Violenza nelle carceri, il Sappe lancia l’allarme: “Serve riforma radicale del sistema penitenziario”

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Carcere di Siano, Catanzaro
  27 agosto 2024 15:50

di CARLO MIGNOLLI

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Si è tenuta questa mattina presso il Carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro una conferenza stampa durante la quale il Segretario Generale aggiunto del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), Giovanni Battista Durante, ha denunciato i gravi disagi e l’escalation di violenze che stanno sconvolgendo gli istituti penitenziari italiani, con particolare attenzione agli episodi recenti a Catanzaro e Reggio Calabria.

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Durante ha espresso preoccupazione per la crescente indisciplina e violenza che caratterizzano le carceri italiane. "Noi chiediamo al governo di ripristinare l'ordine, la sicurezza e la legalità nelle carceri. Il governo sta facendo molto per il corpo di polizia penitenziaria, ma resta il grave problema della violenza continua nelle carceri e dell'indisciplina", ha dichiarato. Secondo il Segretario del Sappe, le recenti riforme, come la vigilanza a distanza e l’apertura indiscriminata delle celle, hanno drasticamente ridotto il controllo sugli internati, permettendo loro di agire senza freni all’interno delle strutture penitenziarie.

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Il Segretario ha anche messo in luce il problema legato alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, che ha riversato nelle carceri un numero crescente di detenuti con gravi problemi psichiatrici, aggravando ulteriormente la situazione. "Le REMS sono poche e non riescono a contenere tutto il personale", ha affermato, richiamando l’attenzione sulla necessità di una revisione delle leggi in materia, come stabilito anche da una recente sentenza della Corte Costituzionale.

Uno dei temi più critici toccati da Durante è stato quello della mancanza di strumenti adeguati per il personale penitenziario, spesso costretto a intervenire in situazioni di emergenza senza il supporto necessario. "Spesso il personale deve intervenire a mani nude, riportando sempre la peggio", ha detto, sottolineando l’urgenza di dotare la polizia penitenziaria di nuovi strumenti e di rivedere le modalità di formazione per gli agenti.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per discutere dell’aumento dei telefonini all’interno delle carceri, un problema che, secondo Durante, è facilitato dalla "eccessiva elasticità nella gestione della sicurezza". Ha citato casi recenti in cui i detenuti hanno utilizzato i telefonini per festeggiare compleanni “in diretta”, evidenziando la difficoltà di controllare l’ingresso di tali dispositivi, spesso introdotti tramite droni o addirittura da personale infedele.

Il Segretario Sappe ha infine lanciato un appello per una riforma radicale del sistema penitenziario, sottolineando la necessità di ripristinare la disciplina all'interno delle carceri e di separare nettamente i ruoli tra polizia penitenziaria ed educatori. "Non è possibile che un poliziotto faccia l'educatore, c'è quindi un intero percorso che va rivisto", ha detto, richiedendo una maggiore presenza degli educatori nelle sezioni detentive e una riorganizzazione delle strutture penitenziarie in base al livello di sicurezza.

E conclude: "Se non si ripristinano le regole, se i detenuti non comprendono che devono rispettare le regole, dobbiamo essere noi a insegnarglielo".

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