Annunziata Cosenza, respinto il ricorso di sospensione del concorso per 2 posti da dirigente medico di Ostetricia e Ginecologia

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L'ospedale Annunziata di Cosenza
  30 settembre 2022 19:33

Il Tar Calabria ha respinto il ricorso cautelare della concorrete Tiziana Russo del concorso per due posti da dirigente medico nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Annunziata di Cosenza. Russo, esclusa dal concorso, aveva chiesto la sospensione della presa d'atto della graduatoria facendo riferimento a un'indagine dei carabinieri e a presunti conflitti d'interesse del presidente della commissione. (LEGGI QUI)

Il Tar, respingendo l'istanza cautelare, ha precisato come "la grave inimicizia tra il presidente della commissione giudicatrice e il coniuge della ricorrente è, allo stato, meramente allegata, non essendovi, tra la documentazione prodotta (da ultimo la richiesta di rinvio a giudizio e il decreto che dispone il giudizio di un soggetto non direttamente coinvolto nella procedura concorsuale, nonché il verbale di sommarie informazioni testimoniali rese dalla ricorrente in quel procedimento penale), alcun elemento da cui possa trasparire la riferita ostilità" e inoltre: "per giurisprudenza costante, "i rapporti personali scaturiti dalla cura di pubblicazioni scientifiche in comune fra i membri della commissione d'esame e i candidati non costituiscono, di per sé, vizi della procedura concorsuale, né alterano la par condicio tra i candidati, specie se si considera che nel mondo accademico le pubblicazioni congiunte sono ricorrenti per il rilievo". 
"D’altra parte - si legge nell'ordinanza-, risulta che il presidente della commissione valutatrice, la stessa ricorrente e il suo coniuge abbiano collaborato in opere collettanee". 
Il Tar precisa: "il giudizio della commissione, comportando una valutazione essenzialmente qualitativa della preparazione scientifica dei candidati, attiene alla sfera della discrezionalità tecnica, censurabile -
unicamente sul piano della legittimità - per evidente superficialità, incompletezza, incongruenza, manifesta disparità, laddove tali profili risultino emergenti dalla stessa documentazione e siano tali da configurare un palese eccesso di potere, senza che, con ciò, il giudice possa o debba entrare nel merito della valutazione;  in altri termini, il giudizio di legittimità non può trasmodare in un rifacimento, ad opera dell'adito organo di giustizia, del giudizio espresso dalla commissione, con conseguente sostituzione alla stessa, potendo l'apprezzamento tecnico dell'organo collegiale essere sindacabile soltanto ove risulti macroscopicamente viziato da illogicità, irragionevolezza o arbitrarietà". E infine, "nel caso di specie, la valutazione della prova svolta dalla ricorrente non appare superficiale, illogica o irrazionale, tenuto anche conto delle marcate differenze tra le risposte rassegnate dalla candidata e le linee guida delle competenti società scientifica". 

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Parti controinteressate sono Valentina Russo, Giovanni Prota, Paola Quaresima, rappresentati e difesi dagli avvocati Francesco Izzo e Federica Russo. 

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