Voto degli studenti fuorisede. Arriva lo stop del ministero dell'Interno per le prossime Regionali

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  25 maggio 2021 18:03

Gli studenti fuorisede non potranno votare alle regionali e alle amministrative di ottobre nelle città dove risiedono per studio, come prevede un ddl all'esame della Commissione affari costituzionali e promosso dal Collettivo Beppe Valarioti. In una riunione informale tra i membri della Commissione e rappresentanti del ministeri dell'Interno, guidati dal sottosegretario Ivan Scalfarotto, questi hanno detto che il Viminale ha dei problemi tecnici "insormontabili" per poter attuare questa legge anche se fosse approvata dal Parlamento. Uno spiraglio è stato aperto per le future elezioni politiche, europee e per i referendum.

Alla riunione - secondo quanto apprende l'Ansa - erano presenti per il ministero dell'Interno Scalfarotto e tre funzionari, e per la Commissione il presidente Giuseppe Brescia (M5s), relatore al ddl, Marianna Madia (Pd), Federico Fornaro (Leu), Riccardo Magi (+Europa) e Igor Iezzi (Lega), mentre in una precedente riunione erano presenti anche Marco Di Maio (Iv) e Maurizio D'Ettore (Fi). La proposta di legge promossa dagli studenti e dai ricercatori calabresi del Collettivo Beppe Valarioti e scritta dai costituzionalisti Salvatore Curreri e Roberto Bin, prevede che i fuorisede votino nella Prefettura del comune dove risiedono momentaneamente; le prefetture dovrebbero poi inviare le schede nella Regione e nei comuni dove ordinariamente abitano i fuorisede. Ebbene il Viminale ha fatto presente di avere problemi logistici "insormontabili" a movimentare le schede dalle città in cui i fuorisede votano alla regione o ai comuni di origine. Se il Parlamento avesse tentato di forzare la mano al ministero approvando la legge, avrebbe rischiato "di mandare a monte le elezioni" ha detto Scalfarotto. Il sottosegretario ha tuttavia aperto uno spiraglio per future elezioni politiche, europee e per i referendum: permettere ai fuorisede di votare nelle città dove risiedono momentaneamente, ma per quella circoscrizione e non per quella del comune di abitazione originaria. Ovviamente per il referendum la questione sarebbe ancora più semplice, visto che non ha circoscrizioni. Perplessità sono state tuttavia espresse su questa soluzione dai rappresentanti della Commissione, e Riccardo Magi ha insistito sulla necessità di spingere sul voto elettronico, magari non da casa ma dalle prefetture stesse.

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