Viviamo Girifalco stigmatizza Olivadese (Lega): “Condanniamo il suo antisemitismo”

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Vincenzo Olivadese

Tutto nasce da un mi piace, subito rimosso, ad un commento post contro la senatrice Liliana Segre.

  08 febbraio 2021 14:02

di MASSIMO PINNA

“Tacere in questo caso appare come una conferma e fa apparire il gesto proposto dall'Amministrazione il 27 gennaio scorso, giorno della memoria, una semplice azione di facciata. Come può questa maggioranza pensare di mettere una pietra d'inciampo per commemorare di un nostro concittadino deportato in un campo di concentramento e, contemporaneamente, accettare che faccia parte della stessa maggioranza qualcuno che si compiace di fronte a messaggi antisemiti?“.

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Così, il gruppo politico Viviamo Girifalco, con i consiglieri comunali Teresa Signorello e Mario Deonofrio, che denunciano all’attenzione del consiglio comunale, quanto accaduto di recente. Protagonista, suo malgrado, il consigliere comunale di maggioranza con delega ai lavori pubblici e segretario della Lega locale, Vincenzo Olivadese.

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“Tacere - sottolineano - in questo caso appare come una conferma e fa apparire il gesto proposto dall'Amministrazione il 27 gennaio scorso, giorno della memoria, una semplice azione di facciata. Come può questa maggioranza pensare di mettere una pietra d'inciampo per commemorare di un nostro concittadino deportato in un campo di concentramento e, contemporaneamente, accettare che faccia parte della stessa maggioranza qualcuno che si compiace di fronte a messaggi antisemiti?”

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Ecco il retroscena, nei particolari. “Di recente non è passato inosservato nemmeno lo squallido commento di un "signore", evidentemente alla ricerca di una manciata di likes per affermare la propria misera esistenza, nei confronti della senatrice Segre in risposta ad un post dell'ex consigliere comunale Luigi Antonio Stranieri. Men che meno è passata inosservata la "reazione" dell'attuale consigliere, Vincenzo Olivadese, a questo commento. La dimostrazione inequivocabile di un modo di pensare pericoloso e offensivo, ancor più, perché a farlo è stato un rappresentante della maggioranza di questo Consiglio, eletto dal popolo, che più di ogni altro dovrebbe avere, per il ruolo che riveste, rispetto per le istituzioni e difendere i valori insindacabili sanciti dalla nostra Costituzione".

"Vogliamo  - aggiungono - ricordare che Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio di Aushwitz-Birkenau, con il numero di matricola 75190 ancora tatuato sull'avambraccio, nominata Senatrice a vita nel 2018 dal presidente Sergio Mattarella per "aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale" MERITA IL MASSIMO RISPETTO. Aggiungiamo che il tentativo del consigliere Olivadese di rimediare, cancellando il "cuoricino di consenso", non è servito a evitare l'indignazione suscitata dal gesto. Non è difficile per noi adesso anticipare le motivazioni pretestuose a difesa di questa imbarazzante situazione. Ci convincerà poco il fatto di derubricate il tutto ad un mero gesto involontario. Come ben sanno gli esperti social, l'intenzionalità della "reazione" viene confermata dalla procedura; un doppio passaggio che di fatto conferma la volontarietà, ed ammesso fosse cosi perché non dirlo? Perché non dichiarare la propria posizione così come richiesto anche dall'ex consigliere Luigi Stranieri? Perché celarsi dietro il silenzio? Vorremmo ricordare al consigliere Olivadese che, nella funzione che oggi riveste, ha la responsabilità morate di fornire risposte riguardo ad argomenti di natura politica, specie se così delicati. I cittadini devono sapere da chi sono rappresentati".

Ecco perché, ribadiscono “ci sembra che l'unica cosa ad essere inciampata è la coerenza mentre troneggia, spavalda e presuntuosa, l'ipocrisia”.

“Vorremmo infine - chiedono - rivolgerci al Presidente che rappresenta la massima espressione in questo Consiglio, che abbiamo votato nella speranza che il suo ufficio potesse essere garanzia di imparzialità, di non lasciare cadere questa nostra denuncia ma di farsi garante essa stessa dei principi di tolleranza che appartengono alla nostra comunità. Girifalco è il paese d'accoglienza, è la sua storia che lo conferma".

"Spetta alla politica -  concludono - e a chi la rappresenta impartire alle nuove generazioni il valore della tolleranza. ripudiare ogni forma di razzismo perché il concetto di inviolabilità della vita umana, delle pari dignità, di uguaglianza di ogni cittadino, rappresenta la più grande eredità sancita dalla Costituzione”.



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