“Non risulta ci sia nulla di ufficiale ad oggi, tuttavia quella che è una ipotesi ricorrente sembra aver assunto, negli ultimi giorni, i tratti di un rischio nient’affatto remoto. L’area urbana di Corigliano, difatti, potrebbe ben presto perdere l’Ufficio della Agenzia delle Entrate-Riscossione, attualmente allocato allo Scalo cittadino ed importante sportello al servizio dell’utenza. Una paventata chiusura che necessita di una corale e forte risposta istituzionale, con una risolutiva iniziativa da parte del sindaco di Corigliano Rossano”.
È quanto dichiara, in una nota, Pasqualina Straface, consigliere regionale di Forza Italia.
“Alle origini di tale nefasta idea vi sarebbe, difatti, la volontà di sopprimere gli Uffici della Agenzia delle Entrate-Riscossione sia di Castrovillari che di Corigliano, andando così a privare di tale fondamentale punto di riferimento sia la terza città della Calabria che quella dove ha sede il Tribunale. Una decisione che, qualora confermata, produrrebbe a dir poco numerose e gravi conseguenze e disagi, poiché il ridimensionamento in oggetto avverrebbe a favore della sola frazione Sibari del comune di Cassano allo Ionio, presso la quale verrebbe aperto l’unico Ufficio territoriale della predetta Agenzia. Tutto ciò – spiega Straface – sarebbe determinato dal fatto che proprio a Sibari sorgerebbero alcuni locali pubblici già disponibili e che, pertanto, nulla andrebbero ad incidere in termini di costi ai vertici dell’Agenzia in questione. Da qui la richiesta di un intervento urgente e chiarificatore da parte del sindaco di Corigliano Rossano affinché s’adoperi per impedire tale inaccettabile disegno, che andrebbe a privare dell’attuale servizio sia la comunità locale che i cittadini del comprensorio che attualmente ne usufruiscono (Basso Ionio e Comuni Albanesi), individuando alcuni tra i numerosi locali pubblici attualmente inutilizzati sul territorio per metterli a disposizione quale nuova sede dell’Ufficio. Mi riferisco, ad esempio, ad alcuni locali siti all’interno di Palazzo Garopoli nel Centro storico o nel Palazzo Zagara dello Scalo o, ancora, nel Quadrato Compagna di Schiavonea, nonché a tanti altri dei quali il Comune è in pieno possesso. Così facendo, si tutelerebbe la città da uno ‘scippo’ inconcepibile e ingiustificabile”.
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