di EDOARDO CORASANITI
Accuse confermate: la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per le due maestre della scuola elementare di San Sostene ritenute responsabili di maltrattamenti e lesioni contro alcuni bambini delle loro classi. L'udienza, di fronte al Giudice dell'udienza preliminare Gabriella Logozzo, si terrà il 17 marzo.
Da quanto emerge dalle indagini condotte dai Carabinieri e dal pubblico ministero Irene Crea, le docenti avrebbero messo in piedi un "sistematico" ed ingiustificato quadro di violenze fisiche e verbali adottate nei confronti dei bambini.
L'indagine è scattata dopo la denuncia da parte di una madre dei bambini presso il Comando Stazione di Davoli e a luglio 2019 sono arrivate le misure cautelari: entrambe sospese per 12 mesi.
Il quadro indiziario è però mutato nel corso dei mesi, affievolendosi e cambiando nettamente la portata dell'indagine: le insegnanti si sono difese e le misure cautelari sono state annullate o dimezzate.
Assistite dagli avvocati Fabrizio Costarella e Saverio Pittelli, le docenti a ottobre 2019 presentano l'appello cautelare. Il Tribunale della Libertà sblocca la situazione: per una, L.E (difesa dal legale Costarella)., entrambe le accuse vengono annullate e la maestra ricomincia ad insegnare. Le ragioni: "Non sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al contestato delitto di maltrattamenti". Sulle esigenze cautelari: ”Il pericolo di reiterazione non appare rivestire carattere di concretezza e di attualità proprio perché la natura degli episodi conduce ad escludere che la maestra possa compiere ulteriori condotte analoghe a quelle in esame”. La Corte di Cassazione ha successivamente confermato la decisione.
Per l'altra, F.A (difesa da Pittelli), dal Tribunale della Libertà sono rimaste solo le accuse di maltrattamenti, riducendo a sei mesi la sospensione dall'esercizio.
Chiamata in causa a febbraio, la Corte di Cassazione ha preso atto di come i sei mesi fossero trascorsi e ha dichiarato la sopravvenuta carenza di interesse. La maestra, infatti, ha ripreso il servizio a gennaio 2020.
Ora questo nuovo step della chiusura della indagini. Le indagate e i loro legali avranno 20 giorni per depositare memorie, chiedere di essere interrogate, produrre documentazione prima che il pubblico ministero Irene Crea possa avanzare la richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio.
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