L’agente penitenziario Mario Francesco Provenzano, 57 anni, impiegato come capo coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria nel carcere del capoluogo, che si è tolto la vita ieri mattina a Mangone, nel Cosentino, usando la sua pistola d’ordinanza, avrebbe provato ad uccidere la moglie e il figlio.
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Emergono nuovi dettagli nella tragedia che ha colpito il piccolo del Cosentino. Secondo una prima ricostruzione da parte delle forze dell’ordine, Provenzano sarebbe rientrato dopo il turno di lavoro notturno e arrivato a casa, avrebbe cominciato a litigare con la moglie. Poi, dopo una discussione prima di farla finita avrebbe sparato due colpi verso la donna riuscita a fuggire con il figlio di 5 anni. Una volta fuori, avrebbe chiesto l’aiuto dei vicini e, in quel momento, Provenzano si sarebbe tolto la vita. Fortunatamente, la figlia 12enne era a scuola.
Su quanto accaduto indagano il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo, il comandante provinciale dell’Arma e la Polizia penitenziaria di Cosenza che hanno ricostruito la dinamica della vicenda. Preziosa la testimonianza della moglie sopravvissuta la quale, durante la deposizione, ha spiegato che il marito soffriva un momento di forte stress a causa del lavoro e della recente morte del padre.
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