
di MARCO VALLONE
Ha avuto inizio questa mattina “AKIS – Esperienze, valutazione e prospettive”, l'evento nazionale dedicato al sistema della conoscenza e dell'innovazione in agricoltura ospitato dalla Regione Calabria presso la cittadella regionale a Catanzaro. Si tratta di una due giorni di confronto, in cui istituzioni, ricercatori, tecnici, valutatori, imprese agricole e rappresentanti del mondo dell'innovazione discuteranno con l'obiettivo comune di rafforzare l'AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation Systems), il sistema nazionale che mette insieme ricerca, formazione, consulenza, imprese e istituzioni al fine di rendere l'agricoltura più sostenibile, digitale e competitiva.
L'appuntamento vede la partecipazione della Commissione europea, del ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e di 11 regioni d'Italia. “La regione Calabria si conferma capace di essere attrattiva – ha evidenziato l'assessore calabrese all'agricoltura Gianluca Gallo, presente all'iniziativa – anche per eventi nazionali come questo. Avere sia il ministero che le altre regioni qui, in un tavolo nazionale sull'Akis, che è il pezzetto di complemento strutturale 23-27 che servirà per l'innovazione, per la sostenibilità, per la digitalizzazione delle nostre aziende, credo che sia importante per una regione che sta scalando posizioni e sta avendo sempre maggiore credibilità e considerazione”. L'ultimo comitato di sorveglianza ha registrato passi in avanti sull'agricoltura calabrese nel contesto europeo. Cosa si farà adesso? “Noi stiamo chiudendo il programma 14-22 – ha dichiarato Gallo -, un programma complesso per quasi un miliardo e mezzo di euro. L'ultimo comitato di sorveglianza ci regala una Calabria al 100% di spesa nella proiezione, al 100% di performance, capace di chiudere progetti strategici come la banda ultralarga che altre regioni invece hanno avuto non come priorità. Invece noi la abbiamo determinata come priorità. E in più un tasso di errore che è allo 0,32% ci consente di essere ai vertici assoluti in Europa, perché credo che questo passaggio dal 9% al 0,32% sia un obiettivo a cui abbiamo lavorato con grande determinazione. E' stato un obiettivo, oltretutto, che l'Europa ha considerato come prioritario”.
C'è preoccupazione da parte degli operatori del settore olivicolo per un'aggressione al mercato calabrese: “Qualche anno addietro il prezzo del nostro olio extravergine IGP biologico era 3,70 o massimo 4,20 euro – ha commentato l'assessore Gianluca Gallo – e veniva venduto sfuso ai compratori che qualche minuto dopo avevano verificato il valore di questo olio. In questi anni abbiamo fatto decisi passi in avanti, abbiamo cominciato ad imbottigliare il nostro olio: siamo passati dall'8% ad oltre il 20% di imbottigliamento. Abbiamo costruito percorsi anche importanti sulla formazione e sulla ricerca della qualità del nostro olio. E gli eventi un po' sfortunati degli altri Paesi come la Spagna, a causa dei cambiamenti climatici, hanno elevato il prezzo dell'olio a circa 10 euro per la mancanza di prodotto sui mercati internazionali. Quest'anno l'invasione di olio tunisino ha determinato un abbassamento del prezzo che, comunque, è oltre il doppio rispetto al prezzo che qualche anno fa veniva praticato e c'era per i nostri venditori. Noi dobbiamo continuare a lavorare intensamente, puntando fortemente sulla qualità della nostra produzione, imbottigliando sempre più olio e cominciando a capitalizzare gli sforzi dei nostri imprenditori e dei nostri produttori. Spingeremo ulteriormente attraverso un'importante azione di promozione, che faremo tra un mese con SOL, che è il più grande evento nazionale nel settore olivicolo e che svolgeremo a Catanzaro per raccontare a tutti la storia di una grande evoluzione: l'evoluzione dell'olio calabrese , che non è più olio lampante che può essere venduto sfuso ma olio prezioso, di grande qualità”.
Simona Angelini, direttore generale della Direzione generale per lo sviluppo rurale del ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), dal canto suo ha rilevato come “la necessità di innovare e adeguarsi alle nuove tecnologie è perseguita dal ministero sotto moltissime forme. Non solo all'interno del piano strategico della PAC (Politica Agricola Comune) – ha rilevato -, rimettendo poi l'individuazione dei fabbisogni specifici alle regioni e quindi con un importantissimo investimento complessivo sul piano strategico della PAC, ma anche a livello di politiche interne: voglio ricordare che sul PNRR ci sono state delle misure molto importanti a favore dell'innovazione. In particolare c'è stata la misura sulla meccanizzazione agricola, e quindi investimenti per oltre 400 milioni sul rinnovamento. Con delle macchine, con delle tecnologie sempre più evolute. E quindi è un settore che continua comunque ad essere coperto da delle politiche nazionali e, quindi, direi che, come giustamente i regolamenti comunitari sottolineano, l'innovazione e il sistema delle conoscenze sono un pilastro assolutamente fondamentale per poter programmare le risorse efficacemente e produttivamente”.
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