Vitambiente lancia l’allarme sull’abbandono indisciplinato di mascherine e Dpi

Il presidente di Vitambiente, avvocato Pietro Marino, lancia l'allarme e si appella alle istituzioni.

"Avevamo proposto - commenta - un progetto all’assessore regionale all’Ambiente, Colonnello De Caprio, per prevenire l’abbandono dei dispositivi di sicurezza e pensando a cosa poteva accadere durante il periodo estivo in Calabria, in generale in tutta Italia. Purtroppo è accaduto ciò che ci aspettavamo centinaia di tonnellate di mascherine e guanti dispersi nell’ambiente senza seguire alcuna regola per il loro corretto smatimento. Forse un forte progetto di comunicazione e informazione con delle azioni informative tipo porta a porta avrebbe di più è meglio sensibilizzato la cittadinanza".

"Oggi nelle nostre strade e in genere luoghi di frequentazione troviamo  - denuncia -mascherine di tutti i tipi e guanti come se piovesse. Questo è un altro aspetto negativissimo dell’emergenza sanitaria che impatta violentemente con l’ambiente, l’ammasso di rifiuti generati da presidi sanitari veri o presunti. Ognuno indossa, un paio di guanti e una mascherina per naso e bocca. Al di là della loro utilità, c’è da chiedersi anche come questi oggetti vadano smaltiti una volta usati. Purtroppo dopo l’apertura delle attività un po’ tutti quanti noi siamo stati capaci di sbarazzare i dispositivi medici di protezione gettandoli per strada quando non ci servono più. Fanno parte dell’arredo urbano anche quelli, ormai, tra le carte stracce e le cicche di sigaretta, e il mare già comincia a soffrirne un accumulo scriteriato. Eppure, l'Istituto superiore di sanità ha redatto una scheda informativa che descrive bene come poter smaltire correttamente questi dispositivi medici. L’Istituto ci dice che in linea generale se non si hanno sintomi o l’obbligo di quarantena, si deve continuare a fare la raccolta differenziata come sempre (con l’accortezza però di smaltire le mascherine e i fazzoletti di carta nella raccolta indifferenziata invece che nell’umido, mai abbandonarli per strada)".

Per i guanti ci sono varie modalità di smaltimento.

I guanti in lattice: sono un prodotto biodegradabile che garantisce un alto livello di sensibilità, elasticità e impermeabilità. Queste caratteristiche le rendono simili alla plastica, ma in realtà il lattice è un prodotto naturale, ottenuto dall’incisione della corteccia degli alberi della gomma. Alla fine del loro utilizzo, quindi, i guanti in lattice devono essere smaltiti nella indifferenziata.

I guanti in nitrile: non è possibile smaltirli con un processo di riciclaggio specifico, per cui anch’essi vanno nel cestino della indifferenziata. Il nitrile è una gomma sintetica elastica, dotata di resistenza meccanica e chimica, sensibilità ed ergonomia. Si tratta di caratteristiche che rendono questo materiale ideale per chi manipola alimenti o ha necessità di massima protezione lavorando a contatto con sostanze chimiche e/o fluidi corporei. Il nitrile è prodotto a partire da un composto organico e, data la sua natura, non può essere destinato al riciclo e quindi a una parziale o totale riutilizzazione.

I guanti in vinile: sono in polivinilcloruro (PVC), ma anch’essi vanno dritto nella raccolta indifferenziata. Questi guanti professionali hanno una sensibilità e una resistenza minore rispetto a quelli in nitrile ma l’aggiunta dei plasticizzanti li rende malleabili, modellabili, morbidi ed elastici.

"E’ importante ricordare - conclude Marino - che il corretto smaltimento dei dispositivi di protezione oltre a diminuire l’impatto ambientale, è sicuramente un freno alla circolazione del virus, pertanto diffondiamo al massimo la locandina allegata per poter dare informazioni utili e certe a tutte le comunità per poter adottare metodi di smaltimento sicuri e indispensabili!

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