di EDOARDO CORASANITI
Alberto Meroni ha 25 anni, la passione per il volley, l’amore per la cucina, ed ha un cromosoma in più.
Appena conosciuto chiede di battere il cinque ma poi lo tira indietro, per giocare, ma poi ti abbraccia affettuosamente. E’ un giocherellone pieno di gioia di vivere, di entusiasmo, anche con un cromosoma in più.
Questo non lo dimentica mai e ne fa uno slogan di vita. “La vita è bella e vale la pena di viverla. Anche con un cromosoma in più”, è la frase che si legge nel libro “Scoprirsi down”, scritto insieme al padre, Ezio Meroni, presentato ieri al lido Medea di Montepaone. Oltre agli autori, ci sono Mario Migliarese, sindaco della città ospitante, Giovanna Vecchio, presidente de “L’Arca”, Marina Dominijanni, coordinatrice dell’Associazione italiana Persone Down sezione di Catanzaro e Gerarda Sestito, presidente dell’associazione Ali D’Aquila che, inoltre, ha regalato al pubblico uno spettacolo di ballo.
Ognuno ha portato al pubblico la propria esperienza, il loro modo di vivere il volontariato ed il metodo utilizzato per i progetti di inclusione destinati ai ragazzi con sindrome di down.
Dominijanni, ad esempio, racconta come 5 ragazzi sono riusciti ad inserirsi nel mondo di lavoro con successo, con dedizione, con risultato.
Commossa ed entusiasta è Vecchio, che si complimenta per la capacità del libro di arrivare a toccare le corde dell’anima e di diventare speranza e testimonianza per chi vive qualsiasi forma di disabilità.
Sestito invece ricorda le numerose attività della associazione da lei presieduta, presente da a Satriano da 13 anni, tra musical ed esperienze che arricchiscono le vite dei ragazzi e dei volontari.
“L’idea del libro - spiega Ezio Meroni - nasce già nel primo anno di vita di Alberto. Abbiamo deciso di scriverlo tutti e tre insieme: io, Alberto e Ornella, mia moglie e mamma di Alberto.
Tutto è cominciato quando ci è stato comunicato che nostro figlio aveva un cromosoma in più. E’ stato fatto da un medico e con insensibilità inaudita, descrivendoci una futura vita fatta di sofferenze, dolori, insoddisfazioni. Ma noi già dal primo giorno ci siamo detti: lo educheremo come un bambino normodotato. E così è stato”.
Il testo descrive le tappe della loro vita, “le montagne da scalare”, i pianti ed i momenti obiettivamente difficili. Ma anche i sorrisi, le occasioni di straordinarietà, i momenti dedicati alla crescita formativa. Una vita fatta di scelte e decisioni, prese in autonomia dal ragazzo ormai 25 anni, come la scuola da frequentare o il lavoro da fare.
Alberto interviene e incalza scherzosamente il padre, condividendo con il pubblico qualcosa della sua vita: la pallavolo, la cucina, i sogni nel cassetto. Come quello di aprire un ristorante o un bed and breakfast sul lago di Garda.
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