Aceto (Coldiretti): "L’accordo Ue-Cina si è fermato ad Eboli e protegge solo il 3% del made in Italy Doc". Sollecitato un impegno agli Europarlamentari e alla Regione Calabria

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images Aceto (Coldiretti): "L’accordo Ue-Cina si è fermato ad Eboli e protegge solo il 3% del made in Italy Doc". Sollecitato un impegno agli Europarlamentari e alla Regione Calabria
Franco Aceto, presidente della Coldiretti Calabria
  08 novembre 2019 11:31

Non c’è molto da esultare per l’accordo siglato tra Unione Europea e Cina che  - afferma Coldiretti Calabria- protegge appena il 3% dei prodotti italiani a indicazione di origine anche se nella lista sono compresi i prodotti tipici più esportati all’estero ma con importanti esclusioni. Per l’Italia che è leader europea nelle denominazioni di origine ad essere tutelati in Cina per adesso sul totale di 863 prodotti Ig (299 Dop e Igp, 526 vini e 38 bevande spiritose) sono – spiega la Coldiretti – appena 26 specialità. L’intesa raggiunta tra la Ue e il gigante asiatico prevede il mutuo riconoscimento di cento prodotti a indicazione geografica.

“Ma  - commenta Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – l’accordo si è fermato ad Eboli perché ad essere tutelata per le produzioni DOp e IGP nel sud è solo la mozzarella di Bufala. E’ evidente – continua -il rischio che comporta la mancata protezione di tutti gli altri marchi Made in Italy legittimi compresi le nostre 18 specialita' Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 21 Doc e Igt per il settore vitivinicolo – denuncia Aceto –  in una nazione peraltro in grande espansione dove si potrebbero concentrare le attenzioni per il nostro export. La presenza sui mercati esteri per noi è vitale e va garantita parità delle condizioni, efficacia dei controlli e reciprocità delle norme con impatti ambientali, economici e sociali. Chiediamo agli Europarlamentari ed alla Regione Calabria un forte impegno per procedere ad una allargamento della lista dei prodotti da tutelare– sottolinea Aceto – perché è vitale accelerare il passo anche dopo che  la situazione è stata purtroppo compromessa dalle concessioni accordate dai precedenti accordi a partire da quello con il Canada (Ceta) che ha legittimato per la prima volta nella storia dell’Unione Europea le imitazioni del Made in Italy a partire dalla libera produzione e commercializzazione di alcune nostre produzioni  e che  rende anche  possibile produrre e vendere altre imitazioni mantenendo una situazione di ambiguità che non permette ai consumatori di distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dai tarocchi di bassa qualità”.

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