Voto degli studenti fuorisede. Dopo lo stop del Viminale arriva la lettera al presidente Sergio Mattarella

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  03 giugno 2021 18:53

Lettera inviata come Rete nazionale Voto Sano Da Lontano al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la presa di posizione espressa, settimana scorsa, dal Ministero dell'Interno relativamente all'iter legislativo oggi in corso alla Camera per disciplinare il voto fuorisede.

"Signor Presidente, 
a scriverle, a nome della Rete Voto sano da lontano, siamo Daniele Armellino, Martina Iuliano e Giorgia Sorrentino. Le avevamo già scritto a marzo per rappresentarle quelli che erano stati fino ad allora i nostri passi nel condurre questa Campagna per garantire il diritto di voto a distanza alle cittadine e ai cittadini fuori sede, già a partire dalla tornata elettorale d’autunno. Ad oggi, le cose sono andate molto avanti, grazie anche alla sollecitazione costante della nostra Rete nazionale. 

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Siamo stati coadiuvati in questo sforzo anche da due costituzionalisti, i Professori Roberto Bin e Salvatore Curreri, che hanno redatto la bozza di proposta di legge poi fatta propria dal Presidente della I Commissione alla Camera, on. Brescia, e depositata in Parlamento. Questa pdl prevede che sia garantita ai fuorisede la possibilità di votare a distanza, attraverso seggi speciali istituiti dalle Prefetture del domicilio, in occasione di elezioni amministrative o regionali. Una pdl, quindi, non onnicomprensiva della materia elettorale, ne siamo consapevoli, ma che potrebbe creare il precedente necessario ad intervenire poi organicamente sulla materia. Inoltre, Presidente, fin dall’inizio del nostro percorso, abbiamo cercato di coinvolgere tutte le forze dell’arco parlamentare, perché eravamo e siamo tutt’oggi convinti che una battaglia costituzionale non possa avere colori politici. Sembrava che tutto procedesse per il meglio e che si potesse giungere in poco tempo a un testo base condiviso, quando dal Viminale si sono palesate forti riserve. 

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Ciò che le riportiamo in questa nostra, Presidente, la preoccupazione che ci spinge a rivolgerci ancora a Lei, è proprio questa: assistere impotenti a questa paralisi del sistema. Il parere del Governo, ne siamo consapevoli, si inscrive nel solco della normale dialettica interistituzionale. Tuttavia, il Parlamento è sovrano, il Parlamento deve porre rimedio agli eventuali vulnus presenti nel nostro sistema democratico. E il mancato accesso effettivo al voto per quasi tre milioni di cittadine e cittadini riteniamo, a buon diritto, che rientri in questa categoria. Ci chiediamo, quindi, se dal Governo possa giungere un alt di questo genere, se la leale collaborazione tra i Poteri dello Stato, nell’ottica del rispetto della nostra Carta costituzionale, possa assumere un’importanza secondaria rispetto a questioni di carattere burocratico-amministrativo. Siamo preoccupati, Presidente, ed è il rispetto, l’amore verso le nostre Istituzioni repubblicane a spingerci a esprimere così chiaramente questo nostro disagio. 

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È nostro convincimento che questa grande piccola battaglia, che pure ancora non è terminata, sia riuscita laddove spesso in Italia si fallisce. Ha messo al centro i bisogni e i diritti delle e dei giovani, la cui vita è scandita dalla mobilità, ma senza cercare lo scontro generazionale e, anzi, portando sulla stessa barricata movimenti e associazioni di varia composizione anagrafica. Inoltre, come Rete abbiamo sempre e primariamente posto l’accento sulla tutela del diritto costituzionale al voto e sull'imprescindibilità della trasversalità politica, tanto che oggi in Commissione collaborano sinergicamente forze politiche diverse, e nessuna di queste si batte per rivendicare una primazia". 

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