di PAOLO CRISTOFARO
Con tutte le protezioni individuali opportune per il personale interessato, affiancati ove necessario dalle Guardie costiere della Calabria, e dopo un’opportuna interlocuzione con la Regione Calabria ed il Ministero della Salute, ha preso il via la campagna di monitoraggio delle acque di balneazione in Calabria, a cura dei dipartimenti provinciali dell’Arpacal.
I controlli di maggio, tecnicamente rientranti nella cosiddetta “pre-stagionale”, permetteranno di confrontare i dati acquisiti dall’Agenzia ambientale calabrese nella stagione balneare 2019, i cui report regionale e provinciali, nonché una dettagliata cartografia, sono consultabili online sul sito web dell'Arpacal.
Dopo essere stati pubblicati dalla Regione Calabria, infatti, l’Arpacal ha fatto altrettanto sul proprio sito istituzionale pubblicando altresì il report della balneazione in Calabria, riferito ai dati 2019 e la Classificazione delle “Acque di balneazione per l’anno 2020” che prende in considerazione i risultati degli ultimi quattro anni di monitoraggio compresi i dati 2019. Il report è strutturato in un documento regionale, cinque report provinciali e tutta la cartografia interessata.
Come noto la campagna di balneazione interessa tutti i dipartimenti dell’Agenzia, in particolar modo i Servizi Acque, da aprile a settembre di ogni anno, operando per conto della Regione Calabria e del Ministero della Salute, al fine di monitorare la balneabilità degli oltre 700 km di costa regionali, indicando la qualità di essi suddivisi, in base alla normativa nazionale di settore, in quattro classi: eccellente, buona, sufficiente, scarsa.
“L’avvio della campagna di balneazione 2020 in Calabria – ha dichiarato il direttore generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra – è stato possibile non solo grazie al dialogo costante con la Regione Calabria, che anche in questo settore ha compito di indirizzo, ma anche con tutte le componenti sindacali, che rappresentano i lavoratori dell’Arpacal, con le quali abbiamo insieme discusso per stilare i protocolli di sicurezza necessari a garantire al nostro personale ogni protezione nell’esercizio dell’attività professionale”.
Il report regionale evidenzia dai dati che ben 22 aree costiere calabresi su 112 monitorate, pari a circa il 20% del totale, hanno zone sottoposte a divieto temporaneo o permanente alla balneazione in quanto presentano criticità dovute all’inquinamento di breve durata o aree in qualità scarsa che nel corso degli ultimi anni non hanno ricevuto adeguate misure di risanamento. Le criticità continuano a persistere in aree antistanti le foci dei fiumi o torrenti che risentono anche delle perturbazioni piovose, o in zone collocate nelle strette vicinanze di depuratori mal funzionanti.
Dai dati del report balneazione emerge, inoltre, che su 3908 campioni analizzati, 3816 - pari al 97,65% del totale - hanno dato esiti conformi e solo 92 campioni hanno dato risultati non conformi comunque in numero minore rispetto allo scorso anno.
Dall’elaborazione statistica dei dati emerge, per quanto attiene la “Classificazione delle Acque”, se paragonata allo scorso anno, una diminuzione dei tratti di mare con classe eccellente, pari al 2,95%, dovuta al perdurare degli inquinamenti oltre 72 ore o ad un ripetersi degli stessi nel corso di controlli effettuati nella zona critica con maggiore frequenza. Si registra anche un aumento della classe buona, pari a 2,7%, un aumento della classe sufficiente pari allo 0,75%, ed un leggero incremento della classe scarsa pari allo 0,13% .
“L’eccellenza della qualità delle acque di balneazione in Calabria – ha dichiarato il Direttore generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra - è un nostro obiettivo prioritario, ed anche per questo il dialogo con la Regione è sempre molto fitto. I dati pubblicati si riferiscono, come noto, a quelli acquisiti nella campagna 2019”.
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