Prosegue l'impegno dell'istituto "B. Citriniti" di Simeri Crichi per la lotta contro la violenza sulle donne.
Come sosteneva il sociologo e filosofo polacco Zigmunt Bauman in L’arte della vita “… è stato detto che la vita è un’opera d’arte, e che darvi forma è dato/demandato ai singoli artisti, e che tutti noi siamo pungolati e allettati ad assumerci i rischi che comporta, inevitabilmente, quest’arte”.
Dunque, artisti della vita: insegnanti, genitori, dirigenti scolastici, ma non solo, tutti coloro che operano nel territorio e nella società. Parlando dell’ambito scolastico, ogni iniziativa e attività segna un passo importante, perché si aggiunge un tassello di puzzle alla formazione di ogni singolo alunno, ma anche un contributo di arricchimento per noi professori, responsabili di questa formazione, . portando avanti, appunto la costruzione dell'opera d’arte.
Un tassello di questo mosaico d'arte, è stato aggiunto all' Istituto Comprensivo " A. Citriniti" , guidato dalla dirigente scolastica Susanna Mustari, con la recente premiazione regionale della Classe 3B e 3A di Simeri Crichi. I ragazzi che hanno realizzato i lavori sono: Luca D'imperio, Bruna Varano e Katia Trovato per il video "La storia di Lara"; Maria Francesca Vatrella per la poesia della 3B e Angela Tiriolo della 3A per il disegno.
Molto bello, anche, il cortometraggio realizzato dai ragazzi di Soveria. Tutto questo presso la Sala Verde della Cittadella Regionale in occasione del convegno sulla violenza di genere dal titolo "M'ama non m'ama!", indetto dal Settore delle Pari Opportunità del Dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. L’evento ha visto la partecipazione dei più autorevoli soggetti pubblici e privati regionali direttamente coinvolti sul tema nonché la presenza degli istituti scolastici vincitori del progetto promosso dalle Pari Opportunità della Regione Calabria “Azioni di informazioni e sensibilizzazione dei giovani in materia di violenza contro le donne”.
Tra i relatori presenti: Antonella Veltri, presidente D.I.R.E., Isolina Mantelli, Presidente C.A.D.I.C., Elena Morano Cinque, Consigliera di Parità Provincia di Catanzaro, Antonio Gioiello, Presidente Associazione Mondiversi Onlus, Stefania Figliuzzi, Associazione Attivamente Coinvolte, Matilde Spadafora, Fondazione Roberta Lanzino Onlus, Cristina Marino, Responsabile S.A.M. Centro Cal. Solidarietà.
A presiedere e coordinare il tavolo degli interventi è stata Edith Macrì, dirigente del settore regionale competente, che, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha illustrato tutti i procedimenti finalizzati alla realizzazione degli interventi programmati in materia e all’impiego delle risorse trasferite dal Dipartimento delle Pari Opportunità tra cui l’attuazione delle azioni del Piano straordinario nazionale di contrasto alla violenza sulle donne, sostegno ai Centri Antiviolenza e alle Case Rifugio esistenti e aumento dell’offerta attraverso il sostegno a nuovi Centri antiviolenza e nuove Case rifugio.
A seguire, le relazioni degli operatori dei Centri Antiviolenza, luoghi cardine in cui accogliere le donne che hanno subito violenza e che hanno sempre condiviso formazione, ricerca, buone prassi, confronto metodologico, progetti e campagne di sensibilizzazione per il contrasto alla violenza, e aggiornamento professionale permanente da offrire alle proprie associate. Il convegno è stata un’occasione di discussione e di approfondimento su un’argomentazione purtroppo ancora attuale, quello della violenza contro le donne. Protagonisti indiscussi del convegno gli studenti e i docenti delle scuole coinvolte nel progetto che hanno realizzato cortometraggi, quadri su tela, canzoni, poesie, elaborati di scrittura, testimonianze personali. Un tassello aggiuntivo da utilizzare per ricomporre quel complicato mosaico che dovrebbe costruire una società ideale in cui non si debba più parlare di violenza sulle donne affinché la donna non debba più porsi il quesito “M’ama …non m’ama”, perché l’uomo violento non ama.
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