di GABRIELE RUBINO
La misura non è di per sé sbagliata ma contano tempi e circostanze. Al netto del populismo pauperistico, la proposta di legge depositata dai capigruppo di maggioranza in Consiglio regionale (anticipata da La Nuova Calabria) e pronta a essere discussa nella seduta di venerdì 29 luglio prevede l’aumento degli stipendi dei manager della sanità calabrese per un costo complessivo aggiuntivo di un milione di euro all'anno. Non furbissima, visti i tempi, ma non lunare. I bravi si devono pagare, almeno quanto la concorrenza. È comprovato che il compenso spettante ai direttori generali di Asp e aziende ospedaliere calabresi (quello del direttore amministrativo e del direttore sanitario corrispondono all’80% di quello dg) possa rappresentare un ostacolo all’attrattività per un servizio sanitario regionale che certo non invoglia a cimentarsi in posizioni tanto delicate. Un problema che certamente si pone con la riduzione del 20% del compenso azionata con la 'finanziaria' calabrese del 2009, che la nuova legge regionale vuole eliminare. Peculiarità citata anche nella relazione illustrativa al primo Decreto Calabria, voluto allora dal Movimento Cinque Stelle, che recitava: “la retribuzione prevista da quella Regione (Calabria, ndr) per l’incarico di direttore generale è tra le più basse tra quelle previste dalle Regioni”. Tutto ciò per motivare i bonus riconosciuti ai commissari straordinari, le figure che da qualche hanno soppiantato i direttori generali ‘ordinari’ nel SSR calabrese.
LA STRANEZZA DEGLI AUMENTI GIA' AD AGOSTO- Ma contano tempi e condizioni. L’aumento degli stipendi, tramite eliminazione della riduzione, arriva a fine luglio; quasi a volersi nascondere. E arriva anche nel bel mezzo della prima estate in cui il Covid (dopo le due precedenti più tranquille) morde di più fra le corsie degli ospedali e molti operatori, soprattutto dell’emergenza urgenza, devono districarsi con i canonici picchi di stagione aggravati da ferie e malattie. Se fosse commissionato un sondaggio fra i sanitari sull’incremento dello stipendio dei loro vertici l’esito sarebbe plebiscitario e non positivo. La legge regionale fa coincidere l’entrata in vigore del ritocco all’insù al momento della pubblicazione sul Bollettino ufficiale. Per questo, il calcolo per il solo 2022 dei maggiori oneri viene già presunto a partire da agosto. Questa è obiettivamente una stranezza. Gli attuali commissari straordinari di Asp e aziende ospedaliere, da Decreto Calabria bis, sono di fatto in scadenza. Agli inizi di novembre la legge speciale cessa i suoi effetti. Non si capisce perché l’aumento non si fa partire a scadenza della legge speciale o comunque al momento dell’arrivo dei direttori generali ordinari, eliminando ogni possibile equivoco.
PERCHE' IL CONSIGLIO SI PRENDE LA PATATA BOLLENTE?- E non si capisce, altro elemento sostanziale, perché giustamente il presidente della Giunta/commissario ad acta della sanità Roberto Occhiuto qualche settimana fa abbia fissato gli obiettivi che i commissari straordinari devono perseguire per aggiudicarsi il compenso aggiuntivo da Decreto Calabria bis (fermo restando quello ‘regionale’) e adesso debba intervenire il Consiglio regionale. Anche se Occhiuto è il primo presidente/commissario, dopo anni di delegati del governo, non significa che l’Assemblea legislativa regionale sia del tutto svincolata. Certamente, una proposta di legge firmata dall’intera maggioranza implica che Occhiuto non ne sia rimasto all’oscuro, ma poteva farlo in prima persona. Però qui entriamo anche in una dinamica politica e di rapporti di forza o sudditanza.
L'AUMENTO VALE ANCHE PER AZIENDA ZERO?- Altra questione. Il provvedimento, quantomeno nella relazione illustrativa, cita e fa stime economiche sulle 9 aziende calabresi: le cinque aziende sanitarie provinciale e le quattro ospedaliere. Come noto, da un po’ di tempo ce ne è in piedi una decima: Azienda zero. Il compenso accordato al commissario Giuseppe Profiti era fissato al 90% dei direttori generali della sanità calabrese. Non è specificato se anche il suo subirà il ritocco.
I CONTI DELLE AZIENDE- Fra le motivazioni che hanno indotto la maggioranza al passo di aumentare gli stipendi dei manager c’è il buon risultato economico del quarto trimestre 2021. Evento che come spiegato da La Nuova Calabria (LEGGI QUI) è tuttavia, leggendo il verbale del Tavolo Adduce, collegabile in larga misura all’incremento del fondo sanitario attribuito alle Regioni (causa Covid) e quindi anche alla Calabria. Non una circostanza strutturale e in attesa del consuntivo, non bisogna dimenticare che tutte le aziende del servizio sanitario presentano bilanci in rosso. Proprio quelle guidate dai commissari straordinari, alias direttori generali.
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