A Cosenza presentato "Occhiu alla sanità", il libro del giornalista Emiliano Morrone

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  27 settembre 2025 18:18

Un’inchiesta puntuale sulla sanità calabrese, sui 15 anni di commissariamento e sul Piano di rientro che ha segnato la vita dei cittadini, con un bilancio netto: «ai calabresi è costato un mutuo da 900 milioni di euro in cambio di niente». È il cuore del libro Occhiu alla sanità (Falco Editore) di Emiliano Morrone, presentato a Cosenza insieme all’editore Michele Falco, a Doris Lo Moro, ultimo assessore regionale alla Sanità prima del commissariamento, e ai deputati Simona Loizzo (Lega) e Nico Stumpo (Pd). Il dibattito è stato moderato dal giornalista Massimo Razzi.

Il volume, uscito proprio in questo periodo, mira a scuotere la politica, a spingerla alla responsabilità e all’impegno affinché la sanità calabrese non sia più penalizzata. Morrone ha proposto anche una sorta di accordo transattivo tra Regione e Stato: dopo 15 anni di Piano di rientro gestito dal ministero dell’Economia, e con risorse inferiori ai fabbisogni sanitari, lo Stato dovrebbe permettere alla Calabria di uscire dal commissariamento e tornare al regime ordinario. «La Calabria ha già pagato troppo – ha detto l’autore – con il blocco del turnover in sanità, con un mutuo da 900 milioni con l’ex Tesoro, con il dirottamento di 1,1 miliardi di fondi Fas per coprire il debito quantificato nel 2010, con le montagne di soldi spesi dalla Regione e dalle famiglie per l’emigrazione sanitaria».

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Morrone ha messo in evidenza il difetto strutturale dei criteri di ripartizione del Fondo sanitario nazionale, che penalizzano la regione di circa 150 milioni di euro l’anno. «Ho analizzato – ha precisato – decreti commissariali e documenti ufficiali. Le risorse sottratte sono enormi», ha spiegato. Da qui un appello netto alla politica: discutere di sanità senza litigiosità e reciproche accuse che hanno impedito finora di affrontare davvero la situazione.

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Doris Lo Moro ha ricordato l’esperienza da assessore: «La politica si è occupata troppo poco della Calabria e il commissariamento non ha risolto i problemi». Nico Stumpo ha criticato «la privatizzazione strisciante e l’assenza di una nuova visione della sanità calabrese», mentre Simona Loizzo ha rivendicato «la realizzazione dei nuovi ospedali e la necessità di uscire dal Piano di rientro». È intervenuta anche Caterina Perri, vedova di Serafino Congi, che, in un intervento forte e toccante, ha ribadito la propria richiesta di verità e giustizia e di conoscere gli esiti dell’inchiesta interna dell’Asp di Cosenza a seguito del decesso del marito. 

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Il libro non si limita a una ricostruzione tecnica. Come spiega l’autore nel congedo, nasce da quattro esigenze: smontare le semplificazioni sui disavanzi sanitari, affermare l’urgenza di archiviare il Piano di rientro, scuotere la politica e la comunità calabrese, lasciare una testimonianza di giornalismo autonomo e di impegno civile. Morrone punta l’indice anche contro un’Europa che ha imposto vincoli di bilancio assurdi, che ha aperto i cordoni della borsa per comprare armi e che ha posto limiti temporali troppo stringenti alle misure del Pnrr previste dalla Missione Sanità. «Ha un senso – conclude il libro – lasciare testimonianze audaci per un cambiamento vero e tangibile. Per il futuro dei giovani, per il bene del Paese. Occhiu alla sanità».

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