"Il taglio lineare di 300 milioni di euro proposto dal governo Pd-Cinque Stelle ai danni della Zona economica speciale di Gioia Tauro lascia sbigottiti per l'entità del danno che si sta infliggendo alla Calabria, al Mezzogiorno e al porto di Gioia Tauro". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Giovanni Arruzzolo. "Ancora una volta - prosegue Arruzzolo - quando si tratta di Gioia Tauro, il governo nazionale trova facile e persino scontato, mutilare i finanziamenti per la Calabria, e derubrica le sue potenzialità di sviluppo. Eppure in questi mesi si era avvertita una nuova attenzione, soprattutto per iniziativa di privati imprenditori e rappresentanti dell'industria nazionale, un'attività di promozione a sostegno della bontà degli investimenti nell'area di Gioia Tauro di capitali e imprese straniere, in particolare dal Sud-Est asiatico, area da cui provengono via mare a Gioia Tauro molte delle merci in transito per l'Europa e per la costa atlantica degli Stati uniti. Un risveglio che adesso è messo in discussione dalla miopia politica di una maggioranza di governo più impelagata che mai in dissidi, distinguo e polemiche politiche quotidiane, che non riesce a dirigere il Paese con chiarezza di programmi e di intenti".
"Il 'caso' Ilva, e l'allagamento di Venezia - sostiene ancora Arruzzolo - sono certamente questioni importanti e da affrontare con assoluto vigore, ma è altrettanto vero che il porto di Gioia Tauro e la sua Zona economica speciale sono un'occasione per la Calabria e l'Italia per innescare processi virtuosi di crescita economica e di sviluppo. I porti del nord, segnatamente di Genova e Trieste, stanno letteralmente scoppiando di attività ed invece Gioia Tauro, con tutte le migliori condizioni offerte dal particolare sistema fiscale per chi vi opera in regime di Zes, viene accantonata ancora una volta, una scelta che si protrae da decenni anche a causa di rapporti di forza nel settore economici che condizionano le scelte della politica, congelando la Calabria e il Sud, esclusi, di fatto da ogni ipotesi di sviluppo". Per il consigliere regionale "Gioia Tauro e la Zes possono e devono diventare la nuova frontiera dello sviluppo del Paese, e la politica, nazionale e regionale, devono assumere impegni e responsabilità non solo nel nome di Gioia Tauro e dei dipendenti del porto, ma inserendo concretamente la Zes tra gli obiettivi strategici dei prossimi 30 anni. Un salto di qualità, dunque, si impone, intanto con una forte iniziativa istituzionale per impedire i tagli prospettati dei benefici fiscali e fissare, una volta per sempre la Zes di Gioia Tauro tra le priorità e gli interessi strategici dell'Italia".
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