di VINCENZO SPEZIALI
Inizio preannunciando due premesse d'uopo, poiché bisogna essere chiari e spiegarsi bene.
La prima è quella di una legittima forma di autotutela (e a futura memoria) poiché -come spiegherò in seguito- allora va bene per tutti il concetto della prevenzione (pure se esso, potrebbe trovare giustificazione più per il mio pensiero e non per l'azione illustrata dal candidato, dottor Cafiero de Rhao).
Illustro immediatamente, così sarò chiaro e farò capire meglio, in quanto avendo visto una sua intervista -chissa` perché?- mi è venuto in mente William Shakespeare e la di lui commedia, del 1600: "Molto rumore per nulla"! Difatti, al netto dei suoi minuti a disposizione, ho percepito ed avvertito 'frasine fatte, quasi fossero una cantata messa laicista (non e nemmeno laica), recitata a soggetto, alla stregua dell'ovvietà`, la quale sfociava in una lezioncina concettualistica, seppur discutibile e contraddittoria.
Ciò vale per quanto da egli illustrato ed espresso, circa il PNRR o le questioni di carattere economicosociale e persino per la guerra in corso in Ukraina, rispetto a cui ha dato un suo giudizio condivisibile, ma non in linea con lo sproloquiante non pensiero, del suo leader di movimento, cioè Giuseppe Conte. Se da un lato Cafiero de Rhao -supportato dalle sue adorare cravatte 'Marinella' o simil tali- spiegava che è giusto difendere, a tutti i costi, la martoriata e valorosa nazione aggredita dalla Russia putiniana, colui il quale è stato Capo del Governo (ed oggi si ritrova dominus dei 'Cinquestelle') -ovvero quel Conte, per l'appunto, che ha candidato proprio Cafiero stesso- anche ieri (12 settembre), nel trovarsi assieme a varie personalità 'verdi' (che sempre più ricordano i cocomeri, perché verdi fuori, ma rossi dentro!), ribadiva niente più armi - "ne abbiamo già date troppe"- a Zelensky e ai suoi connazionali aggrediti.
Evidentemente, istituzionalmente parlando, 'fu avvocato del popolo', crede che per resistere e vincere, una sacrosanta guerra dagli ucraini -ingiustamente subita- lo si potesse fare, utilizzando, la fionda, oppure le pistole ad acqua. Poi, vi sarebbe da ricordare, persino la leggerezza 'contiana' circa lo 'sbarco' -ad avviso di molti- estremamente equivoco, degli aiuti russi (durante la prima pandemia), composti ufficialmente da medici, ma apparentemente e concretamente, persino da agenti segreti, 'Made in Mosca', sul nostro territorio nazionale e che volevano essere dislocati a ridosso di badi Nato (cogestite con gli americani e con missili nucleari al loro interno).
Cafiero de Rhao, ha parlato di lotta all'evasione -cosa buona e giusta!- quindi non avrebbe nessuna contrarietà a verificare tutti i pagamenti passati e presenti del 'Garante pentastellato' (visto ciò che si dice) e cioè Beppe Grillo, ma pure su ciò sarebbe tedioso ed ozioso, soffermarsi, benché corretto, non solo da parte mia, ma per chiunque sia, intellettualmente e materialmente onesto.
Da, qui poi, siamo scivolati al campo della giustizia -eccoci, dunque alla prevenzione!- dove in luogo ad apodittici postulati, i quali sono condivisi a prescindere (e non utilizzo il termine ironicamente e alla Totò), l'ex Procuratore ed oggi candidato, ci ha fornito una gragnola di teoremi preventivi sulle interdittive in capo alle aziende, talmente restrittivi, che si potrebbero considerare figli legittimi della cultura del sospetto (così caro agli Ayatollah iraniani e dintorni).
Una tale tracciabilità a monte, a lato, di sopra e di sotto, farebbe sì di far divenire o essere chiunque, un potenziale 'peccatore', posto che esiste financo l'affrancamento (di chicchessia), oppure il rigetto dello stato di polizia, 'ex tunc'. Ciò vale anche per chi si trova in lista con lui? Eccomi, perciò, al mio assioma di prevenzione, perche` il sottoscritto è osservante di quanto sostenne e disse uno dei primi dorotei della storia, cioè Mons. Maurice de Tallyerand, cioè "surtout pas trop de zèle" (soprattutto non troppo zelo, tradotto, letteralmente) e quindi un pensiero mi assale: non è, per caso, in forza ad una legittima osservazione di incongruenze, che la mia persona possa ritrovarsi qualche reprimenda a fronte di non contemplata -dal punto di vista codificativo- 'lesa maestà'?
Io avviso tutti, ciascuno e chiunque del pericolo, poiché i tempi sono quelli da noi conosciuti, ma ho un'impostazione di cui le radici le ritroviamo nei partigiani bianchi (perciò democristiani) ai tempi della resistenza ed allora costoro vinsero, ragione per la quale mi attengo a tale fulgido esempio e adamantino comportamento, supportato, persino, dalla mia incrollabile coerenza.
Vi sarebbe, infine, il disvelamento della seconda premessa, che tra l'altro non ho neppure enunciato in incipit, ma menziono adesso, cioè la politica (in generale) e la partecipazione ad essa, pur inserendo a tutto ciò, il richiamo, precedentemente illustrato, in capo e base, alla considerazione svolta fino all'ultimo capoverso di cui sopra e fino alla sua chiosa finale. Il sacro fuoco della partecipazione alle elezioni è una cosa positiva -patti chiari però, perché nella precedente vita 'procuratorile', il candidato non ha lesinato sferzanti pregiudizi e demagogici luoghi comuni, agli inquilini delle istituzioni diverse da quella del potere giudiziario- epperò lui ora si candida, come se nulla fosse, omettendo tutto ciò.
Ma allora, se fosse vera questa passione e la relativa volontà 'impegnativa', in favore dello Stato e della gente- non per forza (se si arriva, direttamente, da un ambito diverso dalla politica), bisogna essere in una posizione utile, blindata e sicura (quindi con certezza di elezione), poiché è una questione di stile, credibilità e, persino, di autorevolezza.
Ciò, indurrebbe a far credere quanto sia vero, l'effetto abbaglio e cioè che i politici -nella migliore delle ipotesi- siano figli di un dio minore, mentre corpi estranei (seppur legittimi, per carità, ma che almeno non siano stati pseudofacinorosi dell'aggressione alla separazione dei poteri, previsti dalla Carta Costituzionale), dicevo mondi diversi da coloro i quali provengono dalle organizzazioni partitiche, abbiano il buongusto di mettersi in gioco, nelle posizioni di frontiera, dove voto e consenso, li si conquista 'pancia a terra’ nei territori e dialogando con tutti, al pari di qualsiasi candidato che si rispetti, altrimenti è facile applicare la lapidazione agli altri e solo alcuni restano verginelli da campo, sempre e comunque.
Per tale motivo, ricordo bene, quanto mi disse, quasi trent'anni fa, un caro amico ed illustre politico democristiano, cioè Peppino Gargani (più volte parlamentare nazionale ed europeo, già membro del Governo italiano, nonché presidente della commissione giustizia della Camera e poi dell'assemblea di Strasburgo), allorché sentenzio`, proprio per spiegare il significato di tutta una vita, la frase aulica: "Guagliò...a politica, non è ppe` tutti. Ricuordatillo! "
Peppino mio, quanta ragione avevi e quanta continui ad avere!
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