"Viziate le ordinanze firmate dai presidenti sui delegati Covid", Occhiuto ci mette una pezza da commissario

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images "Viziate le ordinanze firmate dai presidenti sui delegati Covid", Occhiuto ci mette una pezza da commissario
Roberto Occhiuto
  12 gennaio 2022 21:54

di GABRIELE RUBINO

Fin dall'inizio dell'emergenza Covid i presidenti della Regione Calabria non potevano adottare alcuna ordinanza sui delegati al Covid, che invece sono state licenziate. Le ordinanze erano 'viziate', atti , 'pregiudicativi della legittimità di ogni prosieguo'. E' l'incredibile ammissione contenuta nel primo decreto da commissario ad acta del 2022 di Roberto Occhiuto. Le ordinanze in questione (4 in tutto) risalgono all'epoca della Santelli e riguardano la originaria nomina dei delegati Covid (prima lo erano stati Domenico Pallaria e Antonio Belcastro, poi il primo fu sostituito dall'attuale delegato Fortunato Varone e successivamente Belcastro fu interdetto per l'inchiesta sui bilanci dell'Asp di Cosenza), della formazione dell'Unità di crisi e della conferma del delegato al Covid (quest'ultima fatta peraltro qualche mese fa dallo stesso Occhiuto). 

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MISURE IN DISARMONIA CON LE REGOLE ATTUALI- Questi provvedimenti, si legge nel Dca, "sono stati adottati, mantenuti e confermati in disarmonia con le normative di riferimento, generale e specifico, che imponevano il ricorso alla decretazione commissariale ad acta e non già al potere ordinamentale di cui al comma 3, dell’art. 32 della legge n. 833/78". Ci voleva un decreto del commissario e non un'ordinanza, quindi. La questione non è nuovissima ma è rimasta sepolta per tanto tempo nonostante si siano succeduti più commissari: Saverio Cotticelli che non a caso doveva redigere il programma operativo Covid, fatto su cui è caduto, e Guido Longo che si è accontentato di stare 'all'ombra' del presidente f.f. Nino Spirlì. Eppure, come ricorda il decreto riparatore di Occhiuto, sia il capo Capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Salute Luca Monteferrante (a gennaio 2021) e sia Andrea Urbani (a ottobre 2020) avevano chiarito che il commissario ad acta della sanità calabrese avesse poteri esclusivi sul Covid. Quando lo fece notare La Nuova Calabria (LEGGI QUI), l'allora presidente f.f. Spirlì si adontò rivendicando il 'potere' di azione, addirittura anche sul piano vaccinale. Con questo decreto Occhiuto smentisce lui e i commissari governativi che lo hanno preceduto e non si erano assunti le dovute responsabilità. 

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MANCA LA RENDICONTAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA DAL 2020 AL 2021- Il guaio è che con l'impostazione seguita dalla Regione Calabria, ossia l'utilizzo delle ordinanze invece dei decreti commissariali "conseguentemente, a seguito di siffatte intervenute nomine/conferma, i soggetti delegati hanno esercitato la relativa attività, nell’ambito ciascuno della competenza ad essi via via rimessa, in assenza di specifiche disposizioni, anche normative, di carattere regionale, che ne regolamentassero la frequenza e gli adempimenti, fermo restando l’ineludibile obbligo di rendere a fine esercizio il conto analitico del loro operato". E ancora: "che tutto questo è avvenuto in assenza, a tutt’oggi, della rendicontazione analitica economico-finanziaria, a tutto il 31 dicembre 2020 e a tutto il 31 dicembre 2021, dell’utilizzo delle risorse rese disponibili dallo Stato per assicurare i servizi pubblici di periodo dovuti alla collettività, in relazione alle quali il Commissario ad acta, sarà tenuto, quale soggetto attuatore alla resa dell’attività svolta e dei conti sostenuti alle Istituzioni governative, previa una corretta imposizione e allocazione degli stessi nella GSA, nell’istituito apposito centro di costo".

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ORDINANZE CONVALIDATE RETROATTIVAMENTE- Per non creare altre disfunzioni dagli esiti imprevedibili Occhiuto ha dovuto 'convalidare', con effetto retroattivo, le precedenti ordinanze 'viziate'. In compenso Varone e Belcastro dovranno procedere alla rendicontazione per i rispettivi periodi di competenza. Una grossa pezza a una voragine amministrativa dimentica da molti. 

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