Aggressione a Catanzaro, Morabito dal gip: "Mi ha truffato e rivolevo i miei soldi"

di STEFANIA PAPALEO

Non sarebbe stata affatto una rapina. Quell'orologio sequestrato dalla polizia sarebbe stato il suo. E lui, Francesco Morabito, dalla presunta vittima sarebbe andato solo per reclamare i suoi soldi, ben 35 mila euro, versati per un investimento finanziario che, alla fine, si sarebbe rivelato un grande bluff.

Non si è tirato indietro il trentottenne arrestato nella tarda serata di martedì 1 ottobre con l'accusa di aver rapinato l'imprenditore D. M. di 58 anni, dopo averlo colpito in testa col calcio di una pistola, davanti al gip chiamato a convalidarne l'arresto e valutare l'emissione di una misura cautelare come richiesto dalla Procura. "Una pistola finta, che ho portato con me solo per scongiurare un'aggressione analoga a quella già subita da parte di D. M.", ha aggiunto ancora a gran voce Morabito durante l'interrogatorio sostenuto alla presenza del suo difensore di fiducia, l'avvocato Sergio Rotundo, facendo leva anche sulle telecamere che lo avrebbero ripreso mentre discuteva con la presunta vittima prima di colpirlo e darsi alla fuga.

Una versione diametralmente opposta a quella fornita dall'imprenditore e confluita nei verbali dei poliziotti della Squadra Volante che, al comando di Giacomo Cimarrusti, nell'immediatezza dei fatti ne hanno raccolto la denuncia, per poi gettarsi sulle tracce del giovane, rintracciato dopo poche ore. Da l'arresto in flagranza di reato e l'apertura di un fascicolo per rapina aggravata da parte del sostituto procuratore Stefania Caldarelli, supportata nella sua tesi accusatoria dall'avvocato Antonio Lomonaco, nominato dalla presunta vittima.

Sarà anche alla luce di questa nuova versione dei fatti, ora, che la Procura dovrà valutare come procedere nelle indagini.
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