"In Italia vivono circa 10 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età e sono molti i problemi che queste giovani vite affrontano quotidianamente nel nostro paese".
Un ambito di particolare preoccupazione espresso dal Comitato Onu nelle sue raccomandazioni all'Italia è quello delle disparità regionali, che viviamo anche nella nostra amata Calabria, dove, secondo i dati Istat, nel 2017 le persone di minore età in povertà relativa erano il 42,8%, rispetto ad una media nazionale del 21,5%. Addirittura, la percentuale di minorenni a rischio di povertà ed esclusione sociale era del 49,4%, rispetto ad un media nazionale del 32,1%".
Lo ha detto il presidente di Unicef Italia, Francesco Samengo, intervenendo a Cosenza al convegno sul tema "Per ri-scoprire il sorriso. Povertà educativa, disturbi alimentari e nuove dipendenze: l'adolescenza alle corde. Aspetti giuridici e multidisciplinari", organizzato dall'Unione nazionale Camere minorili. "Quando si parla di povertà - ha aggiunto Samengo - la si intende in senso multidimensionale: non solo economica, ma sociale, lavorativa, sportiva, culturale, educativa. I dati Ocse diffusi qualche anno fa evidenziavano come in Italia oltre il 17% dei giovani sotto i 25 anni avesse abbandonato gli studi prima di aver terminato le superiori, con un'altissima incidenza nel sud del Paese. Non solo la povertà, ma anche i disturbi alimentari colpiscono particolarmente i giovani: l'adolescenza, nello specifico, rappresenta l'epoca di maggiore insorgenza di tali disturbi, il cui picco di esordio è compreso tra i 14 e i 19 anni. Uno dei disturbi alimentari che ci preoccupa più da vicino è quello dell'obesità: in Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi è aumentata di quasi 3 volte nel 2016 rispetto al 1975. Secondo l'ultima indagine condotta dall'Istituto Superiore di Sanità, il 9,3% dei bambini/e coinvolti nell'indagine era obeso e circa il 21% in sovrappeso. Sono dati che ci preoccupano molto e che ci spingono a voler fare sempre di più e sempre meglio. Per questo riteniamo fondamentale chiamare a raccolta, proprio come oggi, tutte le realtà coinvolte e costruire alleanze per migliorare la vita dei bambini e degli adolescenti. Nell'ambito delle buone pratiche, non posso non ricordare il progetto 'Liberi di Scegliere', nato nella 'nostra' Calabria ed attuato dal Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria in collaborazione con altri enti".
"Un progetto che ha ormai raggiunto un'eco nazionale ed internazionale e grazie al quale è possibile aiutare e accogliere madri e minorenni che vogliono uscire dal circuito mafioso e fare un ulteriore passo verso l'applicazione concreta dei principi fondamentali sanciti dalla Convenzione dell'Onu sui diritti dell'infanzia".
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