Hanno incassato per un lungo periodo, a vario titolo, buoni spesa e reddito di cittadinanza senza averne diritto. Ventuno furbetti sono stati individuati dalla Guardia di finanza di Cosenza che ne ha segnalato i nominativi a Prefettura e Comuni interessati, per il recupero delle somme indebitamente ottenute.
Tra i beneficiati c'è stato anche chi, come un agente assicurativo, nell'istanza presentata per ottenere il contributo non ha inserito sia i propri redditi dichiarati nel 2020 (oltre 60 mila euro) , sia quelli percepiti dal coniuge, di professione promotore finanziario, che nell'ultimo decennio ha anche omesso di presentare dichiarazioni fiscali. A interrompere il flusso di erogazioni sono stati gli accertamenti condotti dai finanzieri del Gruppo Cosenza e della Tenenza San Giovanni in Fiore che hanno passato al setaccio gli elenchi dei percettori di sussidi economici concessi dai Comuni di Cosenza, Luzzi, Rovito e San Giovanni in Fiore.
Sostegni erogati a partire dal primo lockdown e nei periodi successivi allo scopo di consentire alle persone realmente bisognose di acquistare generi alimentari e beni di prima necessità. I controlli incrociati, invece, hanno consentito di appurare che in 16 hanno fruito indebitamente dei "buoni spesa" (di importo variabile tra 100 e 400 euro), pur lavorando e ricevendo regolarmente lo stipendio dai rispettivi datori di lavoro mentre altri 4 hanno incassato oltre ai "buoni spesa" anche il reddito di cittadinanza.
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