Bulle in azione in un Liceo di Catanzaro. Lo sfogo della madre: "Un anno di calvario e nessuno è intervenuto"

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images Bulle in azione in un Liceo di Catanzaro. Lo sfogo della madre: "Un anno di calvario e nessuno è intervenuto"
L'avvocato Antonello Talerico
  27 settembre 2019 05:15

di STEFANIA PAPALEO

Un vero e proprio calvario. Iniziato un anno fa tra i banchi di scuola senza che nessuno sia intervenuto a porvi fine. Ingiurie, prese in giro, sguardi ironici che l'avrebbero costretta anche a rinunciare alla ricreazione e a restare chiusa in classe al riparo da quelle che un tempo credeva sua amiche.

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Atti di bullismo veri e propri, a sentire la mamma della studentessa quattordicenne, che si sente vittima di tre ragazze che frequentano come lei il secondo anno di un Liceo di Catanzaro. Ha la voce rotta da un misto di rabbia e indignazione, la donna, quando racconta dell'incubo che pensava potesse concludersi con il cambio di sezione della figlia. Si sbagliava. Non aveva ancora messo piede nella sua nuova classe, la studentessa, che ecco un compagno apostrofarla con gli stessi aggettivi negativi utilizzati con cattiveria dalle tre ragazze contro le quali ieri è scattata una denuncia-querela già depositata in Tribunale. In calce, la firma dell'avvocato Antonello Talerico, al quale la donna si è rivolta dopo aver raccolto per l'ennesima volta lo sfogo disperato della figlia, rientrata a casa in preda a un attacco di panico, per il quale è stato necessario l'intervento del 118. Ed è stato proprio il medico che ha soccorso la ragazza a rendersi conto della gravità del suo stato emotivo, tanto da invitare la madre a denunciare la vicenda a chi di competenza.

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“Quando l'ho vista tornare a casa – racconta la donna - ho capito subito che era successo qualcosa. Quello sguardo disperato ormai ho imparato a riconoscerlo. Vederla poi quasi non respirare più non mi ha fatto esitare un attimo. Ho chiamato il mio avvocato e gli ho chiesto di denunciare non solo le tre compagne che hanno tolto la serenità a mia figlia, ma anche la dirigente scolastica e la referente della sua vecchia classe, alle quali lo scorso anno mi sono rivolta inutilmente, senza che loro abbiano almeno una volta convocato le ragazze o i loro genitori”.

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È un fiume in piena, la donna. Ricostruisce gli episodi che, di volta in volta, la figlia le ha raccontato in lacrime. “Un giorno io stessa ho invitato una di loro a lasciarla in pace e per tutta risposta mi sono vista attaccare a mia volta verbalmente”, racconta, preoccupata ora delle ritorsioni che la figlia teme di subire dopo la denuncia di ieri. “Approfittano della sua fragilità”, incalza la donna, che vede questa figlia sempre chiusa in casa per il terrore di essere presa in giro anche per strada. “Prima usciva con loro, faceva parte del loro gruppo, ma sempre accadeva qualcosa che la induceva a chiamarmi per andarla a prendere in tutta fretta. E puntualmente la trovavo agitata, intenzionata a non uscire più. Così come alla fine è accaduto. Adesso arriva addiritura a dire che vuole cambiare città, perché qui si sente sempre derisa, puntata da tutti. Quelle tre ragazze le hanno tolto proprio la pace”, conclude la donna, che ieri ha deciso di sporgere denuncia “poiché la situazione – spiega - è divenuta insostenibile e temo anche che mia figlia possa commettere qualche atto di autolesionismo o peggio ancora possa tentare atti gravi a danno della propria persona”.

Da qui la richiesta, avanzata per suo conto dall'avvocato Talerico, di un intervento immediato della Procura, con l'escussione della figlia, alla presenza di operatori idonei, della dirigente scolastica e della prof responsabile di sezione, messe fin dall'inizio a conoscenza della vicenda, e dei compagni di classe, testimoni loro malgrado degli episodi “incriminati”. Alla donna, dunque, non resta che aspettare il corso della giustizia, nella speranza che la figlia possa ritrovare al più presto la serenità perduta. Alla Procura il compito di trovare i riscontri alle gravi accuse lanciate contro le tre minorenni.

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