di PAOLO CRISTOFARO
Un grosso appalto da 5 milioni di euro. Un'aggiudicazione già avvenuta - ente appaltante l'Anas - per un quadro di accordo quadriennale relativo ai lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione sull'Autostrada del Mediterraneo, la A2, che ora è stata annullata dal Tar del Lazio. Il motivo? L'azienda aggiudicataria, con sede legale a Rossano (CS), risultava sotto sequestro giudiziario penale. Il ricorso è stato presentato, contro l'Anas, dalla seconda azienda in graduatoria per l'appalto.
La ditta ricorrente si è opposta lamentando proprio la mancanza dei requisiti per l'aggiudicazione all'azienda calabrese concorrente. Difatti l'accordo "non poteva considerarsi valido, in quanto sottoscritto da un soggetto dell’impresa ausiliaria privo di potere firma. Ciò in quanto l’impresa risultava posta sotto sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria penale e l’amministratore giudiziario non aveva autorizzato il legale rappresentante dell’impresa alla sottoscrizione del contratto, né lo aveva firmato", recita il dispositivo (presidente: Antonio Savio Amodio; estensore: Lucia Maria Brancatelli).
In via istruttoria, l’Anas è stata onerata al deposito in giudizio del decreto di sequestro preventivo, emesso in data 03/04/2019 dal Tribunale, Ufficio GIP di Reggio Calabria, nei confronti dell’impresa. "Nel caso in esame, risulta che al momento della sottoscrizione del contratto di avvalimento (il 3 luglio 2019) l’impresa ausiliaria era destinataria del decreto di sequestro preventivo, che le era stato notificato il 15 aprile 2019. L’amministratore giudiziario, quindi, aveva già assunto il compito di gestire tutti i beni aziendali, compresi quelli oggetto del contratto di avvalimento", scrive il Tribunale.
"Tuttavia, il contratto in questione non risulta essere sottoscritto anche dall’amministratore giudiziario, nonostante tramite tale negozio taluni beni aziendali fossero messi a disposizione di una diversa impresa, con la conseguente assunzione di impegni contrattuali potenzialmente confliggenti con il corretto esercizio delle funzioni di custodia spettanti all’amministratore giudiziario stesso. Ne consegue che, non potendo il rappresentante legale della ditta compiere autonomamente atti produttivi di effetti giuridici in ordine a beni dei quali la società risultava spossessata in conseguenza del sequestro preventivo, il relativo contratto di avvalimento deve considerarsi non validamente perfezionatosi", sottolinea il dispositivo. In conclusione, il Tar del Lazio, ha annullato l'aggiudicazione. Su questo appalto, alla luce dei fatti, dovrà riaprirsi la procedura.
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