di SALVATORE PROCOPIO
"Gradirei rivolgere un motivato invito al Sindaco di Corigliano Rossano, a cui stanno evidentemente a cuore le sorti della sua città e per effetto domino anche quelle degli altri abitanti della costa jonica calabrese. L’ennesimo scippo dell’alta velocità ferroviaria, perpetrato all’indirizzo della colonia Calabria, furto di risorse europee donate e in parte prestate a tassi agevolati per livellare e armonizzare i territori, avvicinare le periferie ai grandi centri, ridurre le diseguaglianze. Se si tralascia, ma solo per qualche attimo, la realtà che i cittadini calabresi, siculi e pugliesi da almeno venti lunghi anni, stanno finanziando l’alta velocità, perche pagano esosi biglietti per un servizio che non hanno se non a partire da Salerno, il gioco delle tre carte che si è consumato sulla partita dell’Alta Velocità, imporrebbe una chiamata alla rivolta, con una marcia pacifica e silenziosa, a piedi nudi verso la capitale, per rivendicare il semplice diritto di potersi spostare come qualsiasi cittadino italiano e forse anche europeo.
Non ci interessa fare distingui di responsabilità politica, anche quelli di prima, sull’argomento hanno supinamente accettato tutto ciò che l’ordine costituito ha imposto: Governo centrale, locale, Ferrovie dello Stato (appositamente divisa tra RFI e Trenitalia), associazioni di categoria e sindacati, questi ultimi solo apparentemente note discordanti. Ma qual è la verità. Nello scritto “nascita di una colonia di Nicola Zitara” era tutto chiaro, ma la rassegnazione non deve sempre imporci di chinare la testa. Vede pregiatissimo Sindaco, non sono interessato a conoscere il cranio che ostacola ancora lo sviluppo della mia terra, ma provo a ingegnarmi con Ella che è sensibile e determinato a prescindere da ogni condivisione, provando a spostare il paradigma. Da fonti piu’o meno autorevoli, risulta che il problema vero sia legato al tracciato o meglio dove far passare la nuova linea. Se cosi fosse, la storia ciclica, come le macchie solari si ripete e come in quel lontano 1964 quando si aprì il dibattito, se il tracciato dell’altra arteria più importante, oggi la più nota autostrada del Mediterraneo che ci attraversa doveva essere tirrenica, jonica o interna. Sappiamo, come la storia ha determinato ricchezza e sviluppo per certe aree ed emarginazione ed arretratezza per altre.
Ciò che le domando, non è di ripetere la storia, o emulare icone del passato, ma intanto se conosce i fatti e qual’è la verità. Dobbiamo ancora chiamarci calabresi e distinguerci tra le tante Calabrie. Per quale ragione al mondo, l’alta velocità non può attraversa la costa jonica che tra l’altro è ancora da elettrificare e magari si spende meno. Perché, chi ha avuto già vuole ancora le cose più comode e chi nulla ha deve sempre andare con il cappello in mano ad elemosinare diritti costituiti. Forse Zitara parlava che nella colonia ci sono le sotto colonie che non sono sempre le stesse, per le quali gli investimenti e sviluppo è tutt’altro che armonico. Forse solo quando c’è un calabrese da votare alla competizione canora più popolare questa terra si unisce, forse, per dare una parvenza di unità. Io pretendo e anche Ella dovrebbe, insieme a tutti i sindaci della costa jonica, reclamare, che l’alta velocità sia Jonica, da Roseto Capo Spulico si agganci al tratto Napoli- Bari e renda questa costa degna di essere servita e conosciuta. Camminando si apre il cammino".
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