Decongestionare il pronto soccorso dell'ospedale dell'Annunziata è possibile, a patto che venga attivato e recepito un nuovo modello organizzativo della rete territoriale. Di questi temi si è occupata la Commissione consiliare Sanità di Palazzo dei Bruzi, presieduta dalla consigliera comunale Maria Teresa De Marco e che ha visto la partecipazione del vice segretario del Sindacato unitario medici ambulatoriali italiani, Domenico Migaldi, e del segretario regionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale, Rosalbino Cerra.
La seduta di commissione è stata introdotta dalla presidente De Marco che, ribadendo la situazione emergenziale che sta vivendo l'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, con riferimento agli accessi in pronto soccorso cui non si riesce a far fronte nonostante gli sforzi che vengono profusi, ha rivolto un invito ai dottori Migaldi e Cerra ad elaborare una proposta che possa in qualche modo rappresentare un nuovo modello organizzativo di riferimento in grado di decongestionare l'ospedale.
Nell'intervento del rappresentante della Federazione dei medici di medicina generale Rosalbino Cerra è emerso che il sistema di cure territoriali dovrebbe essere costituito da due sistemi in rete tra loro e con diverse caratteristiche: le Unità complesse di Cure primarie e le Aggregazioni funzionali territoriali che finora non sono state attivate per come dovevano. La Unità complesse di Cure primarie – è stato spiegato - è una forma organizzativa complessa ed è strutturata come un sistema integrato di servizi che concorre alla presa in carico della comunità di riferimento, con una sede di riferimento ed eventuali altre sedi dislocate sul territorio, in continuità con le Aggregazioni funzionali territoriali garantendo la fase di accesso/accoglienza al complessivo sistema delle cure primarie in collaborazione con i Punti unici di accesso e, quindi, assicurando l'integrazione tra i professionisti e gli operatori.
«Quando erano aperti i nuclei di cure primarie – ha precisato Cerra – gli accessi in ospedale sono passati da 125mila a 82mila. Cosenza e la sua provincia sono già pronte, Catanzaro più o meno, il resto è ancora all'anno zero». Cerra ha chiesto alla commissione consiliare sanità e al Comune di far sentire la loro vicinanza in questa fase di elaborazione di un nuovo progetto che funga da stimolo alla messa a punto di questo sistema e di quello relativo alle patologie croniche. E Migaldi, ha poi sottolineato che «le Aggregazioni funzionali territoriali rappresentano un preambolo delle Unità complesse di Cure primarie. Mentre queste ultime dovrebbero funzionare h24, le prime dovrebbero restare aperte dalle 8 alle 20.
Le Aggregazioni funzionali territoriali – ha aggiunto Migaldi – potrebbero essere un primo inizio, sia di carattere logistico che culturale». Dalla esposizione di Migaldi le nuove aggregazioni e le Unità complesse dovrebbero trovare allocazione in quelle che comunemente vengono indicate come case della salute, strutture territoriali extraospedaliere funzionanti h24, in grado di accogliere il primo soccorso anche semplicemente per fare diagnosi.
«In questo modo – ha aggiunto Migaldi – in Ospedale arriverebbero solo i casi filtrati dalle Unità complesse di cure primarie. In ogni caso, occorrerebbe partire dalle AFT che sono quelle più immediate». Nel dibattito è intervenuta la consigliera comunale Bianca Rende. «È da tempo che abbiamo avviato in commissione – ha detto Rende – un'analisi dei bisogni che ha messo in evidenza la necessità che si parta prima possibile con questi presidi territoriali idonei a “sfiammare” il pronto soccorso e a neutralizzare quel sovraffollamento che si determina a causa del pressoché nullo funzionamento della medicina territoriale, soprattutto degli ospedali spoke. La prima cosa da fare – ha concluso Rende – è far arrivare sul tavolo della commissione o anche direttamente in Consiglio una proposta unanime, anche perché su temi delicati ed importanti come questi, non ci sono state, né ci saranno mai divisioni».
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