“Viola come il mare 2”, il catanzarese Lorenzo Scalzo tra i protagonisti della Serie TV Mediaset: l’intervista

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images “Viola come il mare 2”, il catanzarese Lorenzo Scalzo tra i protagonisti della Serie TV Mediaset: l’intervista

  14 maggio 2024 19:19

di CARLO MIGNOLLI

Con una carica di talento e un legame profondo con le proprie radici, l’attore Lorenzo Scalzo porta la sua esperienza e passione sullo schermo nella nuova stagione di “Viola come il mare 2”, serie televisiva targata Mediaset che sta riscuotendo molto successo sin dall’uscita della prima puntata del 3 maggio scorso.

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Nato in Sicilia, ma cresciuto a Catanzaro Lido, Scalzo dà vita al reporter sportivo Raffaele, uno dei cinque nuovi personaggi che arricchiscono la trama di questa avvincente storia. L’attore si è raccontato ai microfoni della nostra redazione attraverso un’intervista in cui tocca tanti aspetti: origini, successo e sogni nel cassetto.

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Partendo dalle tue origini, nasci in Sicilia, ma cresci in Calabria, nel quartiere Lido di Catanzaro. Raccontaci dei tuoi primi passi nel mondo della recitazione, cosa ti lega ancora alla nostra terra, ma soprattutto cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera, prima teatrale e ora anche cinematografica?

«L’idea di intraprendere questa strada non è arrivata molto presto, è stata una presa di coscienza che ho maturato durante l’adolescenza. Mi innamorai del teatro grazie agli spettacoli di Massimo Troisi. A 18 anni sono andato via da Catanzaro, dove sono cresciuto nel quartiere Lido, per tentare questa difficile carriera. Quello che mi lega a Catanzaro è tutto: la famiglia, gli amici e i tanti ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza».

La fiction "Viola come il mare 2", in onda dal 3 maggio su Canale 5 è ambientata interamente in Sicilia. Com’è stato tornare nella tua terra di origine per questo interessante progetto, che è tra i più importanti della tua carriera fino ad ora?

«I miei progetti cinematografici li ho girati tutti in Sicilia, a partire dalla commedia “Koza Nostra”, ma naturalmente la serie di cui stiamo parlando ha sicuramente maggiore visibilità rispetto alle altre produzioni di cui ho fatto parte. Recitare in siciliano mi piace molto ed è per me una sfida. Cercare delle sfumature che possono ricondurti a quello che eri è sempre interessante».

Nel cast della serie sono presenti attori di alto livello come Francesca Chillemi e Can Yaman. Avendo lavorato con loro, cosa hai imparato durante questa esperienza? Ci sono consigli o insegnamenti che ti hanno lasciato un segno?

«Non è mai facile entrare in corsa all’interno di un cast ormai consolidato da tempo e il mio personaggio doveva entrare in punta di piedi nella storia. Lavorare con Francesca e Can è stato bellissimo, mi sono ritrovato a contemplare il mestiere sotto un lato che non avevo mai considerato, ovvero il rapporto con il pubblico. Loro gestiscono questo aspetto con tanta pazienza e dedizione, nonostante la grossa mole di lavoro da affrontare durante ol giorno. Hanno sempre una buona parola o un gesto gentile verso un pubblico che magari aspetta per ore fuori dal set. L’esperienza è durata parecchi mesi, dunque ho avuto modo di guardarli da vicino e imparare il più possibile da loro».

Entriamo più nello specifico. Parlaci del personaggio che interpreti nella fiction, Raffaele. Come ti sei preparato per interpretarlo? Ci sono stati momenti particolarmente sfidanti sul set?

«Il personaggio, fin dai primi provini, mi è parso molto chiaro. Avevo bene in mente chi potesse essere Raffaele e ho da subito cercato di rendere mio ciò che leggevo sul copione: un processo standard per tutti i personaggi. Posso dire che Raffaele è molto diverso da come sono io nella realtà, è stata una sfida provante soprattutto per questo. Ho lavorato molto e studiato tutti i dettagli per affrontare al meglio la parte, prendendo spunto o “rubando vita” dalle persone che mi sono vicine».

Guardando al futuro, hai già in mente nuovi progetti o obiettivi che vorresti raggiungere nella tua carriera artistica? C'è un particolare genere di ruoli che ti piacerebbe esplorare?

«Il futuro in questo mestiere è sempre in divenire, cerco di godermi quello che mi sta dando questo progetto che è molto seguito su scala nazionale, quindi con maggiore possibilità di essere visti. Ogni giorno che passa mi rende più pronto alla prossima sfida, mattoncino dopo l’altro cerco di costruire una scala che mi porti a raggiungere obiettivi ambiziosi. In merito ad un genere che non ho ancora affrontato, mi piacerebbe esplorare il thriller, magari psicologico e anche un po’ noir».

Hai detto che apprezzi il fatto di recitare in siciliano. Ti piacerebbe un giorno interpretare un personaggio in dialetto calabrese?

«Magari, sarebbe bellissimo. Molti leggendo la mia carta d’identità pensano che io sia siciliano a tutti gli effetti, ma in realtà ci sono solo nato. Dovrò essere bravo io a far capire a chi di dovere che quello che posso dare va oltre la Sicilia. Per me sarebbe un sogno lavorare in Calabria perchè rappresenterebbe la chiusura di un cerchio. Sarei onorato di poter dare lustro ad una regione a mio avviso poco considerata a livello nazionale».

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