
I carabinieri di Scalea, nell'ambito dell'inchiesta scattata nel gennaio scorso inerente un gruppo di professionisti, alcuni dei quali anche facenti parte di una loggia massonica segreta, che avrebbero agito per spartirsi appalti pubblici sul Tirreno cosentino, si sono recati in Prefettura a Cosenza per acquisire lo statuto e l'elenco degli iscritti di una loggia massonica e un'associazione culturale di Scalea.
Degli atti costitutivi e degli elenchi, però, non è stata trovata traccia. Intanto, gli investigatori stanno analizzando i telefoni cellulari, ormai utilizzati come veri e propri computer, per verificare messaggi, conversazioni, chat e comunicazioni di 11 indagati, ritenendo che gli oggetti "costituiscano corpo di reato".
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