Le storie di una tradizione culturale magno-greca. I rituali pagani riferiti a Demetra, protettrice dell’agricoltura che veniva ringraziata per la prosperità del raccolto. È intriso di identità, rituali e simboli il Rito del Maio, quasi scomparso in tutta la Calabria ma sopravvissuto in alcuni paesi, tra i quali Cariati, che lo celebrerà Domenica 8 Settembre, in occasione della Madonna delle Grazie. Un percorso audiovisivo ed emozionale attraverso testimonianze storiche ed artistiche, interviste, documentari, foto e laboratori creativi permetterà a visitatori e curiosi di scoprire l’antico Rito del Maio, presentato nei giorni scorsi alla Camera di Commercio di Cosenza e candidato a bene immateriale UNESCO. La mostra gratuita sarà aperta dalle ore 21 alle ore 23, fino a Domenica 8 settembre, nell’Antico Frantoio, nel cuore della Cittadella Medioevale fortificata sullo jonio.
A promuovere l’iniziativa finalizzata ancora una volta alla valorizzazione e comunicazione strategica di uno dei marcatori identitari di questa terra è l’Amministrazione Comunale guidata da Filomena Greco che invita a visitarla e precisa che questi eventi si inseriscono ed impreziosiscono la proposta socio-culturale E…State con noi 2019. Identità culturali per la rinascita del territorio. È, questo, il titolo del convegno a cura di Pino Iannelli previsto per Domenica 1° Settembre, alle ore 20.30, in piazza Rocco Trento, nel centro storico. L’evento è promosso dal Comune di Cariati, di Longobucco e di Bocchigliero, dalla Camera di Commercio di Cosenza e da Lastcam – produzioni cinematografiche e video.
Il Maio è un ex voto, una struttura considerata sacra, trofeo della devozione del popolo, i cui elementi, connessi al culto di Demetra, persistono ancora oggi e appaiono durante feste religiose singolari, da marzo ad ottobre. È caratterizzato da un tronco di pino alto 5 metri che viene scorticato e deramificato. Il fusto viene poi avvolto con foglie di mirto che serviranno per alloggiare i bastoncini di legno dove verranno appesi i fusilli di S.Cataldo e ulteriormente fissati con lo spago. Sulla cima si erge un antico arcolaio decorato con nastri, rose rosse e un gallo, simbolo di rinascita. Per renderlo ancora più ricco si aggiungono i guanti, un fritto tipico dalla forma circolare. La parte ornamentale, fatta di taralli, viene venduta dopo aver accompagnato il Santo in processione, il ricavato sarà poi donato alla Chiesa. I maii realizzati nei laboratori creativi sono stati già esposti a Longobucco in occasione della festa di San Domenico e a Bocchigliero durante la Festa di San Rocco.
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