L‘ Adusbef Calabria Associazione dei consumatori, nella persona dell'avvocato Elena Mancuso responsabile regionale, ha vinto un importante ricorso proposto all’Arbitro Bancario Finanziario di Bari nei confronti di Poste Italiane, per una truffa online ai danni di un proprio iscritto, riuscendo così a recuperare l’intero importo.
Il caso in questione, uguale purtroppo a molti casi simili seguiti dall’Adusbef riguarda il cosiddetto meccanismo di “Phishing”, ovvero un sofisticato stratagemma informatico che, utilizzando la buona fede dell’ignaro cliente, sfrutta la debolezza dei sistemi di sicurezza per le transazioni online dei gestori del credito come, nell’occasione, Poste Italiane.
Il sistema truffaldino nel giro di poche ore sottrae le credenziali di accesso della carta di credito o del conto corrente on line ed effettua addebiti consistenti senza un’autorizzazione consapevole da parte del titolare.
Nel caso in questione l’Arbitro Bancario e Finanziario - Collegio di Bari con decisione n. 5760 dell’8 giugno 2023 ha sancito che: “ai prestatori di servizi di pagamento è imposto (d.lgs. n. 11/2010 come modificato dal d.lgs. n. 218/2017 con cui è stata recepita la direttiva 2015/2366/Ue) di predisporre sistemi di sicurezza che impediscano l’accesso da parte di terzi ai dispositivi personali degli utilizzatori (c.d. strong customer authentication SCA), nonché di impedire l’uso degli strumenti di pagamento successivamente alla comunicazione ricevuta da questi ultimi nei casi di operazioni disconosciute, ovvero dell’illecito utilizzo dei codici dispositivi degli strumenti di pagamento da parte di terzi frodatori.
In ragione del rischio d’impresa riconosciuto in capo al prestatore dei servizi di pagamento, la normativa prevede una diversa distribuzione degli oneri probatori in conseguenza del disconoscimento di un’operazione, con l’obiettivo di attribuire la responsabilità degli utilizzi fraudolenti all’impresa, nel caso in cui essi non siano stati cagionati da frode, dolo o colpa grave del cliente.
La mancanza di allegazioni relative all’impiego della SCA nella fase di installazione e di configurazione dell’App sul dispositivo del truffatore non consente di ritenere provata la regolare autenticazione delle operazioni contestate. Deve pertanto essere riconosciuto il diritto del ricorrente ad ottenere la ripetizione del controvalore delle operazioni contestate e degli interessi al tasso legale, a far data dal reclamo.
La vicenda si è conclusa in ogni caso a buon fine poiché Poste Italiane in ottemperanza alla decisione dell’ Arbitro ha risarcito il malcapitato consumatore .
“Come Associazione dei consumatori – evidenzia l‘ avvocato Elena Mancuso membro del direttivo nazionale dell’ Adusbef Aps – comunichiamo a tutti i gestori del credito la necessità di investire fortemente in sistemi di protezione sofisticati per le loro piattaforme online.
Sappiamo bene che si tratta di strumenti sempre più necessari e diffusi, ma è necessario garantire la massima sicurezza alle tante persone che li utilizzano. Il sistema bancario in generale sta razionalizzando le spese con un forte taglio di personale seguito alla chiusura di centinaia di sportelli su tutto il territorio: noi crediamo che tali risorse possano essere impiegate, almeno in parte, per fare in modo che la tutela dei risparmiatori sia all’altezza della sfida portata da un mercato sempre più digitalizzato”.
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