di FRANCESCO IULIANO
Infermità mentale e sistema penale. E’ un dibattito aperto quello che sta interessando il mondo dell’avvocatura. La questione è quella della prognosi di pericolosità sociale di colui che è stato riconosciuto totalmente o parzialmente inimputabile per infermità di mente.
Un dibattito che la sezione di Catanzaro dell’Aiga, l’Associazione italiana giovani avvocati, l’Associazione di promozione sociale Controvento e la Camera penale “Alfredo Cantafora” di Catanzaro, ha esaminato questo pomeriggio nel seminario dal titolo "Malattie psichiatriche e pericolosità sociale del reo. Limiti e prospettive del mandato difensivo”, allestito nella sala Concerti di Palazzo de Nobili.
Un incontro moderato dal direttore della Scuola forense “Giuseppe Iannello” di Catanzaro e componente della Giunta nazione dell’Unione delle Camere Penali Italiane, Valerio Mungano, al quale hanno partecipato gli avvocati, Salvatore Staiano, Antonello Talerico - consigliere regionale e componente della Giunta nazionale del Consiglio nazionale forense - ed il direttore del Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze dell’A.S.P. di Catanzaro, Michele Gabriele Rossi.
Hanno aperto i lavori i saluti del presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, Vincenza Matacera, del presidente di Aiga Catanzaro, Helga Procopio, del presidente di Controvento Aps, Francesco Mancuso e del presidente della Camera penale “Alfredo Cantafora” di Catanzaro, Francesco Iacopino.
“Incontri come questo - ha detto Vincenza Matacera - fanno bene alla nostra attività professionale perché al centro di questo ciclo seminariale c’è l’avvocato che da un lato si batte quotidianamente per l’integrità della sua professione e dall’altro il malato psichiatrico che combatte contro la malattia, ancora fonte di stigma e disagio sociale».
Sempre più spesso - è stato detto nel corso dell’incontro - le cronache quotidiane riportano come questa branca del sapere, affermatasi in tempi relativamente recenti ed ancora in fase di definizione e sviluppo, stia influenzando le sentenze di numerosi tribunali, tanto da definire questo fenomeno “neuroscienze forensi”.
Per Antonello Talerico “le professioni sono ad una svolta. In futuro cambierà il metodo e la forma di ogni professione - ha commentato - rispetto all'intelligenza artificiale e rispetto a quelli che sono i nuovi canoni della tecnologia e dell’informatizzazione. Questo ci metterà anche in comparazione con quelli che sono i concetti di etica e di deontologia perché sappiamo bene che questa evoluzione ci condurrà a creare an che un mondo artefatto delle informazioni”.
Per gli organizzatori, la scelta di mettere intorno ad un tavolo esperti del settore, è stata motivata dalla necessità di aprire un confronto “in quanto riteniamo che il tema delle neuroscienze sia di grande attualità e molto dibattuto soprattutto in questa fase in cui il legislatore si sta preoccupando di quelle che sono le nuove tecnologie al servizio dell'indagine probatoria. Inoltre - ha commentato Helga Procopio - abbiamo ritenuto opportuno far partecipare all’incontro anche un sanitario come il dottore Rossi, al quale vengono affidate numerose indagini sulla capacità di intendere e di volere del reo e sulla sua pericolosità sociale”.
Anche per Francesco Mancuso “l’idea di organizzare questo incontro, è nata partendo dal fatto che, in generale, è sempre difficile esercitare il mandato difensivo. E’ ancora più difficile quando si difende un soggetto con una patologia psichiatrica perché il cliente che ha una patologia di questo tipo, richiede un'attenzione assolutamente diversa, un rapporto anche più intenso con i suoi familiari”.
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