applica concetti da 'Chiesa secolare'- bensì il rispetto e la 'gestione' della laicità dello Stato e delle sue Istituzioni, partendo, certamente,  dal nostro credo cristiano, che come ebbe a definirlo il nostro più Leader, Aldo Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro), durante un suo discorso in vista delle elezioni del 1963, precisamente al Supercinema di Roma (24 Marzo) "il cambiamento, per quanto noi, giustamente radicati nelle buone tradizioni, non appartiene ai tiranni o ai conservatori, bensì alla rivoluzione positiva del Cristianesimo".

Tornando a De Gasperi -la cui massima ho fatto mia: "molti in politica fanno un passaggio, alcuni la giudicano uno strumento per realizzare i propri obbiettivi, mentre per me, sin da giovane ho capito che sarebbe stata la mia professione" (intensa quale impegno!)- dicevo, proprio De Gasperi, ha consegnato un'attitudine a cui tutti dovremmo sottostare, cioè il disinteresse 'pennacchistico, piuttosto che remunerato', allorquando di serve il proprio Paese e si rappresentano le sue Istituzioni.

Non, certamente la politica ai ricchi, bensì 'cum grano salis', la giusta ricompensa, di cui vivere con dignità e senza nessuna 'indebita appropriazione aggiuntiva'. D'altronde, persino Don Luigi Sturzo -il più 'laico', tra i Popolari prima e i Democristiani dopo, nonché fondatore del PPI (genitore politico della DC) e, principalmente, ideologo ed assertore del concetto di Municipalismo- si, proprio Sturzo, nel Novembre del 1946, ebbe bene a definire le 'male bestie' contro cui dovevamo attrezzarci e combattere, ovvero: "lo Statalismo, la Partitocrazia e lo Spreco di Denaro Pubblico".

Quanto accaduto dopo, difatti è una degenerazione, sia in chiave di socialismo 'irreale' o del liberalismo 'ripiegato' (poiché i laici non socialisti, volevano assicurarsi 'rendite di posizione e spazi di manovra', più o meno leciti, nel loro confronto con gli avversari ideologici dei filo marxisti), soprattutto applicando siffatte pratiche, in maniera lassista, per di più in un Paese -come l'Italia- che perse il secondo conflitto mondiale, ma aveva scelto la giusta e buona via, del Campo Atlantico ed Occidentale. Tale scelta, la si fece - e lo ribadisco!- grazie alla DC di De Gasperi, che realizzo` finAnco buona opera, al nostro interno, poiché non tutti erano così d'avviso (mi riferisco a Dossetti, per certi versi a La Pira e certamente a Mattei).

Ecco, sta in questo, non nella effimera ricerca di mediazione fine a se stessa e per il solo potere, bensì nella validità del metodo concertativo, ovvero di decidere tutti quanti, per il bene dello Stato e dei cittadini, e di individuare una comune linea politica, in quanto, giustamente, proprio Moro (e si torna, inevitabilmente sempre a lui!) ebbe a dire -prima del suo martirio- durante la riunione dei Gruppi Parlamentari Democristiani, all'inizio di Marzo 1978: "Cari amici, meglio sbagliare assieme, che avere ragione da soli"!
Che dire? Potenza  intellettuale certificata, in combinato disposto con superiorità politica manifesta, di una democristianita` conclamata.
Vieppiu`: De Gasperi fu anche Presidente del Parlamento Europeo,  allorquando tale assise era composta da membri delegati dalle varie Assemblee Nazionali e per la DC, vi furono pure -dopo di lui- Mario Scelba (mitico Ministro dell'Interno, durante l'epopea degasperiana, successivamente Presidente del Consiglio dei Ministri per circa un biennio, cioè fino al 1955 e comunque 'riferimento' dell' 'ala moderata', non 'Destra' della Democrazia Cristiana, cone spesso si dice o sbagliando o in malafede), senza dimenticare che a seguito di lorsignori (De Gasperi e Scelba), vi fu financo Emilio Colombo (leader doroteo e storico Ministro del Tesoro, del Bilancio, delle Finanze, degli Esteri e cone se non bastasse, anche egli Premier).

Non dimentico, in tal guisa di Presidente del Parlamento Europeo,  Gaetano Martino, però costui, gran signore, esimio Uomo di Stato, era di matrice liberare, benché si avessero da parte nostra rapporti di alleanza politica, epperò le matrice culturali erano diverse, seppur alle il piu` delle volte conviventi (in senso positivo).
Ordunque, ci avviciniamo alla campagna elettorale per le Europee e tutti cercano 'un posizionamento' a fronte della tagliola dello sbarramento: premesso che sono sempre stato contro ad ogni forma di 'limitazione' della rappresentanza (mi considero un 'proporzionalista puro', in special modo nella competizione di specie, essendo essa, l'unica che consente la possibilità di esprimere un vero voto di preferenza e comunque sia, parliamo pur sempre del Parlamento continentale, laddove quindi si discutono e di rappresentano interessi plurimi, legittimi e complessivi, sia delle Istituzioni Nazionali che Sovranazionali), ma a nessuno venga in mente di poter 'manomettere' la realtà e la storia da cui si viene.

Già, perché le patenti di 'democristianita` e popolarismo' (il PPE è stato fondato dai DC italiani, quali Emilio Colombo, Mariano Rumor, Dario Antoniozzi e Paolo Barbi), non le può certamente dare -né, tantonemo credere di poterle esclusivamente rappresentare- chi buon ultimo è giunto, accassandosi nel 'salotto' di questa nostra casa madre, cioè gli epigoni berlusconiani, i quali per farli ammettere al PPE, vi fu una lunga trafila (per altro molto estenuante!), durante la quale il Presidente del Partito Popolare Europeo del tempo coevo (parliamo del 1998/1999, cioè il mio defunto amico Wilfred Martens, a sua volta già Premier Belga), dovette faticare non poco per avere l'assenso di Francesco Cossiga e dei 'democristiani di area Prodi'.
Fummo noi UdC (allora sotto le insegne di CCD/CDU) a sponsorizzare il tutto, alfine di ottenere l'ingresso di Forza Italia (e a fronte, di precise osservanze di ottemperanze organizzative, chiaramente nel senso del rispetto di 'democraticità interna partecipata' non di auterefernzialita` cooptativa) ragione per cui, poche chiacchiere e meno 'mendace' esclusivistiva, circa la militanza.

Non lo dico solo perché abbiamo, sempre nel nostro Paese il precedente del PSI di Craxi (il quale permise l'ingresso dei Post Comunisti nell'Internazionale Socialista e nel PSE, salvo poi ritrovarsi, se non scacciati, ad esserne gli ospiti indesiderati!), ma avviso su ciò gli amici 'italoforzuti', come la nostra attitudine democristiana -ovvero quella dell'UdC, perciò l'originale, sicuramente più di quanto sia reperibile alle latitudini 'Azzurre'- dicevo la nostra giusta, coerente e buona attitudine, ci induce e persino a buon e ben donde, di allargare il 'campo', senza accettare giochi e giochini, oppure potenziali ma non credibili 'reprimende delegittimanti' a livello estero, poiché a differenza loro, nell'Internazionale Democristiana ci siamo noi UdC e specialmente il sottoscritto, non solo per i legami affettivi di familiarità notoria con uno dei sui attuali Leader.

*Responsabile Regionale Calabria e membro della Direzione Nazionale dell'UdC
componente del Bureau Politique dell'Internazionale Democristiana.

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