"Quando fra il 2016 e 2017, dopo il confronto col sindacato, il Governo decise di istituire una zona ZES in Calabria tutti immaginavamo che la possibilità di avere aree industriali attrezzate potesse diventare realtà anche per una regione incapace a spendere i finanziamenti in modo utile al territorio.
Di fatto, la ZES che doveva essere istituita in Calabria fece perdere alla nostra Regione la possibilità di aderire ad altre forme di incentivi, utilizzati da molte aree territoriali non solo del Sud, come quelle per le aree di crisi.
Come sindacato proponemmo alla Giunta regionale del tempo, che accettò, precisi criteri per applicare le agevolazioni della Zes limitatamente alle aree portuali e aeroportuali dove appunto era più facile che una azienda avesse convenienza a localizzarsi.
E ciò sarebbe stato molto attrattivo nelle aree industriali del porto di Gioia Tauro che poteva finalmente diversificare la propria missione non solo con l’indispensabile trashpment ma anche con un processo industriale nelle aree retro portuali come avviene in tutti i grandi porti del mondo.
La Zes, insomma, nelle intenzioni originarie doveva servire a favorire processi di nuova industrializzazione o di innovazione per favorire lo sviluppo del territorio e per servire le grandi infrastrutture calabresi.
Tutto ciò però si è inceppato con la decisione assurda dell’attuale governo nazionale di fare di tutto il Mezzogiorno un’unica area Zes, svilendo uno strumento straordinario e annacquandone gli obiettivi. Una decisione assurda che ha portato, per i meccanismi decisi, ad un credito d’imposta dell’8 o del 10% rispetto al 60% di cui il decreto attuativo disponeva. Tali meccanismi hanno prodotto un credito d’imposta davvero irrisorio che non produrrà alcun valore aggiunto al territorio, nessun effetto positivo sull’industrializzazione di aree importanti come quella del porto di Gioia, nessuna utilità occupazionale.
Su questo punto riteniamo un errore che la Giunta regionale non abbia assunto alcuna posizione né criticato questa decisione del governo nazionale. Da sempre abbiamo espresso la necessità che il più grande porto di trashpment potesse essere dotato di una vera area industriale retro portuale e che le merci potessero essere anche lavorate nel territorio senza solo passare da nave a nave per arrivare in altri luoghi. Il fallimento della Zes unica deve portare il governo nazionale a rivedere questa decisione che non ha prodotto alcun risultato.
Anche se sulla Calabria il Governo Meloni ci ha ormai abituati a provvedimenti bandiera, sbagliati e controproducenti: la Zes improduttiva, nessuna alta velocità ferroviaria se non un dibattito sterile e improduttivo, la statale 106 che non sarà ultimata. In compenso, però, lo specchietto per le allodole del Ponte sullo Stretto che continuerà a devastare il territorio".
Tanto si legge in una nota della Segreteria regionale Filt-Cgil Calabria.
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