"Non si contano più gli episodi emersi alle cronache di violenza nei confronti delle donne in Calabria. Ad inizio mese tre operazioni delle squadre mobili di Cosenza e Reggio Calabria hanno portato all’esecuzione di altrettanti provvedimenti nei confronti di mariti e compagni violenti. Uomini gelosi, possessivi che non accettano di lasciare andare la “preda” che “osa” chiedere la separazione. Il tutto, spesso, davanti a figli e figlie minori che registreranno per sempre nella loro mente le immagini e le sensazioni di quei terribili episodi".
L'allarme arriva direttamente da Alessia Bausone, consigliera comunale di San Luca .
"Non solo, una settimana fa è stata sgominata ad Isola Capo Rizzuto una banda ritenuta responsabile di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale. Un gruppo, in via di espansione, che per oltre sei mesi adescava sui social ragazze mitteleuropee con la promessa di una vita migliore in Italia, facendo loro trovare solamente un incubo. Nei giorni scorsi, invece, in esecuzione di un’ordinanza del Gip del Tribunale di Crotone, è stato arrestato un uomo con l’accusa di aver molestato la figlia 12 enne di una donna conosciuta su Facebook pochi mesi prima. Per non parlare del caso, ripreso dalle testate nazionali, della donna di Corigliano-Rossano costretta per dieci anni a prostituirsi e ad essere violentata, picchiata e ricattata da un gruppo di aguzzini e sopravvissuta solo per amore del compagno e dei figli. Tutti questi episodi compongono un puzzle degli orrori che ha come vittime le donne, la loro integrità, la loro essenza, i loro diritti e ci offrono un bagno di triste realtà".
Per la Bausone "la prostituzione è un business che fa gola e che trova a volte le amministrazioni e le istituzioni insensibili, impreparate o impotenti. Basti pensare a Catanzaro, il capoluogo di Regione, in cui dal 2013 si lancia l’allarme prostituzione, anche a seguito delle importanti inchieste Sex&Drug del 2012 e Bed&Break Sex del 2014, ma i governanti locali vedono l’applicazione delle norme del Decreto Minniti un molesto orpello. Commissioni pari opportunità varie ed eventuali, osservatori, consigliere di parità, convegniste da salotto dovrebbero lasciare le coccarde e i tagli di nastro e contribuire ad un vero riscatto sociale a favore delle donne. L’affermazione chiara della legalità passa anche da questo. Tutti questi episodi destano profondo allarme sociale che si dovrebbe tradurre in allarme politico. Peccato che la proposta di legge regionale contro la violenza di genere sia ferma al palo da tre anni".
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