Assolti "perchè il fatto non sussiste". Si è concluso così il processo a carico di un tifoso rosso blu e un ultras giallorosso rimasti coinvolti in alcuni disordini avvenuti presso lo stadio “San Vito Gigi Marulla” della città brutia sei anni fa. Accolta la tesi difensiva portata avanti dall'avvocato Alessio Spadafora, il giudice monocratico Pingitore ha scagionato il catanzarese quarantottenne W. P. e il quarantenne cosentino M. M. dall'accusa di detenzione e porto abusivo di materiale pericoloso.
Nello specifico, il primo era accusato di aver acceso e lanciato, dal “settore ospiti, un fumogeno che deflagrava sulla pista di atletica limitrofa al rettangolo di gioco, nel bel mezzo della partita “Cosenza-Catanzaro” del 14 febbraio del 2016. Contro M. M., invece, l'accusa di aver detenuto e utilizzato un fumogeno nel “settore curva sud riservato ai tifosi locali.
Da lì il Daspo emesso nell'immediatezza dei fatti dal questore di Cosenza, per la durata di un anno, a carico di entrambi i tifosi, identificati, dagli uomini della Digos impegnati nel servizio d'ordine, attraverso le immagini delle telecamere installate nello stadio. A seguire, l'incriminazione da parte della Procura, sfociata nella sentenza di assoluzione emessa oggi.dimento di anni 1 (uno) ;
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