Violenza economica, Tulelli: “Una forma sottile ma pervasiva di controllo sulle donne”

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  13 agosto 2024 17:49

di RITA TULELLI

La violenza economica è una forma di abuso spesso sottovalutata, ma altrettanto devastante quanto la violenza fisica o psicologica. Essa si manifesta attraverso il controllo delle risorse finanziarie e ha l'obiettivo di rendere una persona dipendente, vulnerabile e incapace di prendere decisioni autonome. Purtroppo, questa forma di violenza è particolarmente diffusa nelle relazioni affettive, e le donne ne sono le principali vittime.

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Uno dei segnali più evidenti di violenza economica è la gestione unilaterale del denaro da parte di uno dei partner, solitamente l'uomo. In molte situazioni, la donna riceve una somma di denaro strettamente contata, sufficiente appena a coprire le spese quotidiane. Questi soldi, spesso elargiti come se fossero un favore, diventano uno strumento di controllo: con la scusa di una gestione parsimoniosa delle risorse familiari, si finisce per limitare la libertà e l'autonomia della donna.

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In questo contesto, alla vittima viene negato il diritto di esprimere opinioni sugli acquisti della famiglia. Qualunque decisione, anche la più piccola, viene presa esclusivamente dall'uomo, mentre alla donna è richiesto solo di eseguire, senza possibilità di contestare o proporre alternative. Questo atteggiamento non solo sminuisce il ruolo della donna nella gestione familiare, ma mina profondamente la sua autostima e la percezione del proprio valore all'interno della relazione.

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Ancora più umiliante è la necessità di dover giustificare ogni singola spesa. Che si tratti di alimenti, vestiti per i figli, o semplici necessità personali, la donna è costretta a rendere conto di ogni centesimo speso. Questo meccanismo crea un clima di costante paura e ansia, in cui la donna si sente continuamente sotto esame e teme le possibili reazioni del partner se una spesa venisse giudicata superflua o inappropriata.

Questa forma di violenza ha conseguenze devastanti sulla vita delle vittime. La mancanza di accesso indipendente alle risorse economiche limita la capacità della donna di uscire da una relazione violenta, intrappolandola in una situazione di dipendenza. Anche in casi in cui le donne lavorano e guadagnano un proprio stipendio, il partner può esercitare un controllo coercitivo, obbligandole a consegnare il denaro o limitandone l'accesso, ad esempio tenendo le carte di credito o i conti bancari sotto il proprio nome.

La violenza economica è particolarmente insidiosa perché non lascia segni visibili come un livido, ma segna profondamente la dignità e l'autonomia della persona. È fondamentale che le istituzioni e la società riconoscano questa forma di abuso e intervengano con strumenti adeguati. In molti paesi, le leggi contro la violenza domestica iniziano a considerare anche la violenza economica, ma c'è ancora molta strada da fare.

 

Per combattere la violenza economica, è necessario promuovere l'indipendenza economica delle donne attraverso l'educazione finanziaria, l'accesso a risorse economiche e legali, e la sensibilizzazione della società su questo tema. Le donne devono essere consapevoli dei loro diritti e devono essere messe in condizione di rivendicarli, sia all'interno della famiglia che nella società.

In conclusione, la violenza economica è una piaga sociale che limita la libertà e l'autonomia delle donne. Riconoscerla e combatterla è un passo fondamentale verso l'uguaglianza di genere e la costruzione di una società in cui tutte le persone possano vivere con dignità e rispetto.

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